Per tutti gli amanti dei gatti ecco cinque racconti in cui il protagonista non è altro che un gatto.
Fin dall’antico Egitto il gatto era ritenuto un essere sacro alla dea Iside e al dio Osiride, infatti lo stesso popolo egiziano venerava la divinità Bastet, ovvero una divinità con il corpo di una donna ma la testa di un gatto, simbolo di vita e di fecondità. Da allora il gatto ha sempre regnato nel mondo umano come un protagonista indiscusso tale da dar vita nei secoli a una letteratura gattesca. Ecco dunque cinque libri il cui protagonista è un gatto.
1. “LA STORIA DI UNA GABBIANELLA E DI UN GATTO CHE LE INSEGNò A VOLARE”
Tra i grandi classici della letteratura contemporanea – letto da tutte le fasce d’età – abbiamo la storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare di Sepùlveda. Pubblicato nel 1996, la storia narra le vicende di un gatto nero di Amburgo, Zorba, che si imbatte in una gabbianella in fin di vita, Kengah.
Prima che Kengah muoia affida a Zorba il suo uovo deposto ma con tre promesse: non avrebbe mai mangiato l’uovo, di prendersene cura e di insegnare a volare al futuro nascituro. Una volta nata la gabbianella e aver rispettato due delle tre promesse fatte, il gatto nero deve mantenere in vita l’ultima promessa fatta: insegnarle a volare.
2. “IL GATTO E I TOPI”
Tra gli autori più antichi della letteratura fa capolino Esopo, scrittore del VI secolo a.C. di favole morali.
Esopo è anche considerato l’iniziatore del genere letterario delle favole.
La favola è un racconto breve che prevede come protagonista un animale personificato con lo scopo di esplicitare una morale.
Molte sono le favole oggi conosciute e lette, come la storia della volpe e dell’uva, al lupo al lupo, la cicala e la formica. Tra le tante favole si distingue una che ha come protagonista un gatto:
In una casa c’erano molti topi. E un gatto avendo saputo questo andò là e prendendo(li) uno alla volta (li) mangiava. E i topi, essendo catturati continuamente, si nascondevano nei buchi, e il gatto non potendo più raggiungerli comprese che era necessario richiamarli con un’astuzia. Perciò salito su un piolo e lasciandosi penzolare di lì fingeva il morto. Ma uno dei topi, sporgendosi, quando lo vide disse: ehi tu, ma a te certo, anche se tu diventassi un sacco, non mi avvicinerò.
Nella storia di Esopo il gatto incarna la pericolosità della vita, per questo esorta il suo pubblico (paragonato a dei topolini) di diffidare di chi si è mostrato pericoloso, perché potrebbe esserlo sempre.
3. “IL GATTO CON GLI STIVALI”
Non importa se tu conosca la storia del gatto con stivali perché hai letto Perrault o i Fratelli di Grimm, ma sappiamo entrambi che questa fiaba ti ha accompagnato per tutta la tua infanzia!
L’origine di questa fiaba è molto incerta, la prima versione risalirebbe a Giovanni Francesco Straparola intorno al 1550.
Indipendentemente dalle sue origini, la storia racconta le avventure di un gatto che utilizza l’astuzia e la furbizia per offrire il potere, la fortuna e la mano di una principessa al suo padrone povero e senza soldi.
La fiaba ha un messaggio specifico: insegna a non sottovalutare le apparenze, perché seppur un gatto possa sembrare carino e che riesca solamente a miagolare, in realtà si potrebbe celare un essere astuto e un amico fidato; inoltre la storia sottolinea l’importanza di impegnarsi per ottenere la fortuna che una persona desidera.
4. “IL MAESTRO E MARGHERITA”
Se nel Gatto con gli stivali, il felino può diventare il migliore amico dell’uomo, in Il Maestro e Margherita può trasformarsi nell’essere opposto.
Il terzo di quella compagnia era un gatto sbucato da chi sa dove, grosso come un maiale, nero come il carbone o come un corvo, con tremendi baffi da cavalleggero. Il terzetto avanzava verso il Patriaršij, e il gatto camminava sulle zampe posteriori.
Behemoth è un gatto grasso e nero, abbigliato in maniera confusionaria che sa parlare e camminare su due zampe, si comporta come un umano seppur mantiene le sue nefandezze da felino.
Per tutto il romanzo il gatto è l’elemento misterioso e demoniaco sotto mentite spoglie. Solamente alla fine della storia si scoprirà che Behemoth è in verità il diavolo.
5. PABLO NERUDA E “L’ODE AL GATTO”
Se sei un amante dei cani allora puoi benissimo concludere qui questo articolo gattesco, perché come ultima lettura ti Consiglio l’Ode al gatto, scritto da niente popò di meno di uno degli autori più importanti della letteratura contemporanea e gattaro di prima categoria: Pablo Neruda!
Eh si, ma non finisce qui, perché nell’ode Pablo Neruda decanta la maestosità di questo animale, ritenuto l’essere più completo e perfetto fra tutte le specie viventi. Per il famoso poeta spagnolo la perfezione ha un nome ed è proprio gatto.
Inoltre il gatto può essere visto come una metafora della donna, che agli occhi dell’uomo sembra sempre sapere cosa vuole e di cosa ha bisogno.
E tu fai parte del team cane o gatto? Attento però alla tua risposta, perché i gatti sono esseri molto vendicativi (si narra che riescano a maledirti fino alla tua settima generazione) nonostante siano oggi uno dei pet più coccolati da tutti.