Tutti i piani, anche il più logicamente fondato, rivelano delle debolezze che, come vermi, si insinuano nella mela divorandola dall’interno. E non è un caso che il “weak point” si manifesti proprio a partire dai punti di forza di sistema o di un piano apparentemente infallibile

Nel film “Il caso Thomas Crawford” sono presenti due protagonisti: Thomas, un anziano ingegnere che decide di uccidere sua moglie cercando di incastrare l’amante di lei e un giovane avvocato vincente, Willy Beachum, che incrimina Crawford per tentato omicidio. Non abituati a perdere, l’ uno esibirà all’altro le incrinature dell’ “uovo“, ovvero i punti deboli annessi al proprio piano di azione. Da una parte il giovane avvocato che si ritrova strangolato in cavilli legali legittimi, mentre dall’altra l’anziano omicida che, volendo confondere l’arma del delitto… Non accade lo stesso in filosofia? Sono le cosiddette “aporie“. Si prenda in analisi Hegel!

Hegel e la conservazione
Il tentativo ultimo del sistema hegeliano voleva essere un obiettivo squisitamente logico. Che cosa significa? Significa che il risultato appreso dalla “Fenomenologia dello Spirito“, ovvero il render conto della coscienza di non essere tale bensì Spirito (e conseguentemente Sapere Assoluto), veniva a sua volta elaborato in un ulteriore percorso categoriale. Infatti, nel seguente scritto “La Scienza della Logica“, Hegel vuole percorrere l’auto-dispiegarsi del Sapere Assoluto attraverso una prima triade (essere-nulla-divenire), per arrivare all’esplicazione logica per eccellenza di tutto ciò che è stato detto fino ad ora: la categoria dell’Idea. Un piano che sembra racchiudere qualsiasi cosa e risolverla in logica. Sembra un piano vincente proprio come l’indole del giovane avvocato. Tuttavia, Hegel dovrà render conto alle modalità logiche con cui giungeva alla sintesi. A proposito di ciò, Marx critica il carattere “conservativo” della dialettica hegeliana:”Come può manifestarsi una nuova categoria scaturita sia dal superamento di quella precedente sia dalla conservazione di alcuni elementi (astratti o meno) della stessa?” Ecco l’incrinatura nell’uovo di Hegel!
Hegel e l’assoluto
Coloro che hanno trovato altre piccole crepe sul guscio dell’uovo sono i neo-idealisti italiani. Da una parte Croce e dall’altra Gentile. Il primo, attraverso la “dialettica dei distinti“, Benedetto Croce critica a Hegel la pretesa di generare qualcosa dalla contraddizione, quindi dal negativo. Cosa comporta? Il fatto di trattare in modo “astratto” ciò che si è superato. Il secondo, considerando in toto la negatività della dialettica, vuole mantenere solo la processualità che porta al dispiegamento dell’Idea, affermando la quasi inutilità di tutto il percorso categoriale.
Non esiste un uovo senza crepe
Per quanto Willy si sia sforzato, si è trovato le mani legate proprio a causa del suo cavallo di battaglia: il fatto di essere vincente. Infatti, il presunto assassino sembra riuscire a liberarsi sfruttando le carte in tavola del giovane avvocato… la legge! D’altro canto, anche l’anziano Crawford non sembra legittimato a cantar vittoria perché, per quanto astuto sia stato a progettare il piano, frantuma lo stesso a causa del proiettile che sparò a sua moglie! Infine Hegel, capostipite e pilastro della storia della metafisica. Egli sembra fallire proprio nella pretesa assolutistica che aveva mosso il suo desiderio di risolvere il Tutto nel concetto logico.
Insomma: quando si progetta qualcosa, bisogna fare molta attenzione alle pretese assolutistiche di perfezione, le quali, a volte, si rivoltano contro noi stessi!