Lo scienziato pazzo di Rick and Morty si dimostra onnipotente e indifferente verso l’Universo proprio come il Demiurgo

La serie tv prodotta da Justin Roiland su Adult Swim è molto politicamente scorretta ma dietro ai rutti, le sbronze e le parolacce c’è un sistematico disegno filosofico, i temi analizzati dalla serie sono molti: quello esistenziale, il superomismo, lo stoicismo, la logica dei mondi possibili e molti altri. In questo articolo si prenderà particolarmente in considerazione il concetto di creatore e creazione, confrontando la figura di Rick con quella del Demiurgo, il padre creatore dell’Universo concettualizzato da Platone nel dialogo del Timeo.
Le invenzioni di Rick
Durante le varie stagioni della serie lo scienziato Rick e suo nipote Morty compiono vari viaggi nella galassia per recuperare attrezzi da lavoro o risolvere dispute internazionali per conto di terzi, e in molti di questi casi Rick si trova a dover attraversare il multiverso o a dover creare addirittura un suo mondo. Infatti nel cartone animato si viene a conoscenza dell’esistenza di una cittadella piena di Rick provenienti da altri mondi, questa colonia per l’appunto ha una legislazione tutta sua con un governo oligarchico dei Rick, con soldati Rick mentre il ruolo produttivo viene rivestito dai Morty, che sono quasi schiavizzati dai Rick. Già in questa fase della serie si può notare quanto il mondo di Rick e Morty sia platonico perché la cittadella dei Rick con il suo statuto è chiaramente ispirata alla Città Ideale di Platone descritta nella Repubblica. Rick oltre ad aver creato una sua cittadella ha creato anche un suo micromondo come si può vedere nella puntata dove per ricaricare la batteria del suo ufo inventa un micromondo nel motore con piccoli abitanti che attraverso le loro mansioni quotidiane producono l’energia per il mezzo. Un’altra megalomane creazione del demiurgico Rick è Abradolf Lincoler, un ibrido tra Adolf Hitler e Abramo Lincoln, che secondo lo scienziato pazzo doveva rappresentare l’equilibrio della giustizia mischiando un estremo bene con un estremo male, ma a quanto pare l’esperimento non era riuscito creando un personaggio del tutto inefficiente.
La Creazione secondo Platone

L’ultimo dialogo di Platone, ovvero il Timeo, doveva occuparsi del problema della creazione ma si presuppone che fosse il libro conclusivo di una tetralogia mai conclusa che inizia con la Repubblica, infatti erano previsti un Ermocrate, mai scritto, e un Crizia, pervenutoci soltanto attraverso frammenti. Tuttavia il Timeo non si può propriamente definire dialogo, perché nonostante ci sia un preludio introduttivo con Socrate l’opera si basa soprattutto intorno alla definizione cosmologica data da Timeo. Secondo il cosmologo c’è stato un Artefice come causa prima nella creazione del Cosmo, un Essere inteso in senso perfetto ma diverso dal Dio cristiano perché questo creatore, il Demiurgo, è limitato non infinito perché se lo fosse stato sarebbe imperfetto nella visione greca di perfezione. Inoltre il Demiurgo per la creazione utilizza l’Iperuranio, il mondo delle Idee platonico, dove tutti i concetti sono perfetti così come il concetto di Universo. Quindi secondo quel che Platone fa dire a Timeo, il nostro Universo come realtà sensibile è imperfetto, anche la teologia greca è imperfetta in quanto le divinità come Zeus, Poseidone, Ade, etc. sono state create dal Demiurgo, infatti come ben si può sapere i greci nei loro poemi e miti le rappresentavano spesso con difetti umani che non gli permettono comunque l’onnipotenza, per esempio infatti nelle sue tresche amorose Zeus doveva prendere sembianze animali talvolta per introdursi nel letto di qualche fanciulla. L’opera di Platone mette in luce per la prima volta nella storia un dio materialista, senza la necessità di essere venerato che ha creato l’intero Universo. Il dialogo affascinerà molto anche i Romani e i neoplatonici, infatti verrà tradotto e commentato da Cicerone e Proclo.
L’immoralità e l’insoddisfazione di un dio vivente

Come è stato già detto Rick Sanchez si considera onnipotente e onnisciente, ma l’ambizione che l’ha portato a tutto ciò ha divorato la sua anima, infatti viaggiando continuamente nel multiverso Rick, come dice egli stesso, sta diventando un fantasma, non ha importanza una sua azione in qualunque universo perché se sbagliasse potrebbe comunque cambiare dimensione. Infatti quando sua figlia Beth è insoddisfatta della sua vita, lui le propone di andarsene che tanto ha già un suo clone pronto, così come quando Rick muore tante volte nella serie ma continua a essere presente attraverso i suoi cloni. Questo ha portato Rick a rinnegare anche la religione chiaramente perché nel corso della serie spesso si prende gioco di Dio, tuttavia la sua invincibilità e potenza lo rendono anche insensibile ed è per questo che cade nell’alcool e prova anche a suicidarsi in una puntata perché capisce che una volta che diventi onnipotente l’esistenza diviene inutile, non si sente più vivo, nonostante questo l’Universo intero dipende da lui.