Allen e Dostoevskij : la nostra vita tra fortuna e responsabilità

Che senso ha la nostra vita? Tutto è guidato dal caso e dalla fortuna o contano anche le nostre responsabilità morali? Quante volte tutti noi ci siamo posti queste domande…

Lo stesso Allen nel corso del film cita l’autore russo , sia perché ne è profondamente attratto , sia perché riprodurrà una scena chiave del romanzo. La scena in questione è ovviamente quella del delitto , che i due protagonisti commetteranno per motivi differenti e , allo stesso modo , percorreranno strade separate per affrontare le conseguenze del loro gesto .

Delitto e Castigo -Raskolnikov

Il segreto dell’esistenza umana non sta soltanto nel vivere , ma nel sapere perché si vive.

Il personaggio centrale del romanzo russo è Raskolnikov , uno studente di legge che a causa di problemi economici ha dovuto interrompere gli studi .Egli possiede una spiccata personalità , la quale lo induce a formulare delle teorie piuttosto spinte . Il nostro protagonista si sente superiore a quasi tutti gli uomini o donne che lo circondano , ed è talmente convinto di tutto ciò che arriva a progettare l’omicidio di Alëna, una vecchia usuraia alla quale doveva un’ingente somma di denaro . Questa vecchia , come la chiama lui , non merita di vivere perché basa la sua vita esclusivamente sul danaro , a danno dei poveri uomini o donne che le capitano tra le mani . La povertà e la particolare personalità lo porteranno a rifondare il suo concetto di moralità , fino ad intravedere nell’omicidio dell’usuraia il riscatto della propria vita . Ed infatti è proprio ciò che farà , uccidendo anche la sorella di Alëna che si trovava li per errore , segnando per sempre il suo destino. Ecco il Delitto. Giorno dopo giorno Raskolnikov perde il controllo delle proprie emozioni , ciò che proprio non aveva calcolato , ovvero il rimorso , torna continuamente a bussare alla porta della sua coscienza . Egli toccherà con mano la pazzia , finchè non arriverà Sonja che con la forza dell’amore e del perdono divino convincerà il protagonista a costituirsi e scontare la sua pena , ovvero l’esilio in un campo di lavoro in Siberia. Ecco il Castigo.

Match point -Chris

Chi disse “preferisco avere fortuna che talento”, percepì l’essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte, in una partita, la palla colpisce il nastro e, per un attimo, può andare oltre, o tornare indietro. Con un po’ di fortuna, va oltre. E allora si vince. Oppure no, e allora si perde.

Chris Wilton è un giovane irlandese molto ambizioso: proveniente da una famiglia umile, essendosi ritirato dal tennis professionista per un infortunio, decide di tentare la sorte come abile arrampicatore sociale. Lo fa fidanzandosi e sposandosi con la ricca inglese Chloe, conosciuta tramite Tom Hewett, fratello di lei , cui Chris faceva da maestro di tennis. Tutto sembra andare per il verso giusto, perché Chris sta scalando la società del suocero, anche se non riesce a mettere incinta la moglie, desiderosa di avere un figlio. L’unico vero pericolo è costituito da Nola , sensuale aspirante attrice che è stata fidanzata di Tom e con cui Chris intreccia una relazione, che fila liscia finché la ragazza non rimane incinta e non chiede categoricamente all’amante di lasciare la moglie. A questo punto Chris è spalle al muro e deciderà , come Raskolnikov , che l’omicidio sia la via più giusta (Ecco ancora il Delitto). A differenza del personaggio russo Chris riesce però a farla franca , in quanto verrà catturato e dichiarato colpevole un altro uomo al suo posto . Ed ecco la mancanza del castigo , per pura fortuna .

 

Visioni a confronto

Fedor Dostoevskij e Woody Allen

Entrambi gli artisti obbligato il lettore a calarsi nei personaggi , a porsi le stesse ed identiche domande esistenziali . Dio esiste?  Esiste anche la legge morale?  Ed il caso invece?  Ci ritroviamo quindi nella mente degli stessi autori , che naufragano in questo mare di dubbi , costringendo il pubblico (se attento nella visione o lettura ) a mettere in discussione se stesso , i propri valori ed i propri principi . Dopo aver visionato entrambe le opere , possiamo ben distinguere i rispettivi  punti di vista. Per Dostoevskij ognuno di noi è responsabile dei propri atti , non si può sfuggire a quella “malattia” che è la coscienza e Raskolnikov ne è la prova . Allen attua invece un capovolgimento rispetto al pensiero dello scrittore russo , infatti per lui nella vita è meglio essere fortunati che bravi , è il caso che regola tutto ! Per quanto mi riguarda sono terribilmente attratto dalla visione del regista statunitense , perché semplificherebbe il nostro lavoro , ovvero alleggerirebbe i pesi della nostra coscienza . Questo perché se tutto fosse regolato dalla fortuna , noi dovremmo limitarci ad essere trasportati , a fluire con essa . Tutto ciò però non basta , difatti per me la visione di Dostoevskij rispecchia di più la realtà. L’ uomo non può annullare la legge morale , ogni nostra scelta ha un peso che influisce sul futuro. Per quanto possa attrarre la visone fatalista di Allen , non potremo mai fare finta di niente. Non a caso il film si conclude con Chris che guarda fuori dalla finestra , combattuto e lacerato interiormente dal rimorso con cui dovrà misurarsi per il resto della vita . Le due visioni , in conclusione , non sono altro che due facce della stessa medaglia.

 

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