Ogni scelta determina ciò che siamo: l’aut-aut e perché tornare a scuola non significa tornare alla normalità

Pensiamo davvero che alla riaperture delle scuole sarà tutto come prima? Kierkegaard ci ha insegnato come ogni scelta ci porti a diventare ciò che siamo, perciò anche il lockdown scolastico avrà le sue conseguenze.

Il 4 Marzo 2020 è avvenuta la chiusura delle scuole italiane causa emergenza Covid-19. La ripresa delle attività scolastiche appare sempre più lontana e il governo non è in grado di fornire alcun dato sicuro: ad oggi non sappiamo quando si rientrerà a scuola né quali saranno le modalità. Assieme a Søren Kierkegaard appureremo come questo non sarà un mero periodo di passaggio, ma una tappa fondamentale nell’esistenza di ogni studente.

Non solo Covid

Col passare del tempo siamo stati in grado di appurare il peso reale di questa pandemia, che ci ha regalato problematiche non solo mediche. Una questione di grande rilevanza è quella delle scuole: sono quasi tre mesi ormai che anche l’istruzione si è dovuta adattare al Covid-19.
Come? Con la didattica online. Ma nel passaggio dalla teoria alla prassi qualcosa è andato perso, in quanto non tutti gli studenti e non tutte le scuole possedevano i mezzi per lavorare.
Tralasciando la parte tecnica e materiale (di cospicua importanza) affacciamoci al futuro che ci aspetta. Da studi sulle altre catastrofi storiche che hanno allontanato alunni e scuola, sono emersi dati sconcertanti; al ritorno gli studenti hanno perso la familiarità con la scuola e soffrono di attacchi d’ansia, hanno subìto poi ripercussioni nella carriera post-scolastica, per non parlare delle tragedie familiari (lutti, problemi economici) che vanno a distrarre buona parte dei ragazzi dallo studio.
Possiamo star certi, perciò, che tornare a scuola non vorrà dire ripartire da ciò che si aveva lasciato.

Le conseguenze dell’aut-aut

Søren Kierkegaard nasce a Copenaghen il 5 Maggio 1813, il suo studio filosofico è stato considerato pietra miliare dell’esistenzialismo.
Una questione su cui si è ampiamente interrogato è stata la decisione. Era convinto che l’uomo durante la sua vita si trovasse davanti a delle scelte aut-aut, costretto perciò a scegliere tra due opzioni. Ma qualunque fosse stata la sua preferenza, ne sarebbe rimasto angosciato tutta la vita perché avrebbe rinunciato ad un modo di essere, in quanto ogni decisione che prendiamo nella nostra vita ci porta a divenire ciò che siamo nel presente.
Ogni scelta, ogni azione ci porta a intraprendere una strada da cui non si torna indietro; ogni passo che compiamo lascia un cammino dietro di noi e stabilisce la persona che siamo diventati.

Coronavirus a lungo termine

La violenza più grande che si possa fare a noi uomini è quella di dimenticare di essere degli animali e trattarci come delle macchine. Dimenticare che abbiamo esigenze naturali, istinti, empatie e che ogni azione avrà una conseguenza nella nostra vita.
E’ impensabile ritenere che la chiusura delle scuole non avrà ricadute nell’esistenza di ogni studente perché, come tutte le altre, anche questa scelta porta verso una direzione piuttosto che un’altra.
Ma la vera ingiustizia è stata che, in questa occasione, la decisione non sia spettata agli uomini perché nessuno di noi ha deciso il lockdown, nemmeno il governo italiano. A decidere i nostri destini, il nostro futuro è stato un virus dilaniante che ci ha colpito tutti in modo trasversale.
Nell’augurio che ci facciamo di tornare alla normalità e di riprendere a decidere per noi stessi, è necessario acquisire la consapevolezza che questo Covid-19 ha scelto per noi e che la storia non finisce mica qui.

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