Victor Hugo lo aveva predetto e la sera di lunedì, a quasi due secoli di distanza, si è avverato. Un’impalcatura abbracciava la cattedrale per lavori di conservazione da alcuni giorni, ed è proprio da lì che è fuoriuscita la colonna di fumo. Poi il fuoco ha avvolto il tetto e la guglia, fino a farli crollare, intorno alle 20. I cittadini di Parigi e migliaia di turisti hanno guardato l’incendio ardere la cattedrale eretta oltre 800 anni fa.

Tempo di rinnovamenti
La cattedrale, nel cuore della capitale francese, è una delle costruzioni gotiche più famose del mondo ed è il monumento storico più visitato d’Europa. La costruzione avvenne a partire dal 1163 al 1344. Ha una pianta a croce latina e due torri campanarie, dove si poteva salire per godere una vista panoramica della città. Le fiamme ardevano la guglia alta 45 metri e costruita nel 1860. Lo scorso anno la Chiesa cattolica francese aveva lanciato un appello per raccogliere fondi e avviare delle opere di restauro. La struttura aveva seri problemi che da anni venivano denunciati. L’organo religioso non era il solo a richiedere interventi di rifacimento. Basti pensare che lo stesso Hugo era spinto dalla volontà di sensibilizzare i parigini affinché si procedesse con il ripristino della cattedrale, afflitta dalle intemperie. Nell’Ottocento, quando Victor scrisse il romanzo Notre-Dame de Paris, i parigini consideravano gli edifici gotici delle aberrazioni. Grazie alla sua opera e alla sua campagna di sensibilizzazione l’opera di rinnovo iniziò.
Profeta della catastrofe
Se da un lato Hugo desiderava ardentemente che l’opera architettonica si trovasse in buono stato, dall’altro nel suo romanzo la vediamo avvolta e in parte distrutta dalla fiamme. Voleva forse mostrare al popolo, al mondo, cosa sarebbe accaduto se non avesse agito immediatamente con il restauro? Il clamore era straziante. Tutti gli occhi si erano alzati verso il sommo della chiesa, ciò che vedevano era straordinario. in cima alla galleria più elevata, più in alto del rosone centrale, c’era una grande fiamma che montava tra i due campanili, con turbini di scintille, una grande fiamma disordinata e furiosa di cui il vento a tratti portava via un limbo nel fumo. Sotto quella fiamma, sotto la cupola balaustrata in tagliata a trifogli di brace, due grondai fatti a fauci di mostri vomitavano senza posa quella pioggia ardente il cui argenteo scroscio risaltava nell’ombra della facciata inferiore. La scena viene rappresentata anche nel musical tratto direttamente dal romanzo e suo omonimo. Victor profetizza un incidente, una tragedia che purtroppo si è avverata la sera del 15 aprile.

Fuori pericolo
I pompieri hanno lavorato con pompe e autogru, impotenti nel tentativo di fermare l’impeto dell’incendio. Non si sono visti Canadair, perché lanciare bombe d’acqua dall’alto avrebbe potuto causare danni se possibile peggiori. Solo in nottata, ore dopo, sono stati in grado di arginare il rogo nel versante nord. I due campanili sono ora salvi così come la struttura, afferma il comandante generale dei vigili del fuoco Jean-Claude Gallet. A tarda sera, le fiamme erano meno intense, i pompieri hanno annunciato che la struttura della cattedrale è salva. Alle 4 di notte l’annuncio del portavoce della polizia Gabriel Plus, che l’incendio era sotto controllo, parzialmente estinto e con delle fiamme residuali da domare. Non ci sono feriti tra i fedeli o i turisti, l’unico in gravi condizioni è un pompiere, uno dei 500 intervenuti con ingenti mezzi per tentare di domare le fiamme che continuavano ad avanzare inesorabili. Il rettore ha aggiunto che reliquie preziose come la Corona di spine di Cristo è intatta.
Errori umani
Esclusi il movente criminale, l’atto vandalico o peggio ancora quello terroristico, la pista che seguono gli inquirenti è quella dell’incendio accidentale. Il fuoco sarebbe divampato dal progetto di ristrutturazione sul tetto della cattedrale. Un’ulteriore ipotesi è quella di un cortocircuito avvenuto in uno degli ascensori a dar vita alle prime fiamme.Nella notte i magistrati dell’ufficio della procura di Parigi hanno già sentito gli operai che lavoravano all’appalto. Le indagini, affidate alla Direzione regionale della Polizia giudiziaria, si preannunciano lunghe e delicate. Ci vorrà tempo prima che le circostanze di come sia scoppiato l’incendio siano chiarite. Proprio nel tetto di Notre-Dame, l’incendio sarebbe iniziato, poco prima delle 19. Una fonte ha confermato l’ipotesi di un incendio accidentale partito dal cantiere sul tetto della cattedrale. Un luogo molto difficile da raggiungere, circondato da impalcature, nel cuore di un vasto progetto di ristrutturazione avviato nell’estate del 2018. Purtroppo l’incendio ha distrutto proprio questa parte della cattedrale e non sarà facile trovare prove materiali per cercare di spiegare l’origine del rogo. Il portavoce del monumento ha riferito che, al momento dello scoppio delle fiamme, intorno alle 18:30, tutti gli operai avevano lasciato il cantiere. Ai lavori partecipano oltre una decina di aziende che operano sotto la responsabilità della sovrintendenza architettonica dei monumenti storici e dello Stato, proprietario della cattedrale. Gli addetti saranno tutti interrogati a lungo per cercare di capire se un errore umano possa essere all’origine della tragedia.

Il tempo è cieco, l’uomo è stolto
C’è da chiedersi, ancora una volta, se non siamo forse noi gli unici da incolpare per l’ennesima tragedia. Rimandare, trascurare, ecco cosa provocano. L’unico modo per evitare che gli incidenti accadano è avere cura di quello che ci è strato donato dai nostri antenati. La cattedrale sarà ricostruita, fortunatamente gran parte di questa è salva. Dobbiamo aprire gli occhi, però, e rimboccarci le maniche affinché giorni come questi non si ripetano. Senza dubbio è ancor oggi un maestoso e sublime edificio, la chiesa di Notre-Dame di Parigi. Ma, per quanto bella si sia conservata invecchiando, è difficile non sospirare, non indignarsi di fronte al degrado, alle incalcolabili mutilazioni che il tempo e gli uomini hanno inferto a questo venerabile monumento… Sul volto di quella vecchia regina delle nostre cattedrali, accanto a una ruga si trova sempre una cicatrice. Tempus edax, homo edacior. Che tradurrei volentieri: Il tempo è cieco, l’uomo è stolto. -Victor Hugo