Quanto sono importanti le biografie nel cinema moderno? La risposta arriva dalle “vite” del Vasari

Punti comuni tra il cinema biografico e le “vite” di Giorgio Vasari: analisi di come, parlando di una persona più o meno famosa, essa riceva fama e dignità proporzionalmente alla diffusione della sua biografia.

ritratto di Giorgio Vasari

 La critica vasariana e la trasposizione cinematografica della vita di personalità conosciute, chi più chi meno, hanno contribuito a dare dignità e fama a tali personalità: artisti medievali e rinascimentali; oppure, nel cinema, per citare qualche esempio: broker milionari e sregolati, cecchini infallibili e sovrani balbuzienti ecc.

Il caso di Vasari

Brevemente ma non troppo: Giorgio Vasari, nato ad Arezzo nel 1511, fu un importante pittore ed architetto, in primis, ma, a differenza di altri artisti del suo calibro, egli si cimentò nella stesura di un’opera letteraria conosciuta come “le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori”, una raccolta di biografie di artisti da Cimabue a Michelangelo, quest’ultimo visto come apice inarrivabile delle tre arti maggiori: pittura, scultura ed architettura.

Prima di questa raccolta critica ed aneddotica, gli artisti erano ovviamente visti con grande ammirazione, ma non con la dignità con cui erano visti eruditi, letterati ed umanisti, sempre ben accetti al servizio delle corti, mentre gli artisti erano sempre visti con un po’ di sospetto riguardo alle arti da loro esercitate.

L’artista è infatti pur sempre considerato come artigiano, specializzato quindi in arti essenzialmente meccaniche, mentre umanisti, poeti e letterati compivano quelle che vengono comunemente definite “arti liberali”, ad esempio: grammatica, dialettica, retorica, aritmetica ecc.

Con le “vite” però tutto cambia, tutti (quelli che leggono e che sanno leggere) iniziano a sapere, dopo il 1550, anno della pubblicazione della prima edizione, chi sono gli artisti citati da Vasari, cosa hanno dipinto, quando lo hanno dipinto ed anche alcune indiscrezioni, aneddoti e quasi pettegolezzi nel (quasi spassoso in verità) dialetto fiorentino di cui Vasari si serve per la stesura di quest’opera.

Quest’opera viene concepita e prodotta dietro suggerimento di un illustrissimo storico dell’epoca: Paolo Giovio, il quale incita Vasari alla stesura delle “vite”, poiché vede il giovane aretino come la persona giusta per compiere l’impresa, in quanto pittore ed architetto e non umanista nel senso stretto del termine come lo era il Giovio, che di tecnicismi artistici ne sapeva ben poco.

C’è da dire anche che il Giovio procedette alla stesura di brevi biografie sui tre artisti maggiori dell’epoca: Leonardo, Michelangelo e Raffaello, ma in un latino umanistico dotto ed ampolloso tipico dei dotti dell’epoca (siamo negli anni 30 del 1500), questi tre elogia infatti non ebbero grandissima diffusione, se non nella cerchia ristretta di studiosi (tra cui lo stesso Vasari) e conoscitori del latino.

Il cinema biografico ed alcune personalità trattate da esso

Con “cinema biografico” si intende una ristretta categoria di pellicole nelle quali viene ripercorsa la vita, od almeno un segmento di essa, di una personalità più o meno illustre o semplicemente famosa per qualcosa da essa compiuta.

Nel trafiletto vengono citati alcuni esempi: con “broker milionari e sregolati”, si allude al caso di Jordan Belfort, imprenditore fraudolento con uno stile di vita sregolato all’insegna del lusso, delle donne e delle droghe.

La domanda è, ma prima della diffusione del film che lo vede come protagonista (The Wolf of Wall Street), chi ha mai davvero sentito parlare di Jordan Belfort (nel film, lo ricordo, interpretato da Leonardo DiCaprio)? la sua biografia ha davvero avuto questa grande diffusione prima dell’uscita del film? Sicuramente un film che vede  collaborare DiCaprio e Scorsese, e che ha ricevuto 5 candidature agli oscar attira purtroppo più di un libro.

Jordan Belfort

Altro caso emblematico è quello di Chris Kyle (interpretato da Bradley Cooper), il cecchino infallibile del film “American Sniper” di Clint Eastwood; scrisse anch’egli un’autobiografia, ma la sua vera fama, e la diffusione del suo nome e della sua storia in tutto il mondo la conobbe principalmente con il film che tratta la sua storia, cosa che ovviamente, come nel caso di “The Wolf of Wall Street” fece impennare le vendite della biografia a seguito dell’interessamento degli appassionati, nato però dalla visione delle due pellicole.

Chris Kyle

L’ultimo caso che verrà esaminato, riguarda il capolavoro pluri-premiato di Tom Hooper: “Il Discorso del Re”, un film che tratta una sorta di “Gossip storico” molto romanzato riguardo all’allora (1940 circa) sovrano inglese, Giorgio VI, padre dell’attuale regnante; questo film racconta infatti i problemi di balbuzie del Re, incapace di pronunciare discorsi in pubblico a causa dei suoi problemi di dizione, subentrerà nel film anche la figura di Lionel Logue (interpretato da Geoffrey Rush), scienziato e logopedista australiano amico del sovrano a tutti gli effetti, che lo aiutò  a superare questa sua problematica.

Giorgio Vi durante un discorso radiofonico

Come si fondono le due cose trattate?

Con Vasari noi abbiamo un quadro d’insieme degli artisti, perlopiù fiorentini, della sua epoca e delle precedenti (ricordo: da Cimabue a Michelangelo), sappiamo molte cose della loro vita, aneddoti e pettegolezzi compresi, e delle loro opere, sappiamo anche che dopo le “vite”, cambiò completamente la visione degli artisti, da semplici artigiani a paritari, a livello di dignità e di fama, agli umanisti ed ai letterati dell’epoca.

Il cinema moderno ed i tre casi segnalati, ci danno un’idea del fatto che, con la trasposizione cinematografica di biografie e memorie di personaggi anche poco conosciuti, essi riescano a ricevere fama e dignità per le loro azioni, che siano esemplari o poco esemplari.

La speranza è sempre la stessa: sperare che questi film non lascino lo spettatore indifferente e passivo, poiché spesso questi film ci proiettano in una realtà realmente accaduta, sarebbe quindi, sempre consigliabile guardarli con senso critico e farci mille domande.

 

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