Si hanno diverse concezioni di identità. Innanzitutto troviamo l’identità personale, ciò che esplica la nostra vera essenza. La concezione del sè è un altro tipo di identità che comprende la concezione che abbiamo di noi stessi. Con l’avvento di internet e dei social network è nata un altro tipo di identità, l’identità online. L’identità online è un’identità multiforme, complessa e macchinosa. Un’identità colma di dati, ricordi e informazioni.
Il tema dell’identità e l’adolescenza
Con l‘adolescenza l’identità comincia a plasmarsi e costruirsi. Questo è quanto teorizzato da Erikson. Gli adolescenti attraversano un periodo di stabilizzazione, in cui scoprono la loro profonda individualità. Si viene a percepire l’identità come qualcosa che comprende potenzialità, limiti e gusti personali. Tutto questo non avviene in maniera semplice: le fondamenta di un’identità stabile richiedono tempo e un processo lungo e intricato. Grazie alla comunicazione con gli altri e alle relazioni il tutto si semplifica considerevolmente.
La nuova identità virtuale
I social network e Internet fanno parte della nostra vita. Hanno creato nuove identità, le cosiddette identità online che di conseguenza influiscono sulla nostra percezione del sè e sulla nostra vera essenza. Le relazioni sono cambiate. Ora si preferisce relazionarsi online tramite app come Tinder. In rete gli adolescenti sperimentano molte identità, in uno spazio complesso in cui possono auto-osservarsi come vengono percepiti da altre persone. Un mondo che all’apparenza potrebbe sembrare fasullo. Molti moderni sostengono che gli adolescenti (ma anche gli adulti) sono intrappolati in una bolla virtuale che non permette di approcciarsi alla vita autenticamente, preferendo dare importanza a questioni frivole e banali. Attraverso la presentazione del sè online, essi partecipano alla vita sociale condividendo informazioni sul proprio conto, immagini, luoghi visitati ecc..
L’identità è mutata. Ora essa si sviluppa online. E tutto ciò avviene entro l’infosfera, concetto teorizzato da Luciano Floridi, noto filosofo italiano. L’infosfera, richiamando il concetto di biosfera, è quel posto che comprende tutti gli agenti informazionali, da Internet a nuove tecnologie. L’identità si sviluppa entro questo concetto, con l’aiuto di internet e dei social network. Il rischio è quello di minare pericolosamente l‘autostima. Siamo costantemente esposti a modelli di vita apparentemente perfetti e questo intacca la nostra identità. Siamo fragili dinanzi al grande potere della formazione dell’identità online ma non completamente inermi. Eppure, quella bolla virtuale sta risucchiando la personalità, facendoci credere che noi siamo il nostro profilo Facebook, il nostro profilo Instagram, il nostro profilo Twitter. Il riscontro negativo è che perdiamo la concezione della nostra vera essenza. Quell’essenza oscurata da una piattaforma online. Un’essenza ricca, profonda, complessa. Non siamo dei dati accumulati, non siamo un viaggio, una foto, un piatto di cibo. Siamo molto di più.