Nel corso dei secoli i filosofi hanno lottato contro i dogmatismi e le tradizioni radicate, cercando di portare costantemente avanti il pensiero e la riflessione. Questo processo tristemente non è sempre potuto proseguire senza scontri e conflitti, infatti sono numerosi i pensatori che hanno riscontrato difficoltà nel pubblicare le proprie opere.
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Il 1600 è stato il secolo più prolifero in ambito di scomuniche, condanne e processi da parte delle istituzioni religiose: tra i personaggi più importanti della storia della filosofia che si sono imbattuti in queste battaglie troviamo primo tra tutti Giordano Bruno, bruciato vivo nel 1600, Galileo Galilei costretto ad abiurare nel 1633 e Baruch Spinoza, scomunicato dalla comunità ebraica nel 1656.
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Giordano Bruno
Già da giovane dimostrò grande ingegno e qualità eccezionali di memoria, a 18 anni iniziò ad avere i primi dubbi sulle verità apostoliche della religione cristiana che provocarono degli scontri con l’ambiente ecclesiastico. Dieci anni dopo Bruno fu costretto a lasciare Napoli, passando i 20 anni successivi cambiando spesso residenza tra Svizzera, Francia, Inghilterra e Germania. Durante questi anni insegnò in molte università importanti, tra cui Oxford, e sviluppò la sua filosofia o “religione della natura”, sostenendo tesi allora considerate “magiche” come l’infinità dell’universo. Allontanandosi dalla visione aristotelico-tolemaica, Bruno segnò un importante punto d’incontro con la rivoluzione astronomica moderna.
Intorno al 1590 venne accolto da Giovanni Mocenigo, patrizio veneziano che dopo poco denunciò il filosofo, facendolo arrestare dall’Inquisizione di Venezia. Bruno si sottomise; nonostante tutto riconosceva alla Chiesa una certa legittimità come guida della vita pratica, soprattutto per coloro che non si sono mai avvicinati alla filosofia. Nel 1593 venne trasferito all’Inquisizione di Roma. Rimase in prigione sette anni, rifiutando costantemente di ritrattare le sue affermazioni, finché il 17 febbraio 1600 venne bruciato vivo in Campo dei Fiori a Roma, rifiutando i conforti religiosi e il crocefisso. Secondo i racconti dei presenti, al termine della lettura della sentenza Bruno avrebbe affermato:
“Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell’ascoltarla”
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Galileo Galilei
Conosciuto dal mondo intero come l’inventore del cannocchiale, in verità il suo compito fu solo quello di migliorare un prodotto creato da vetrai olandesi e portato in Italia da Paolo Sarpi. A Galileo comunque si devono attribuire gli studi che ne sono derivati, pubblicati nel “Sidereus Nuncius” nel 1610. Proprio quelle scoperte furono l’origine dei suoi problemi con le istituzioni ecclesiastiche: le idee che affermava, in accordo con gli studi pubblicati da Copernico nel “De Rivolutionibus Orbium Coelestium” (1543), nel 1616 gli provocarono un’ammonizione. Le opere di Copernico, che fino ad allora non erano state ritenute pericolose perché nessuno le aveva prese sul serio, considerando la teoria eliocentrica un semplice cambio di prospettiva geometrica, vennero messe all’indice solo pochi giorni dopo il richiamo a Galileo.
Galileo non si diede per vinto e continuò i suoi studi, pubblicando “Il Saggiatore” (1623) e il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, il tolemaico e il copernicano” (1632). Quest’ultima pubblicazione fu troppo per la Chiesa, infatti pochi mesi dopo Galileo fu chiamato dal papa ad affrontare il tribunale del Santo Uffizio di Roma. Il processo per eresia finì solo l’anno successivo e Galileo, ormai settantenne, abiurò. Questa scelta gli salvò la vita, ma fu costretto a passare gli ultimi anni della sua esistenza confinato nella sua villa di Arcetri dove continuò i suoi studi finché la salute glielo permise.
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Baruch Spinoza
Non sono chiare le motivazioni per cui il filosofo olandese nel 1656 venne scomunicato dalla congregazione ebraica di Amsterdam: gli studiosi si scindono tra chi suppone che il motivo fosse il suo non credere all’immortalità dell’anima, e chi il suo identificare Dio con la natura (da cui il famoso “Deus sive Natura“). È difficile risolvere la questione, poiché all’epoca Spinoza non aveva ancora pubblicato nessun trattato, e non era abitudine bandire un membro della congregazione per eresia a meno che le sue idee non venissero pubblicate.
Nella tradizione ebraica la scomunica viene chiamata “cherem” ed è una misura punitiva usata per i membri ribelli, è un vero e proprio anatema: un ebreo colpito da cherem veniva tagliato fuori dai rituali della comunità (punizione severissima considerando che nella maggior parte delle città gli ebrei venivano segregati e spinti a non mescolarsi con gli altri abitanti) e a seconda della gravità dell’eresia la pena poteva estendersi anche ai familiari.
Nella congregazione sefardita di Amsterdam era abituale fare uso del cherem per mantenere l’ordine all’interno della comunità, percui quello di Spinoza non fu un caso unico nel suo genere, ma atipico fu che la sua scomunica non sia mai stata revocata: nella maggior parte dei casi l’eretico era solito pentirsi e, con una cerimonia molto dolorosa in cui dopo essere stato frustato doveva essere calpestato da tutti i membri della congregazione all’uscita dalla sinagoga, veniva perdonato e riammesso nella vita di comunità.
Spinoza poco tempo dopo lasciò Amsterdam per vivere una vita ritirata e concentrarsi sullo studio e la scrittura e non si preoccupò mai della sua scomunica, la quale recitava:
Su decreto degli angeli e su ordine dei santi, noi scomunichiamo, espelliamo, malediciamo e danniamo Baruch de Espinoza, con il consenso di Dio, sia Egli lodato, e con il consenso dell’intera santa congregazione, e di fronte a questi rotoli che recano scritti al loro interno i 613 precetti; maledicendolo con la scomunica con la quale Joshua misa al bando Gerico e con la maledizione con cui Elisha maledisse i fanciulli e con tutti i castighi che sono scritti nel Libro della Legge. Che egli sia maledetto di giorno e maledetto di notte, maledetto quando si sdraia e maledetto quando si alza, maledetto quando esce e maledetto quando rientra. Il Signore non lo risparmierà: al contrario la collera del Signore e la sua gelosia si abbatteranno su quest’uomo, e tutte le maledizioni scritte in questo libro penderanno su di lui, e il Signore cancellerà il suo nome da sotto il cielo. Il Signore lo allontanerà con tutto il male della tribù di Israele, in obbedienza a tutte le maledizioni scritte in questo libro della legge. Voi invece, voi che siete fedeli al Signore vostro Dio, ciascuno di voi è vivo quest’oggi.