Texas: bambino migrante trovato morto dopo aver lasciato la custodia dello Stato

Gli Stati Uniti continuano la ricerca di sonni tranquilli, senza risultato. Lo sanno bene soprattutto gli Stati di frontiera, nel sud del Paese, le cui strade sono letteralmente colme di manifestazioni e cortei, soprattutto nelle ultime settimane. Ciò che ha fatto più discutere recentemente è il trattamento che le organizzazioni federali preposte alla dogana riservano alle famiglie migranti. Tra genitori separati dai propri figli, racconti di violenza più o meno verosimili, un nuovo sconcertante dato scuote gli USA, in particolar modo il Texas: il cinquantaduesimo caso di abuso e negligenza verso un bambino migrante contiene tinte agghiaccianti. Le proteste si fanno più forti, incerte se alla casa bianca ci sia effettivamente qualcuno pronto ad ascoltarle.

Una tragedia senza nome

E’ notizia dell’ultim’ora la scomparsa di un giovanissimo migrante che, una volta rilasciato dalla struttura Ice (agenzia federale statunitense preposta al controllo delle frontiere e dell’immigrazione) è stato trovato senza vita nei pressi di un piccolo centro. La notizia, emersa giovedì, ha subito suscitato l’interesse dell’opinione pubblica, in particolare quella degli oppositori del presidente Trump. Se le nuove politiche circa il controllo delle frontiere avevano già fatto discutere i suoi detrattori di tutto il mondo fin dalla loro istituzione, Trump sembra oggi il principale artefice di un vero e proprio dramma che colpisce il Texas. Questo è infatti il caso numero 52 che attira l’attenzione sulla situazione dei minori, atto che l’organo di prevenzione dello Stato ha iniziato a considerare una vera e propria piaga Bambini abbandonati che una volta rilasciati dalle strutture Ice, separati dalle loro famiglie e presto, letteralmente, dimenticati. Sì, perché come prevedibile, le indagini hanno spesso subito frenate a causa dell’impossibilità di identificare i bambini scomparsi. E’ il triste destino spettato anche al giovane migrante ritrovato negli ultimi giorni, il cui nome non è stato rivelato e che solo nelle ultime ore gli avvocati hanno dichiarato di aver appreso dalla famiglia, dando così il via alle indagini. Un caso che, alla stregua dei precedenti, può addirittura essere definito “fortunato”. E’ davvero questo il trattamento che l’occidente vuole riservare a questi bambini, nonostante tutto?

Le obbiezioni

Come detto, le reazioni degli oppositori del presidente in carica Trump non si sono fatte attendere. Centinaia di manifestanti hanno riempito le strade texane e protestato nuovamente (come già fatto molto volte nell’ultimo periodo) contro le atrocità e la negligenza che infestano le strutture di tutela. Il danno politico è ovviamente enorme. Con i detrattori del presidente che si moltiplicano a vista d’occhio, viste le sue stravaganti manovre economiche incentrate sui dazi, il mondo è ora particolarmente ricettivo verso questi nuovi segnali di allarme. Messaggi di solidarietà alla famiglia (ma soprattutto di attacchi alla carica presidenziale) sono partiti da tutto il mondo. L’ultima atroce barbarie sembra possa rappresentare, se non l’ultima, una delle gocce che rischiano di far traboccare il vaso.  Ciò che più spaventa, oltre ovviamente le gravissime perdite dovute a tale negligenza, è senza dubbio l’impatto che tali condizioni hanno sulle cittadine limitrofe. I campi in cui sono stipati i migranti, soprattutto le sezioni in cui vivono i bambini, trasmettono ricordi terrificanti. Cittadine intere costrette a vivere sotto l’ombra di tali strutture corrono l’inevitabile rischio di assorbire il crescente clima di violenza che tali condizioni esprimono. A niente sembrano servire la denunce di piccole e grandi organizzazioni (a gennaio si parlava addirittura di un’intera cittadina favorevole a procedere legalmente contro questi abomini). Questo uno dei punti più spinti dall’opposizione locale, non più tanto interessata alla sola politica repubblicana quanto agli effettivi rischi che una comunità corre vivendo e respirando ogni giorno, continuamente, una situazione tanto scellerata.

 

Lorenzo Di Salvatore