“Orange is the new black” ci svela il lato umano del crimine: scopriamolo!

La serie tv statunitense “Orange is the new black” analizza una visione del crimine da una prospettiva del tutto nuova.

Orange Is The New Black: la recensione dell'ultima stagione della serie

“Orange is the new black” è una serie tv di 7 stagioni, tratta dall’omonimo romanzo autobiografico, ispirato alla reale esperienza carceraria Piper Kerman. Una donna che ce l’ha fatta, che ha affrontato il carcere e ne ha tratto la forza per diventare una scrittrice di successo. Allo stesso tempo, però, racconta di vite perdute, disciolte nel grigiore di un mondo anche meno violento di altre rappresentazioni artistiche, ma non meno spietato nel distruggere l’esistenza delle sue protagoniste. La fittizia prigione federale di Litchfield rappresenta un contesto sociale formato da un gruppo molto variegato di soggetti provenienti da qualsiasi zona dello Stato, di qualsiasi origine geografica, età, credo, ceto sociale, rinchiusi per i reati più svariati, commessi per ragioni ancor più varie. In assoluto la serie carceraria meglio riuscita, che cela un’umanità disarmante sin dal primo episodio. Il focus è orientato sul sentimento che accomuna molte delle detenute, la forza dell’amore che ha portato molte di queste donne a trasgredire la legge. La prigione, dunque, realmente prepara le persone ad un re-inserimento sociale? o semplicemente le controlla ed esercita autorità, talvolta insensata ed esagerata, su di loro? Scopriamolo assieme nei prossimi passi.

Cosa sono il crimine e la devianza?

Per una comprensione più sociologicamente corretta, l’analisi di ciò che è crimine e/o deviante, è necessaria.

  • La conformità: si riferisce a un’adesione, consapevole o non, alle regole valide nel gruppo o nel contesto sociale, che il soggetto adotta o rispetta nel suo agire.
  • La devianza: si riferisce a un’infrazione o elusione delle regole, che l’individuo nel suo agire sostituisce con modi di comportamento o con regole diverse, validi o meno in altri contesti o gruppi sociali.

La devianza è dunque un comportamento non ritenuto conforme alle regole di un determinato gruppo sociale, con il quale l’attore sociale, nel proprio agire, può essere escluso, o sottoposto a trattamenti correttivi, curativi o punitivi. Relatività, ambiguità e mancanza di consenso sono i mezzi attraverso i quali il crimine viene considerato tale. Se la politica fosse fedele al dettato costituzionale, metterebbe al centro della pena il reinserimento sociale dei condannati. Si implementerebbero, di conseguenza, le misure alternative a discapito del carcere. Si eviterebbe, in tal modo, la separazione traumatica di molti condannati dal resto della società e l’ingresso di massa nel circolo vizioso che porta da un crimine all’altro, in una spirale recidivista. Se non si ricorresse al carcere per ogni criminalità “più facilmente correttiva” si libererebbero spazio e unità di personale a sufficienza per garantire i diritti dei detenuti e la sicurezza della società. Questo è quanto dovrebbe fare la politica. Le carceri riflettono la società, e come all’interno della società ci sono dei fatti sociali in dislivello.

La voce delle protagoniste

“Orange” è probabilmente la serie carceraria più adatta a convincere la gente a non delinquere. Il lato umano delle protagoniste, ci fa sentire rappresentati da loro. Il loro delinquere, contrariamente a quanto la società ci racconti del crimine, è solo un plus di una personalità che grida e non trova il proprio posto nel mondo. Nella serie tv, dopo tanti abusi di potere subiti dalle detenute, pian piano, la storia cambia. Le detenute, a seguito di un evento traumatico per alcune, decidono di far valere i loro diritti in quanto esseri umani scatenando una rivolta all’interno del carcere. Se l’unico errore che Piper ha commesso nella sua vita è stato innamorarsi di Alex quando spacciava, Tasha, non è altrettanto fortunata. Lei è uno di quei personaggi che fa capire che non tutti scelgono la cattiva strada, ma che non hanno altra scelta per poter sopravvivere. Vediamo il profilo di alcune protagoniste:

  • Piper Chapman e Alex Vause. Entrambe bianche, sottolineano quanto la vita per una persona non di colore in America sia effettivamente più facile, anche all’interno di un’istituto di correzione federale. Le due protagoniste (e amanti) sono implicate nella stessa condanna: spaccio di droga, una come trafficante e l’altra come complice in un giro illecito di narcodollari.
  • Nicky Nichols e Tasha Jefferson. Entrambe coinvolte in un giro illecito di sostanze stupefacenti, con motivazioni completamente asimmetriche. La prima è ricca e viziata, la seconda, orfana, non ha mai avuto una vera casa, finché non è entrata in contatto con il mondo della droga. Proprio le sostanze stupefacenti che hanno portato al Litchfield queste due ragazze. Nicky, fortemente dipendente dalla droga, è stata arrestata per furto, proprio mentre cercava denaro per acquistare queste sostanze. Tasha, invece, spacciava per sopravvivenza.
  • Sorella Jane Ingalls e Broke Soso. Le due donne si mostrano come persone altruiste e generose, tra le figure più positive della serie. Attiviste, entrambe sono in carcere per proteste e manifestazioni in favore dei diritti umani.
  • Tiffany Dogget e Lorna Morello. Tucky sembra essere in carcere per droga, mentre Lorna per truffa, ma non è così. La prima si trova in prigione per aver assassinato un’infermiera che l’aveva derisa perché giunta al quarto aborto volontario, la seconda per stalking. Ciò che le accomuna è il modo di manipolare le persone attorno a loro, e di conseguenza lo spettatore.
  • Suzanne Warren “Occhi pazzi”. Affetta da piccoli problemi psichici che l’hanno portata a comportarsi come una bambina, Suzanne ha involontariamente rapito un bambino, e successivamente ucciso. I flashback, protagonisti della narrazione della serie tv, rivelano quanto Suzanne sia vittima del sistema.

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Le denunce sociali della serie Tv

Nonostante i rapporti umani che si creano all’interno di questo capolavoro cinematografico, resta in bocca un amaro sapore di ingiustizia e malvagità. Tutto ciò è aggravato dall’atteggiamento di chi la prigione la governa, e che continua a preoccuparsi solo dei soldi.  C’è il sovraffollamento. Dai detenuti che rinunciano all’ora d’aria pur di godersi la cella in assoluta libertà, a quelli che inscenano atti di autolesionismo pur di attirare l’attenzione. Un mondo, insomma, dove sempre più spesso la volontà dei singoli sopperisce alle carenze di sistema. I singoli diritti umani dettati dalla costituzione italiana vengono totalmente soppressi. Non solo per i grandi crimini, ma anche per chi, come alcune delle protagoniste della serie, ha trasgredito solo per sopravvivere, in una società che aiuti non dà. Le carceri vengono talvolta viste come discariche sociali. In America, ad esempio, il problema del razzismo è sempre più presente, anche all’interno delle carceri. Le persone vengono completamente de-personalizzate e questo porta a un abuso dell’autorità sempre più crescente, per non parlare delle violenze fisiche e sessuali subite. Davvero questo atteggiamento disumano, concorre a un reinserimento efficace nella società?.

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