Pacemaker miniaturizzati in pazienti pediatrici: ora sono una realtà

Presso il Children’s National Health System è stato presentato, in collaborazione con Medtronic, un prototipo di un pacemaker con dimensioni paragonabili a quelle di una mandorla. L’obiettivo? Oltre a ridurre i costi, permette di essere meno invasivo, di fare meno male e di recuperare meglio in pazienti particolarmente “piccoli”, come i bambini.

Ma, esattamente, a cosa serve e come funziona un pacemaker? Il pacemaker è un generatore di impulsi elettrici e ha lo scopo di sostituire l’attività del nodo senoatriale. Questo è il luogo dove ha origine l’impulso elettrico che stimola il cuore nel suo lavoro di pompaggio del sangue.

Quando la cadenza degli impulsi, in un adulto, esce dai 70/72 impulsi al minuto (ritmo sinusale) si ha un caso di aritmia. Qualche piccola aritmia ogni tanto è accettabile, se è continuata nel tempo è patologica, in quanto il cuore “perde troppi colpi”.

In questo caso viene in aiuto il pacemaker. Esso è un oscillatore elettronico autonomo ed è basato su “eventi trigger”, cioè su eventi scatenanti. Durante l’operazione i medici introducono un elettrocatetere attraverso al vena succlavia destra o la vena brachioencefalica sinistra e lo conducono nelle cavità cardiache in siti prefissati. Lo scopo dell’elettrocatetere è proprio quello di condurre gli impulsi che stimoleranno il cuore.

Esistono vari tipi di pacemaker: il primo tipo è detto “asincrono” e non si usa più. Esso infatti stimola i tessuti ignorando ogni parametro biologico. I pacemaker usati sono invece sincroni e sono divisi in due classi:

  1. Pacemaker con sincronizzazione atriale. Il dispositivo rileva la depolarizzazione dell’atrio (cioè della “parte superiore” del cuore) e stimola i ventricoli (“parte inferiore”) solo in caso di eccessivo ritardo.
  2. Pacemaker a domanda. Questo tipo, stimola il ventricolo se la sua frequenza di contrazione è troppo bassa o addirittura assente.

I pacemaker sincroni sono inclusi nel modello completamente automatico, che rileva l’attività sia degli atrii che dei ventricoli e stimola quello che ha bisogno.

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