“La lingua si muove come una corrente: normalmente il suo flusso sordo non si avverte, perché ci siamo dentro, ma quando torna qualche emigrato si può misurare la distanza dal punto dove è uscito a riva.” (Tullio De Mauro)
L’italiano si colloca al 21° posto nella classifica stabilita per numero di parlanti madrelingua. Utilizzato principalmente in Italia è, in realtà, una delle lingue ufficiali di San Marino, della Città del Vaticano, del Sovrano Militare ordine di Malta, della Svizzera e dell’Unione Europea. Nella storia dell’italiano, una delle lingue più importanti al mondo per ragioni culturali, sono enumerabili numerosi apporti con lingue extra-nazionali. Sai che parole o accezioni che usiamo quotidianamente, erroneamente considerate indigene, in verità provengono da molto lontano? Quanto pensi di sapere dell’italiano?
1.Dogma di base
L’italiano, come francese, spagnolo, portoghese, provenzale, sardo, romeno, catalano e gallego è una lingua romanza o neolatina, ossia è una delle varietà parlate all’interno della Romània. Come saprai queste lingue derivano dal latino, ma non dal latino classico, utilizzato da prosatori e poeti nel periodo aureo, tra la fine della Repubblica romana e il principato augusteo, bensì dal latino volgare, utilizzato da tutte le classi sociali. È possibile giustificare la definizione di “latino volgare” in quanto si allude alla preminenza decisiva del fattore sociale, difatti le innovazioni si generalizzarono per mezzo delle masse. Ecco un esempio: il termine bello proviene da bellus, nel latino classico invece si adoperava la voce pulcher.
2.Una sconcertante verità: il calco morfologico
Per la formazione di alcune parole, l’italiano utilizza il calco, un tipo di prestito che può interessare la forma o il significato. Dalla combinazione di elementi non consueti nella nostra lingua ecco attuarsi il processo del calco morfologico/strutturale che con grande destrezza permette a un nuovo termine di nascondersi nel nostro serbatoio linguistico. Bistecca: l’abbiamo sempre vista accanto a espressioni italianissime come “alla fiorentina”, “all’italiana”, ma il termine è stato adattato sul modello dell’inglese beef-steak, che significa costola di bue. Ma non dimentichiamo che è attraverso questo procedimento, che la nostra comunità oggi usa con estrema naturalezza il comunissimo grattacielo, dall’inglese skyscraper ossia sky ‘cielo’ e scraper ‘che gratta’. Prima della coniazione di questo vocabolo, non vi erano modi per indicare edificazioni vivibili a forma di torre.
3.Sorprendente realtà: il calco semantico
Alcune parole già esistenti in italiano possono, a contatto con altre lingue, assumere nuovi significati. È questo il caso di realizzare nell’accezione di ‘rendersi conto’ dall’inglese to realise, un prestito semantico detto “ononimico” per la somiglianza fonica, così come nel caso di autorizzare ‘permettere’ dal francese autoriser. Rispetto agli altri tipi d’interferenza, i calchi semantici si stabilizzano in modo più rapido e profondo, ma sono meno vistosi. Tendenzialmente sono favoriti dall’analogia formale fra le voci delle due lingue, ma questa può anche non esserci, per esempio sul modello dell’inglese doll si ha l’utilizzo di bambola nell’accezione di ragazza provocante.
4.Dal particolare al generale
Possiamo definire prestito ogni termine entrato nell’italiano attraverso il contatto con lingue straniere. Tuttavia come possiamo distinguere i prestiti? Dopo aver parlato di calco strutturale e semantico, si possono utilizzare le definizioni –prestito di lusso: per indicare un termine tendenzialmente superfluo, in quanto la lingua adotta la voce esotica ma possiede già delle alternative lessicali al forestierismo, si pensi a babysitter che sentito di maggior prestigio sostituisce l’ormai sconosciuto bambinaia, o a weekend che ha sormontato il classico fine settimana; –prestiti di necessità, termini che vengono introdotti per indicare nuovi referenti: come caffè dal turco kahve o patata dallo spagnolo. Infine il prestito può essere adattato nel nostro sistema fonico e morfologico come ingaggiare dal francese engager o non adattato, quindi accolto nella forma originaria, come bar, computer e simili.
5.Passiamo alle fusioni
Sebbene il greco sia considerabile un ramo indipendente della famiglia indoeuropea e non sia possibile inserire il tedesco tra le lingue romanze, in quanto appartenente al ramo occidentale delle lingue germaniche, è proprio dalla combinazione di queste due lingue che otteniamo il prestito autarkie, entrato come autarchia già nel 1917, divenuto poi insegna e parola chiave della relativa politica economica del fascismo con divertente deviazione inconsapevole dai programmi puristici del regime. Si parla invece di anglo latinismi nel caso di symposium o status quo, espressione di coniazione moderna, attestata per la prima volta in inglese nel 1719, in italiano solo nel 1840, spesso presente in ambito letterario e soprattutto con valore ironico nel settore burocratico e politico.