Affrontare la morte: da Mercoledì Addams alla possibilità autentica di Heidegger.

La morte è un tema ancor più arcaico della religione. Un tema che coinvolge non solo l’essere umano ma tutti gli esseri di tutte le specie. Nonostante ci sembra un tema così universale, non si ha nessuna conoscenza a riguardo perché di fatto nessuno può raccontare la propria esperienza di morte. Come ironizzare un tema così turbolento? E come poter dialogare con la morte senza per forza vederne la fine di tutto?

“La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto”Simone Cristicchi che gira per il cimitero

Esordisce così la canzone di Simone Cristicchi: “La prima volta (che sono morto)“. Una canzone beffarda che si prende gioco della morte. Cristicchi scrive questa canzone ironizzando sulla propria morte. Nel video si vede questo ragazzo dalla chioma riccioluta che gironzola per il cimitero con dei fiori in mano cercando il proprio loculo. La melodia è molto leggera come fosse un invito a chi la ascolta a non preoccuparsi di cosa accadrà nell’altro mondo, perché come dice Cristicchi “si sta meglio nell’altro mondo“. Il cantante immagina di rincontrare il nonno, di passeggiare con Chaplin e addirittura di giocare a briscola con Pertini. Nonostante la leggerezza della canzone alla fine il cantautore vuol mandare un messaggio importante: di sfruttare la propria vita al meglio perché non si può avere un’altra possibilità ma solo rimpianti.

La macabra primogenita della famiglia Addams

Scena tratta dal film "la famiglia Addams"
-Mercoledì attraversa quel particolare periodo in cui le ragazze hanno un pensiero fisso. -I maschietti? -L’omicidio.

Questa è una delle scene più iconiche del personaggio di Mercoledì Addams: primogenita della famiglia Addams. Chiunque conosca la famiglia Addams sa che è una famiglia anticonvenzionale, che si oppone ai canoni della borghesia americana del secolo passato. Nonostante la loro fama derivi in gran parte dalle pellicole cinematografiche, il loro primo debutto avviene negli anni trenta quando vengono pubblicate le vignette umoristiche di Charles Addams nel settimanale del The New Yorker. La famiglia Addams è una famiglia cordiale e molto generosa, quasi filantropa, ma coltiva degli interessi macabri, surreali che portano gli altri ad allontanarsi. Mercoledì nel film veste i panni della primogenita ed è una bambina con un pensiero fisso: la morte. Possiede una bambola decapitata: Maria Antonietta, che ricorda la regina Maria Antonietta d’Asburgo, si addormenta con le braccia incrociate come le mummie egizie e si diverte ad orchestrare giochi mortali per il fratello. Mercoledì ha uno stile di vita gotico, indossa vestiti scuri ed ha la passione per le ghigliottine ed il cianuro. Inoltre il viso pallido e le trecce incrementano il suo mood macabro. Menziona spesso, anche indirettamente, l’omicidio e soprattutto la morte. Essendo Addams appassionato di black humour non stupisce la ricorrenza di questo avvenimento che seppur spaventa il genere umano non se ne ha una conoscenza esatta.

La morte come possibilità d’essere dell’uomo

Martin Heidegger è un fenomenologo che ha rivoluzionato il modo di analizzare l’essere. Innanzitutto il problema dell’essere può essere posto solo dall’ente che può cercare l’essere e ricercare il senso dell’essere; ovvero l’esserci. L’esserci è pertanto quell’ente-uomo che ha come modo d’essere l’esistenza e quindi la comprensione dell’essere. Heidegger dirà poi che l’esserci ha due possibilità di esistenza: l’esistenza autentica e quella inautentica. L’esistenza inautentica si verifica a partire dalla comprensione del mondo e del rapporto con gli altri, mentre la possibilità di autenticità risiede nella morte.

L’esserci grazie all’angoscia, definita dal filosofo di Messkirch tonalità emotiva, viene messo di fronte alla “possibile impossibilità della propria esistenza”, ovvero il nulla, la morte. L’angoscia esclude gli enti, depotenzia il mondo e pone l’esserci innanzi al nulla. Heidegger non vede la morte come le fine dell’uomo, ma come la possibilità più propria dell’esserci. La morte concerne l’uomo stesso, individualmente, senza che interagisca con gli altri enti, di conseguenza è una possibilità incondizionata ed insormontabile.

Barbara Butucea

 

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