Le regole e l’arte del documentario naturalistico: l’esempio della BBC

A volte, quando siamo davanti alla televisione, ci capita di trovare un documentario e fermarci a guardarlo. Effettivamente ha il suo fascino, perché abbiamo modo di vedere animali che nelle nostre zone difficilmente possiamo trovare. Le riprese inoltre sono spesso molto curate, dandoci la possibilità di cogliere anche i minimi dettagli. Dietro ad un lavoro così preciso, ad ogni modo, c’è uno studio molto complesso frutto di anni di osservazioni.

Nei documentari si possono vedere molti dettagli degli animali più piccoli

Finalità di un documentario

I documentari sono il frutto di anni di ricerche sul campo diffuso grazie ai mezzi audiovisivi. Le principali finalità sono quindi la ricerca e la divulgazione scientifica. Si tratta infatti di lavori molto elaborati ed estesi, poiché a volte gli studi possono coprire più continenti. Ciò accade per esempio se si vuole mostrare un particolare tipo di habitat, come le foreste tropicali: in questo caso occorrerebbe svolgere gli studi e le riprese in America del Sud, Africa e Sud-Est asiatico. Alla fine delle osservazioni il documentario verrà montato e trasmesso. Un altro scopo è quello di sensibilizzare: girare un documentario in un ambiente a rischio o studiare specie in pericolo può aiutare a smuovere delle coscienze.

È fondamentale avere l’attrezzatura adeguata per le riprese

Che attrezzatura serve?

Per girare un documentario occorre avere attrezzature specifiche. Innanzitutto servono delle videocamere con un adeguato zoom, in modo tale da interferire il meno possibile con gli animali. Inoltre bisogna utilizzare microfoni molto sensibili per cogliere anche i suoni più impercettibili, soprattutto quando le riprese si svolgono in acqua. I pesci infatti emettono dei suoni, ma in condizioni normali non riusciamo a sentirli. Quando si gira un documentario in condizioni estreme, ad esempio ai poli, può essere utile fare uso di zimbelli, ovvero oggetti che hanno le sembianze degli animali da osservare. Si può quindi rivestire una telecamera in questo modo e lasciarla sul posto, recuperandola dopo un certo periodo di tempo.

Per le riprese subacquee occorrono attrezzature ancora più specifiche (fonte: WordPress.com)

Regole per un buon documentario

I documentari non sono facili da mettere in piedi. Occorre infatti conoscere molto bene ciò che si va a riprendere, avvalendosi di un team di ricercatori molto competenti nei vari settori. Un’altra cosa fondamentale è la pazienza. Riuscire a cogliere i vari lati del comportamento animale richiede molto tempo, quindi non ci si deve aspettare di avere tutto e subito. Ciò va unito al fatto che alcuni animali sono molto difficili da trovare. In sede di montaggio invece bisogna scegliere con cura lo stile di narrazione, in modo tale da avere un racconto accurato e coinvolgente. Ci vuole quindi anche una voce narrante adatta, o un doppiatore capace nel caso in cui il documentario sia stato prodotto all’estero. Ognuno di essi inoltre necessita di una colonna sonora adeguata alle immagini trasmesse.

Quando avvengono scene del genere non bisogna mai intervenire

Il ruolo dell’uomo

L’uomo non deve interferire con ciò che avviene. Se un animale è in pericolo infatti la natura deve fare il suo corso per diverse ragioni. La prima è che un eventuale intervento andrebbe ad ostacolare la selezione naturale, perché si rischierebbe di salvare un individuo che potrebbe non essere adatto a sopravvivere in certe condizioni. Inoltre gli eventuali aiuti cambierebbero gli equilibri tra gli animali, ad esempio creando delle condizioni tali per cui avremo un eccesso di prede. Bisogna inoltre considerare che degli aiuti ripetuti porterebbero gli animali ad abituarsi ad essere tolti dai guai, abbassando quindi il livello di attenzione verso l’ambiente circostante calerebbe vistosamente.

Piero Angela fa sempre uso dei documentari della BBC (fonte: TrentoToday)

Un esempio virtuoso: la BBC

I documentari più noti e meglio realizzati sono quelli della BBC, che possiamo vedere su Netflix e guardando SuperQuark. Sono infatti prodotti molto curati, trasversali e ben spiegati. In quest’ultimo caso la voce narrante è ottima sia in inglese sia in italiano. Le inquadrature inoltre regalano viste mozzafiato e sono molto approfondite, mostrando anche dettagli come la composizione degli occhi degli insetti. Un altro pregio è l’estensione geografica delle riprese: il documentario così riesce a dare una visione a tutto tondo dell’argomento trattato. La BBC quindi produce dei documentari di grande qualità, ed è un esempio di come la divulgazione scientifica dovrebbe essere.

Matteo Trombi

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