Wilde maus: il film austriaco del 2017 che propone intelligentemente tematiche come la difficoltà nel superare fallimenti e lo straniamento dal quotidiano di alcune professioni intellettuali, avvicinandosi alle modalità ariostesche.
E’ uscito nel 2017, Wilde Mouse, una ventata di freschezza nel cinema europeo. Il film, di produzione austriaca, ancora non ha ricevuto la notorietà e il seguito che meriterebbe per la qualità della pellicola. E’ stato proiettato in anteprima italiana esclusiva alla XVI edizione del Porretta Cinema Festival (manifestazione nata nel 2002 che da allora propone numerosi eventi, portando nella cittadina termale registi internazionali e altri esponenti della settima arte).
La proiezione racconta la storia di Georg (interpretato da Josef Hader, che svolge contemporaneamente il ruolo di regista, sceneggiatore e protagonista del film) affermato critico di musica classica per un importante quotidiano austriaco, che viene improvvisamente licenziato dal giornale per mancanza di fondi. Non riesce a confessare alla moglie l’accaduto e si ritrova a vagabondare per la città meditando su come pianificare un piano di vendetta nei confronti del suo capo. Una sorte avversa lo farà fallire nel suo intento, la moglie scoprirà la verità e a Georg non rimarrà altro che una grottesca ritirata sui monti.
Il film affronta intelligentemente tematiche come la difficoltà connessa al superare un fallimento e lo straniamento dal quotidiano di alcune professioni intellettuali: Georg viveva quasi esclusivamente per il lavoro, dopo averlo perso esperto di qualcosa che al di fuori del suo quotidiano non interessa molto, non riuscirà più a raddrizzare la sua vita.
L’opera di Hader è stata classificata come una commedia, che dietro alle ben riuscite scene comiche affronta temi sottili come l’impotenza nel superare un fallimento e la difficoltà nel comunicare. In realtà se consideriamo la definizione di commedia e tragedia antica, la storia rientra pienamente nella seconda. La situazione di calma familiare e lavorativa rappresenta la situazione di equilibrio da cui parte la tragedia, il licenziamento corrisponde al movente che mette in moto la vicenda, e la disperata quanto goffa fuga sui monti è identificabile con il tragico epilogo.
La rottura della sua tranquilla situazione di medio-borghese, manda a pezzi tutto e gli fa perdere ogni segno del suo status. Inizia così la sua odissea: dopo anni passati a svolgere una professione intellettuale, sembra lasciare da parte l’intelletto abbandonandosi ai piaceri sensoriali, vivendo d’istinto. Il titolo ”topo selvaggio” (che si riferisce al nome delle montagne russe del parco giochi dove inizia a lavorare in seguito al licenziamento) rispecchia perfettamente il modo in cui agisce il protagonista. Georg non è onesto con la moglie, ma non lo è nemmeno con se stesso; lo stesso vale per il socio delle montagne russe che non parla con la sua ragazza. Ogni personaggio in Wilde Mouse non riesce ad essere felice perché non gli è chiaro cosa potrebbe renderlo tale.

Le correlazioni tra il film e il poema ariostesco sono numerose. Il processo a cui Georg va incontro è una degenerazione simile a quella dei cavalieri nel Furioso. Un critico di musica classica dovrebbe essere un personaggio di un certo calibro, ma viene ridicolizzato con un’ironia ariostesca. A un certo punto del film Georg decide di togliersi la vita, vuole morire congelato, così si spoglia in mezzo alla neve con una bottiglia di whisky. Nella scena non è presente il pathos che una situazione del genere dovrebbe comportare, Georg viene avvistato da due spazzaneve che gli vengono incontro per aiutarlo e lui si da a un’esilarante fuga, che ricorda quella del cavaliere rimasto senza cavallo.
Possiamo fare un’altra similitudine con il tema della ricerca. I personaggi di Ariosto sono tutti animati dal raggiungere l’oggetto desiderato. Ma il desiderio è vano gli oggetti ricercati deludono sempre le attese e appaiono irraggiungibili, l’inchiesta risulta sempre fallimentare e inconcludente. Ad animare Georg è la ricerca della vendetta, come i personaggi ariosteschi si lascia distrarre da ciò che incontra, ad esempio la donna slava delle montagne russe di cui è socio, allontanandosi dal suo obbiettivo. Il desiderio di vendetta arriverà a ossessionarlo e a fargli perdere la ragione, allo stesso modo in cui Orlando perse il senno per Angelica. Ma quando si giunge quasi ad essere schiavi delle proprie aspirazioni non è più possibile raggiungerle, perché paradossalmente un desiderio così forte e insaziabile ci allontana dalla realizzazione del fine.

Nel poema ariostesco il motivo dell’inchiesta si conclude in un movimento circolare, che ritorna sempre su se steso, le storie dei vari personaggi si intersecano continuamente. Lo stesso accade in Wilde Maus dove eventi e personaggi ritornano, si inacastrano e combaciano tutti. Quello che fa Joseph Hader; è simile a ciò che fa Ariosto: mostra i personaggi secondo il loro lato più umano: sono fragili, incoerenti, egoisti, sofferenti, vendicativi, impacciati, ma soprattutto veri.
-pincorno