Il 22 luglio 1944 vengono firmati gli accordi di Bretton Woods. Scopriamo la loro storia e il loro scopo.
Dal 1° al 22 luglio, a guerra non ancora terminata, si pensa già a quale assetto avrebbe dovuto assumere l’economia in vista della ricostruzione post bellica. Si vogliono evitare gli errori fatti dopo la prima guerra mondiale e dopo la crisi del ’29; adesso si deve puntare sulla stabilità monetaria e su una forte integrazione dei mercati, e per fare ciò occorre un sistema basato su una solida cooperazione internazionale.
Chi, dove e quando?
Luglio 1944. Mentre è in corso la battaglia di Normandia tra gli Alleati e le truppe tedesche, mentre l’esercito sovietico riconquista i Paesi del Baltico, mentre Hitler scampa a un attentato organizzato da alcuni ufficiali, mentre in Italia si combatte per la liberazione, mentre gli USA conquistano l’isola di Saipan e si accingono a invadere il Guam, nell’arcipelago delle isole Marianne… In un albergo, il Mount Washington Hotel, a Bretton-Woods nello stato del New-Hampshire (USA) si tiene un’importante conferenza tra i rappresentanti di oltre quaranta Paesi per mettere a punto il sistema da allora in avanti avrebbe regolato le relazioni finanziarie e monetarie fra la maggior parte degli stati del mondo.
Gli architetti di Bretton Woods
Sospeso il meccanismo del Gold Standard, dopo il crollo di Wall Street, e tramontata la lunga era che aveva visto l’Inghilterra dominare i mercati e le finanze internazionali, sono ora gli Stati Uniti ad assumere la leadership mondiale. La ricostruzione del sistema monetario e finanziario ha inizio a Bretton Woods; qui i 730 delegati di 44 Paesi discutono principalmente due opzioni:
- il progetto presentato da John Maynard Keynes, delegato del Regno Unito, che prevede la creazione di un’unica moneta mondiale e un fondo speciale per regolare gli squilibri.
- il progetto presentato da Harry Dexter White, delegato statunitense, il cosiddetto Gold Exchange Standard, che restaura il sistema dei cambi fissi e la centralità del dollaro, unica moneta convertibile in oro.
Essenzialmente, a prevalere è il primo progetto, ma anche alcune idee di Keynes sono state incorporate nel piano White.
La centralità del dollaro e la convertibilità in oro
Il perno del sistema monetario internazionale è rappresentato dal dollaro, da cui dipende il valore delle altre monete: il dollaro è convertibile in oro (35 dollari per oncia) e le altre valute si agganciano al dollaro che, a sua volta, è legato all’oro. Questo assicura la stabilità dei cambi tra le monete ancorandoli all’oro e al dollaro.
Tale sistema ha garantito una forte stabilità per circa un trentennio: nell’agosto del 1971, infatti, gli USA sospendono la convertibilità della loro moneta in oro a causa delle difficoltà finanziarie del Paese, aggravate dagli investimenti americani all’estero e dagli ingenti costi della guerra in Vietnam (1964-1975). L’economia americana non è più in grado di garantire con le sue riserve auree il cambio di una grande massa di dollari circolante nel mondo.
Fondo monetario internazionale e Banca mondiale
Con gli accordi di Bretton Woods sono stati istituiti anche il Fondo monetario internazionale (FMI) e la Banca internazionale per la ricostruzione e per lo sviluppo (BIRS) o Banca mondiale.
Il Fondo monetario internazionale ha la funzione di concedere prestiti a breve ai paesi in difficoltà di bilancia dei pagamenti e costituisce una riserva valutaria mondiale, cui gli Stati membri possono attingere in caso di necessità; la Banca mondiale fornisce prestiti a medio e lungo termine per progetti infrastrutturali ai paesi in via di sviluppo in Africa, Asia e America Latina.
Il sistema elaborato a Bretton Woods ha contribuito a creare una vitale economia globale più stabile e ha aiutato a promuovere la crescita economica, ridimensionando i vincoli protezionistici. Fin dal 1971, gli accordi di Bretton Woods sono stati progressivamente e parzialmente abbandonati: oggi il sistema ha un carattere pluricentrico ed è basato sulla mobilità dei capitali e su tassi di cambio fluttuanti.