Thanos come i Romani che ci descrive Tacito: entrambi hanno un concetto di pace distruttiva

Per alcuni la pace e l’armonia si possono garantire solo con la guerra e la distruzione. In realtà queste ideologie pericolose sono solamente i riflessi di una sete di potere e dominio sconfinata.

Questo delirio di onnipotenza affligge Thanos, il potentissimo sterminatore fronteggiato dagli Avengers, e i Romani di cui scrive Tacito. Sia per il primo che per i secondi il loro intervento distruttivo e prepotente è indispensabile per garantire una fantomatica pace.

Thanos e il suo piano di distruzione per l’armonia universale

Il titano Thanos è il nemico contro il quale combatte la squadra dei vendicatori negli ultimi due film della saga Marvel “Avengers”: “Infinity war”, del 2018, ed “Endgame” del 2019. Questo è determinato a portare a termine il suo progetto spietato di annientamento, per il quale necessita di recuperare le 6 gemme dell’infinito. Una volta recuperate tutte e incastonate nel guanto dell’infinito gli è possibile, solamente schioccando le dita, eliminare metà dei viventi dell’universo in modo del tutto casuale. Per lui questo gesto è assolutamente essenziale per dare un ordine al cosmo. Nella sua contorta logica questa strage è un correttivo indispensabile al fine di assicurare l’equilibrata distribuzione delle risorse e la sopravvivenza della vita. Per quello in cui crede è disposto a qualsiasi sacrificio, a qualsiasi atto efferato e violento, persino ad uccidere la propria amata figlia adottiva Gamora.

Con le sei gemme, mi basterebbero solo schioccare le dita. Cesserebbero tutti di esistere. Io lo chiamo pietà. (…) Infine mi riposerò… e guarderò il sole sorgere su un universo grato. Le scelte più difficili richiedono la volontà più ferrea.

Tacito e l’ammirazione per le popolazioni conquistate dai romani

Publio Cornelio Tacito, nato intorno al 55-57 e morto prima del 120, è stato uno storico latino. Sono numerose ed importanti le opere da lui scritte fra le quali contiamo: la “Germania”, il “Dialogus de oratoribus”, le “Historiae”, gli “Annales” e “Agricola”. Quest’ultima anche detta “De vita et moribus Iulii Agricolae” è dedicata al defunto suocero, Giulio Agricola, uomo di posizione elevata al servizio dell’autocrate imperatore Domiziano. Si tratta di un elogio funebre, in cui nella narrazione della biografia del protagonista, l’autore si concentra sulle sue imprese in Britannia come tribuno militare. Qui pone particolare attenzione agli usi e costumi delle popolazioni locali, verso le quali nutre una recondita ammirazione in quanto dotate di integrità morale, ormai completamente persa dai Romani. Infatti nell’impero dilaga la corruzione e non vi è più traccia dei valori semplici dell’antico mos maiorum, che avevano reso grande Roma.

L’imperialismo romano non sembra così diverso dal piano malvagio di Thanos

Thanos si ritiene il destino ineluttabile, l’unico essere in grado di vedere quale sia il bene supremo e di compierlo. Il suo ragionamento non è così lontano da quello condotto dai dittatori responsabili dei più terribili e mostruosi eccidi nella realtà della storia. Riequilibrare l’universo, seppur al prezzo di un immenso massacro è per lui pietà, come se la distruzione potesse essere positiva.

Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto, dicono che è la pace. (traduzione italiana di Mario Stefanoni)

Ecco alcune parole del discorso di Calgaco, capo dei Calèdoni, popolazione dei britanni contro la quale si scontrano gli eserciti romani di Agricola nell’opera di Tacito. Lo scrittore dà voce al punto di vista degli oppressi e nelle parole di Calgaco inserisce una sferzante denuncia all’imperialismo romano. Infatti l’irrefrenabile ansia espansiva di Roma è derivata da una brama spropositata di potere. Una cupidigia senza scrupoli che pur di ottenere la piena supremazia è pronta ad effettuare bagni di sangue e a ridurre in schiavitù popoli liberi. Quest’avidità viene mascherata dall’ostentazione di una funzione civilizzatrice e “provvidenziale” dell’intervento militare romano, imprescindibile per il mantenimento della pace e dell’unità dell’impero. Thanos e i Romani descritti da Tacito, non sono così diversi, disposti a qualsiasi tipo di barbarie e atrocità, pur di compiere ciò che nella loro mente è un progetto di concordia.

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