Il blaster di Star Wars non è più fantascienza: alla base c’è il funzionamento di un laser

Addentrandosi nel mondo nerd, ancora una volta veniamo sorpresi quando un oggetto fantascientifico che abbiamo sognato da piccoli, in questo caso un fucile laser di cui abbiamo imitato suoni e movenze, diventa reale.

E-11 Blaster Rifle

La BlasTech Industries è l’azienda leader produttrice di equipaggiamenti nell’universo di Star Wars, capace di rifornire le truppe della Repubblica con diversi tipi di prodotti. Uno tra questi, forse il più famoso è il Blaster modello E-11. Questo modello che troviamo già nel primo film di Star Wars in ordine di uscita, nel 1977, viene imbracciato dagli stormtrooper, ed è capace di sparare raggi laser letali. Esteticamente esso somiglia molto ad una ‘Sterling submachine gun’. Oltre a questo modello però, esiste anche quella imbracciata da Han Solo che è invece ispirata ad una ‘7.63-caliber Mauser C96’. In sostanza, quelle viste nei film di questo famoso universo, erano repliche estetiche trasformate in futuristiche armi laser, con annessi suoni dei loro ‘proiettili’.

Stormtrooper con blaster (www.starwars.fandom.com)

Il blaster cinese diventa realtà

Il suo vero nome è ZKZM-500 relaizzato dalla ZKZM Laser, questo è quanto ha dichiarato la Cina secondo alcune fonti come ‘South China Morning Post‘, ma anche ‘The Telegraph‘.
La creazione di questo fucile è realtà. Per il governo cinese questa è un arma classificata come non letale, tuttavia analizzando le caratteristiche dello stesso, non si direbbe. La ZKZM Laser ha dichiarato già alcuni mesi fa, che la produzione su larga scala sarebbe pronta e i loro prodotti verranno assegnati solo a reparti dell’antiterrorismo cinese. La motivazione sarebbe che nonostante siano classificate come non letali, le loro caratteristiche lasciano un po’ perplessi. Infatti questo modello ha un raggio d’azione di ben 800 metri. Spara un raggio laser invisibile ad occhio nudo e con una potenza tale da attraversare anche dei vetri e diversi materiali. La sua potenza è tale da essere effettivamente non letale come dichiarato, ma se un soggetto umano venisse colpito ripetutamente, l’effetto sarebbe quello di venire tagliati letteralmente come fosse una lama.

Design esteriore di un modello di ZKZM-500 (www.scmp.com).

Lo ZKZM è alimentato da delle comuni batterie al litio, ricaricabili, e secondo le stesse fonti sarebbe in grado di sparare circa 1000 ‘proiettili laser’ ciascuno di una durata massima di 2 secondi. Insomma.. ‘non letale’, ma altamente pericolosa, sebbene ad oggi la questione sembrerebbe più che aperta.

Il principio di funzionamento dei laser

Che si tratti di fantascienza o di realtà, in entrambi i casi ci si trova faccia a faccia con la scienza, poiché alla base c’è il funzionamento dei laser. La parola laser deriva da un acronimo che sta per Light Amplification by Stimulation Emission of Radiation. In altri termini questo basta per comprendere che è un dispositivo che emette radiazione luminosa attraverso emissione stimolata. Quest’ultimo è un fenomeno che viene dalla meccanica quantistica e secondo il quale una radiazione elettromagnetica che incide su un sistema eccitato, ne provochi la diseccitazione. Consideriamo un sistema costituito da un atomo in uno stato eccitato, vale a dire che gli elettroni sono in uno stato che ha energia maggiore dello stato fondamentale a minima energia. Una radiazione che incide sul sistema diseccita quest’ultimo con una conseguente emissione di radiazione. La probabilità che venga emessa radiazione è pari al 100% nel caso in cui la radiazione incidente ha un’energia pari alla differenza di energia tra i livelli eccitato e non, dell’elettrone in questione. In questo caso la radiazione emessa avrà la stessa frequenza della radiazione incidente e stessa direzione.

Sistema di lenti e specchi che rifletto un fascio laser (www.labteon.com).

Un laser è composto sostanzialmente da pochi costituenti: innanzitutto è necessario scegliere il materiale da utilizzare e questo determina la frequenza, nonchè il colore della radiazione emessa. Successivamente è necessario che un sistema fornisca energia al materiale utilizzato e questo serve affinchè ci sia emissione di radiazione. Infatti grazie all’analisi di Einstein sull’interazione radiazione-materia, c’è una probabilità che avvenga l’emissione stimolata, legata alla percentuale di atomi che sono in uno stato eccitato. La radiazione emessa dal materiale viene raccolta in una cavità di risonanza con all’interno specchi semiriflettenti e specchi totalmente riflettenti, i quali fanno ‘rimbalzare’ la radiazione finché non viene emessa. Questo conferisce alla luce del laser la monocromaticità e l’aspetto collimato.
I principi fisici che hanno fatto divertire e appassionare migliaia di persone alle battaglie futuristiche nello spazio risiedono in questi oggetti, frutto di molta fisica e un po’ di ingegno.

Fedele Delvecchio

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