Per mostrare forza, potere e leadership, il gorilla si batte il petto, il pavone apre la coda, il gatto si gonfia per spaventare il rivale: questi sono pattern non-verbali che gli animali (ma non solo) utilizzano per esprimere il proprio status di leader, di Alpha, per usare un termine darwiniano.
Anche per gli uomini accade qualcosa di simile, pensiamo alle esultanze degli atleti o alle reazioni in caso di successo: questi pattern vengono chiamati Power Posing.
Esseri umani e animali esprimono potere e dominanza attraverso gesti e posture ampie, di apertura (high-power posing), mentre mancanza di questi tratti si esprime con gesti contratti e di chiusura (low-power posing).
Una ricerca del 2010, ad opera di Dana Carney, Amy Cuddy e Andy Yap, pubblicata su Psychological Science, ha indagato l’effetto del power posing sugli individui, dimostrando che influenza livelli neuroendocrini e tolleranza al rischio (risk tolerance).
In particolare, high-power poses causano aumento di testosterone, coinvolto nelle competizioni e nelle risposte adattive alle sfide, e diminuzione di cortisolo (l’ormone del controllo dello stress), oltre che una sensazione di potenza e maggiore risk tolerance; diminuzione di testosterone e aumento di cortisolo, con conseguente minore livello di risk tolerance per low-power poses.
Metodo di ricerca
Obiettivo della ricerca era dunque verificare se high-power posing producesse effettivamente potere. Questo era indagato su quattro variabili: sensazione di potere, incremento di testosterone, diminuzione di cortisolo e risk tolerance.
I 42 partecipanti allo studio erano stati assegnati casualmente al gruppo high o low power posing e venivano invitati a mettersi nella posa relativa per un minuto. Le pose scelte erano quattro, due per condizione, scelte su due dimensioni: espansività (occupare più o meno spazio) e apertura degli arti (più o meno vicini al corpo).

Terminata la fase di posing, erano stati raccolti campioni di saliva per valutare i livelli ormonali e i soggetti sottoposti ad un gioco d’azzardo basato sul concetto di “lascia o raddoppia”, per valutare la risk tolerance; infine, la sensazione di potenza era misurata con un questionario self-report.
Risultati
I risultati hanno dimostrato e verificato l’ipotesi iniziale: nella condizione di high-power posing si è registrato un aumento di testosterone e diminuzione di cortisolo, viceversa nella condizione di low-power posing.

Nel gambling task, gli high-power posers si concentravano sulla ricompensa e giocavano per vincere (86% dei partecipanti). Nella condizione di low-power posing giocava solo il 60%.
I self-report degli high-power posers riportavano più spesso sensazioni di potenza e di controllo rispetto ai low-power posers.
L’importanza di questo studio è notevole: è stato dimostrato che è possibile introiettare il potere, che è possibile effettivamente “diventare più potente” ed ottenere i benefici comportamentali, psicologici e fisiologici ad esso associati, il tutto con un semplice minuto di power posing.
Marco Funaro