Il disturbo da lutto persistente e complicato raccontato in una “Napoli velata”

Il lutto può diventare un disturbo patologico? Il mondo della psichiatria e psicologia, dopo mille diatribe, ha deciso di inserire nel DSM-5  il disturbo da lutto persistente e complicato.

 

Il disturbo da lutto persistente e complicato raccontato in una "Napoli velata"

Quanto ci sconvolge un lutto improvviso. La perdita di una persona amata, cara, soprattutto se avvenuta all’improvviso ci lascia atterriti. Non esiste spiegazione che possa reggere, che possa aiutarci a comprendere il perché di una cosa così tragica. Un trauma, non nell’accezione fisica, piuttosto psicologica e psichiatrica che può trasformarsi da momentaneo a qualcosa di più duraturo e quindi diventare patologico. Il lutto può essere a tutti gli effetti un fattore scatenante di disturbo della mente. Piuttosto recentemente, con l’uscita della Quinta edizione del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) dopo accesi dibattiti, si è presa la decisione di associare la perdita alla depressione come fosse un continuum. Uno stato confusionario in cui si passa dalla normale reazione fisiologica conseguente alla morte del caro a qualcosa di più profondo, a distanza di molti mesi. Quasi come se non si riuscisse a concepire una vita o a fare programmi con quell’assenza. Ma effettivamente quando possiamo parlare di patologia?

 

Il disturbo da lutto persistente e complicato raccontato in una "Napoli velata"

Anedonia

Si parla di anedonia quando si è incapaci di provare piacere e soddisfazione per qualsiasi attività si svolga, dalle più banali quali mangiare, dormire, a qualsiasi tipo di contatto sociale o di esperienza intima. È uno dei sintomi maggiormente citati nei manuali. È fra i più indicativi dei disturbi d’umore, depressione, ma è anche un sintomo accessorio di patologie come schizofrenia e alcuni disturbi della personalità. Se dopo dieci giorni, un paio di settimane, il dolore non è per calato per nulla, la quota anedonica persiste, allora si può iniziare a parlare di stato patologico. Le emozioni negative prendono il sopravvento e il normale funzionamento della persona è compromesso. Così si può arrivare ad avere ricordi e pensieri intrusivi, episodi di dissociazione più compatibili con il disturbo da stress post traumatico o ansia, tristezza, disperazione compatibile con il disturbo depressivo. Nel DSM V si è quindi giunti alla conclusione di inserire il Disturbo da lutto persistente e complicato, identificandolo con manifestazioni di rabbia, tristezza, paura, colpa, pensieri negativi e ruminazioni dovute alla causa della morte dodici mesi dopo l’accaduto. In casi estremamente patologici e traumatici si può  immaginare di parlare con la persona perduta. E quando addirittura si crede di vedere l’amato si parla ancora di semplice disturbo da lutto?

 

Napoli velata

È ciò che succede ad Adriana, medico legale di Napoli e interpretata da un’ottima Giovanna Mezzogiorno. In una città fotografata magistralmente da Ferzan Özpetek e dalla sua troupe, si svolge quello che sembra un thriller. Dopo una notte di ardente passione fra Adriana e il giovane Andrea e dopo aver concordato un appuntamento per il giorno seguente, l’uomo non si presenta. Solo qualche giorno dopo, la dottoressa scoprirà che il corpo sul tavolo dell’obitorio appartiene proprio all’amante. Inizia ad indagare, sempre più coinvolta in questo intricato labirinto fra opere d’arte, mercato nero e brutale assassinio. Crede anche che qualcuno le sia entrato in casa, in cerca di qualche tesoro nascosto dal bell’Andrea. Una sera, sentendosi osservata, s’imbatte in Luca, fratello gemello, totalmente identico al ragazzo morto. Il rapporto tra i due evolverà, diventando sempre più morboso e mostrando un atteggiamento ossessivo e violentemente possessivo. Più interessato a mostrare ciò che accade alla mente della dottoressa e a svelare la bellezza ma anche la tragicità di Napoli, risolvere l’omicidio non è proprio lo scopo del film. E così alla fine della pellicola ci rimane solo una grande domanda: Luca è realmente esistito o era tutto una proiezione di Adriana, una personificazione del suo passato?

Sonia Felice

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