Lo psicologo William Dement si è posto una domanda che sicuramente ci siamo fatti tutti almeno una volta ella vita. Perché spesso dimentichiamo quello che sogniamo?
L’argomento dei sogni è un tema sicuramente molto curioso e molto complesso. C’è chi sogna a colori, c’è chi sogna in bianco e nero. C’è chi fa sogni sconnessi o molto lineari. C’è chi ricorda i propri sogni e chi li dimentica tutti al punti di credere di non sognare affatto. C’è chi ha incubi o meravigliosi sogni dai quali non vorrebbe mai svegliarsi.
Perché dimentichiamo quello che sogniamo?
Lo psicologo americano William Dement dedicò gran parte della sua ricerca a Stanford per di rispondere a questa domanda. Dement era un’autorità leader del sonno e dopo molti esperimenti arrivò ad una risposta.
I suoi studi hanno dimostrato due fenomeni importanti: innanzi tutto i soggetti svegliati di soprassalto durante la fase REM (Rapid Eye Movement) ricordavano in maniera più vivida e precisa quello che stavano sognando. La fase REM è quel momento del sonno in cui, con le palpebre chiuse, iniziamo a muovere molto rapidamente gli occhi. Durante questa fase sperimentiamo una paralisi muscolare per quanto riguarda il corpo, mentre il cervello è sicuramente molto attivo. La fase REM è infatti il momento in cui sogniamo.
In secondo luogo quando i soggetti venivano svegliati dopo 15 o più minuti dalla fine della fase REM non riuscivano a ricordare il sogno.
Perché ciò accade?
Secondo gli studi di Dement, sembra che il motivo per il quale spesso non ricordiamo quello che sogniamo sia la distanza temporale fra la fine della fase REM e il nostro risveglio. Più tempo passa fra la fine di questa fase e il nostro risveglio, meno probabilità avremo di ricordare quello che abbiamo sognato.
Vi siete mai accorti che quando ci svegliamo di soprassalto perché sentiamo la sveglia inaspettata di qualcun altro o perché sentiamo un rumore forte è più probabile che ricordiamo il nostro sogno? Quando ci svegliamo in questa maniera ci capita di essere dispiaciuti di non poter proseguire il sogno. Ecco, questo è indice del fatto che ricordiamo in modo più efficace quello che accade nella nostra fase onirica. E’ anche vero che in seguito alla fase REM abbiamo la cosiddetta fase dei sogni lucidi in cui siamo più consapevoli dello stato onirico e ricordiamo in maniera più vivida frammenti di sogno. Questi sogni sono quelli più lineari e meno stravaganti. Sono anche quelli che ricordiamo più spesso al nostro risveglio (senza il bisogno di essere svegliati di soprassalto durante la fase REM).
Sembrerebbe che la parte di cervello che si occupa di registrare in memoria le informazioni del mondo onirico si spenga durante il sonno profondo e quindi non registri quello che abbiamo “vissuto” nella precedente fase REM per poi farcelo ricordare.
C’è un modo per ricordare i sogni?
Buona e cattiva notizia! Esistono varie strategie per cercare di ricordare in modo più tempestivo i propri sogni, ma nessuna di queste è immediata o efficace al 100%.
- Possiamo scrivere/registrare tutto ciò che ricordiamo appena svegli, per evitare che ci sfuggano dettagli durante la giornata.
- Possiamo provare a svegliarci in anticipo rispetto al solito in modo da non essere sovraccaricati di pensieri su ciò che dobbiamo fare nel breve tempo e poterci concentrare sui nostri sogni.
- Possiamo andare a letto abbastanza presto in modo da garantire un ciclo di sonno sufficiente e regolare.
- Possiamo approfittare dei risvegli notturni per cercare di ricordare qualcosa.
- La teoria più ricorrente è quella di puntare la sveglia ogni 35 minuti in modo da interrompere il sonno all’improvviso e ricordare in maniera migliore. Chiaramente, non è consigliabile nè come strategia efficace a lungo termine, nè come modalità per avere un buon ciclo di sonno.
Nessuna delle tecniche spesso proposte, infatti, è efficace al 100%. Inoltre non è detto che quello che funzioni per una persona funzioni per tutti. Certamente, però, l’allenamento costante nello scrivere o raccontare tutti i dettagli che ci tornano alla memoria è efficace per ricordarne un numero sempre maggiore.