Si può parlare in maniera intelligente della stupidità? Ecco le cose più brillanti che sono state dette dai filosofi su questo tema.
Di tanto in tanto, tutti ci colpevolizziamo esclamando “Che cosa stupida!”, riferendoci chiaramente a ciò che abbiamo detto o fatto. La sensazione ci stia sempre sfuggendo qualcosa si annida nelle nostre vite, a tal punto che, reduci di questa sensazione di sconforto, talvolta semplicemente ci consoliamo col fatto che c’è sempre qualcuno più stupido di noi. Capri espiatori di questo puntarsi il dito a vicenda sono personaggi della cultura popolare, la cui stupidità è universalmente risaputa e riconosciuta. Ve lo ricordate Mr. Bean?
1. Non sei stupido, sei solo sociale
Eppure, della stupidità si può parlare in modo decisamente molto intelligente. Lo fanno, infatti, tantissimi filosofi, che hanno tentato di spiegare cosa essa sia. La maggior parte, seduti nel trono del loro Iperuranio, non si scomodano ad indagare cosa sia questa chimera, ma per alcuni questo è un argomento di primaria importanza. Infatti, tutti nel settore parlano di intelligenza e si reputano suoi paladini, ma perché non comprenderla meglio analizzando il suo opposto?Per alcuni, la stupidità è solo un fatto sociale. Non esiste un concetto di stupidità insito nella nostra natura, ma piuttosto essa sarebbe costruita dagli altri. Noi puntiamo il dito contro certe azioni ed esclamiamo che sono stupide. Così, quando le facciamo noi stessi, ci sentiamo un po’ stupidi anche noi! Questo tipo di argomentazioni ti rassicura che non sei stupido… Sei solo sociale! Se la società stigmatizza alcune azioni, non hai alcun motivo per sentirti inadeguato solo perché non raggiungi certi standard. Le aspettative sociali costruiscono la stupidità: chiunque non si conforma, è stupido. Chi vive come un pesce fuor d’acqua in qualsiasi comunità, non muore, ma viene certo etichettato.
2. Il paradosso della stupidità
Dalla stupidità non si può scappare: se sei stupido, sei stupido per sempre. Con ciò, si vuol dire che se ci convinciamo che qualcuno sia stupido, sarà davvero difficile farci cambiare idea. Eppure, pur insultando questa persona, noi sappiamo che essa non può fare nulla per cambiare la propria inadeguatezza. Ancora peggio, potrebbe essere talmente stupida da non capire nemmeno! Se supponiamo qualcuno sia stupido, possiamo anche concludere che non capisca cosa gli stiamo dicendo quando gli diamo dello stupido. Questo meccanismo è generalmente invocato come il paradosso della stupidità. Ancora più paradossale diventa la situazione se ci si chiede perché diamo a qualcuno dello stupido pur sapendo che questo è, per l’appunto, stupido. Insomma, si chiama in causa l’infantile tattica dello specchio riflesso: forse se non sei abbastanza intelligente da comprendere che non ha senso dare a qualcuno dello stupido, lo stupido sei proprio tu! La conseguenza del paradosso della stupidità è che il vero stupido è chi dà dello stupido all’altro. Il bue che dice cornuto all’asino!
3. Solo un numero
Ma parliamo un attimo di intelligenza, per provare che qualcosa ne sappiamo di stupidità. Come si misura l’intelligenza? Con i test del QI! Siamo abituati a pensare che questi test possano, attraverso un numero, comunicarci quanto intelligenti siamo. Per decretare se qualcuno è intelligente o stupido, poniamo la sua performance nel test su una scala numerica e lo compariamo a un presunto standard. Insomma, in questo sistema, la nostra stupidità è legata a un numero. Ma chi fa le regole qui? Chi stabilisce lo standard? Soprattutto, l’intelligenza è davvero legata alla nostra competenza nello svolgere precisi esercizi per cui si suppone noi non abbiamo alcuna conoscenza pregressa? In poche parole, quanto ne sappiamo dell’intelligenza? Se tutti i dati che abbiamo riguardo essa dipendono da precise pratiche e norme sociali decise a tavolino, siamo davvero sicuri di poter definire qualcuno stupido se non raggiunge la soglia di punteggio minima?
4. Uno stupido universo piccolo borghese
Talvolta, la stupidità è stata usata dai filosofi per analizzare e criticare una certa parte della società. Soprattutto nel periodo precedente alla prima guerra mondiale o in quello durante le due guerre, viveva nelle mente dei filosofi la concezione di un piccolo borghese inteso come stupido. Un universo fatto di stereotipi, di persone tutte uguali, di individui fusi gli uni con gli altri nella loro ignoranza del resto degli uomini. La stupidità è, in questo caso, intesa come una totale assenza di pensiero critico, come l’abilità dell’individuo di mescolarsi nella massa e sparire lì dentro, frastornato dalla frenetica circostante modernità. Insomma, in uno scenario in cui i tempi accelerano e tutto assume le stesse tonalità, il filosofo, dall’alto della sua saggezza, ritiene stupido quell’individuo che ogni mattina si sveglia, va tristemente a lavoro, guadagna del denaro e non pensa mai alla sua vita. Parliamo qui di quel soggetto che non si ferma mai a riflettere sul mondo con profondità e serietà, che fa trascorrere il tempo senza interrogarsi mai sul perché delle cose. A questa vita mondana, si associa, allora, una totale incapacità di pensare, che rende le persone stupide, seppure non lo siano per loro natura.
5. Stupida schiava!
Se sei uno stupido, meriti di essere sottomesso, perché hai evidentemente bisogno di una guida. La stupidità è utilizzata spesso per regolare i rapporti di forza per gestire le relazioni al fine di mettere a tacere la controparte. “Sei stupido!” si può tradurre facilmente con “non hai diritto di parola, la tua opinione e il tuo pensiero non contano assolutamente nulla”. Così, tra amaro paternalismo e brama di dominazione, il potente riduce lo stupido a suo servo. Eppure, lo stupido dà volontariamente l’impressione di aver poco sale in zucca, perché sa che i padroni detestano, odiano e puniscono chi dimostra loro quanto insignificanti siano. Può darsi il caso che gli schiavi siano più intelligenti dei padroni, ma non ha senso ribellarsi. Anzi, ribellarsi genera solo reazioni violente. Mostrarsi stupidi non vuol dire necessariamente esserlo. Basti pensare alla condizione delle donne, ritenute per secoli incapaci di pensare e oggi arrivate fin sulla Luna. Dietro ogni donna che si è sentita dire “Stupida schiava!”, anche per gioco, si nasconde una verità assoluta: meglio stare zitta e tacere piuttosto che farsele dare di santa ragione…E tu ti senti uno stupido? Hai una ragione intelligente per ritenerti tale? E sì, considerando che sei in grado di avere pensieri intelligenti, sei davvero uno stupido?