Nostalgia canaglia: come i PTN rispondono ai nostalgici del regime con una “Coca Zero”

La nostra generazione è, secondo i più anziani, senza valori: “Coca Zero” dei Pinguini Tattici Nucleari e le teorie di Galimberti ci spiegano perchè.

I Pinguni Tattici Nucleari tornano con il nuovo singolo “Coca zero” | Domanipress
Fonte: Domanipress

I Pinguini Tattici Nucleari nella canzone “Coca Zero” hanno messo in musica il difficile confronto degli adolescenti di oggi con le generazioni precedenti. La band prova, con questo brano, a rispondere alle critiche degli adulti e degli anziani, sapendo che l’ironia è il miglior modo per descrivere la società in cui viviamo.

L’età del nichilismo

“Basta adesso, però! Te ne stai tutto il giorno a casa col telefono in mano! Io alla tua età…”: ci scommetto che se abbiamo la stessa età, questo rimprovero ti è stato rivolto almeno una volta (altrimenti, hai qualche anno in più e sei proprio tu ad averlo detto a qualcuno). Nella società attuale, i giovani vengono spesso visti come nullafacenti o svogliati da chi è più grande di loro. I Pinguini Tattici Nucleari hanno tentato di rappresentare il difficile confronto intergenerazionale nel loro ultimo pezzo “Coca Zero”, inserito nell’album “Fake News”. Il ritornello si rivolge direttamente a una fedele rappresentante di questo universo di adulti:

Signora mia, tutto cambia e lei sta dietro
Chissà per quanto reggerà la legge di Pareto
Signora mia, la vedo alzare gli occhi al cielo
Non si ordina più Coca Cola, solo Coca zero.

La protagonista della canzone è la suddetta signora, che non si accorge che i tempi sono cambiati e continua a criticare i giovani di oggi, senza rendersi conto di essere rimasta ancorata al passato. La signora sembra proprio non capire questi ragazzi. Umberto Galimberti, autore nel 2007 de “L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani” e nel 2018 de “La parola ai giovani”, tenta invece di analizzare meglio loro e il mondo in cui vivono. Innanzitutto, quest’epoca in cui sono nati e continuano a crescere non è come le precedenti. I drammi adolescenziali sono normali, però la gioventù deve fare i conti oggigiorno con qualcosa di più: il nichilismo. Il termine “nichilismo” deriva da nihil, che in latino vuol dire “nulla” e Galimberti lo ha gentilmente preso in prestito da uno dei filosofi più amati e odiati della storia, Friedrich Wilhelm Nietzsche. Galimberti usa queste parole per definire quello che viene descritto da entrambi come “un ospite inquietante”:

Nichilismo: manca il fine, manca la risposta al “perché?”. Che cosa significa nichilismo? – che i valori supremi perdono ogni valore.

Tutto inizia con il “toglieranno Gesù dalla parete” dei Pinguini, quindi con la rinuncia alla religione e, poi, degli altri sistemi di valori. Il risultato è la totale assenza di un fine e di uno scopo alla propria esistenza. Il futuro è incerto e questa incertezza paralizza qualsiasi slancio, qualsiasi iniziativa. Il presente è fatto di “perchè?” a cui non si trova una risposta. Primo fra tutti gli interrogativi dei giovani è la ragione per cui sono qui, perchè sono al mondo, in un mondo che non li considera. Perchè il mondo contemporaneo nulla se ne fa di loro. E, allora, i Pinguini Tattici Nucleari ci scherzano su:

Il lume della ragione s’incendiaSe il boomer non dà ragione al millennialE muore chi non si adegua.

Galimberti scava più a fondo: i giovani sono immersi in un profondo malessere, che non sanno nemmeno esprimere. Come non sanno più esprimere o dare un nome ai loro sentimenti in generale, vittime ormai del cosiddetto “analfabetismo emotivo“. A volte non sanno nemmeno di star male. Sarà forse che a farli stare male è l’incapacità di adattarsi alle aspettative e alle richieste dei millenial, sapendo che i nuovi standard di vita e le realtà in cui sono immersi sono così distanti dai loro?

Il consumismo

E cosa se ne fanno, allora, i giovani del loro malessere? Secondo Galimberti, ci convivono. É proprio qui che entra in scena un nuovo elemento dell’analisi galimbertiana: il consumismo. “Coca zero” riporta, come fosse un detto popolare, qualcosa che davvero accomuna tanti di questi ragazzi, di noi ragazzi: “C’è chi alla fama domani preferirebbe del cash oggi”. In effetti, argomenta Galimberti, il consumismo si alimenta proprio grazie ai giovani, ha capito come sfruttarli. I ragazzi annegano il loro dolore dietro a spese sempre più effimere. Non si tratta di oggetti, si sente solo il bisogno di vivere il presente fino in fondo. La scuola e i genitori, educatori del sistema valoriale oramai in crisi, non sanno come risolvere la situazione. La signora menzionata nella canzone “rimpiange di quando c’era lui“. La signora sa bene una frustrante verità, e cioè che il regime non era un’epoca di nichilismo come lo è quella attuale. I valori c’erano eccome. I più discutibili, questo sì. Però la signora preferirebbe rinuciare a parte dei propri diritti pur di riavere un po’ di ordine e disciplina. Sarebbe, perciò, utile domandare al signor Galimberti se il nichilismo non sia un po’ il figlio della libertà. Si vive nel deserto del nulla perchè finalmente si potrebbe essere tutto ciò che si vuole. Eppure, non si è nulla perchè non c’è nulla che si possa essere fino in fondo o senza rinunciare a qualcos’altro. Un’altra morale triste che i Pinguini ci lasciano alla fine della canzone: “Il mondo non ti aspetta / lui gira ruota e cambia”. Il mondo cambia e così le persone che lo abitano tentano di stargli dietro. Il futuro terrorizza la nostra generazione e nessuno potrà convincerci che ci sia ancora speranza. Allora, il denaro è l’unica cosa che valga la pena avere, ma anche l’unica che valga la pena spendere. Solo una cosa i giovani si sentono, dunque, di suggerire alla generazione precedente per voce di Riccardo Zanotti, cantante dei Pinguini:

Signora mia, se non le basta la pensioneCon un poco di passionePuò sbancare su OnlyFans.

Portafoglio, Denaro Contante, Tasca

Il disagio culturale

Il confronto viene portato alle estreme conseguenze quando nel brano sentiamo:

L’Italia è tutta quiUn Paese di vecchi difetti che fan pace con sensi di colpa giovani.

Sì, perchè è proprio la generazione della signora, quella che tanto ci critica, ad averci messo in questa situazione e che ora, per togliersi dall’imbarazzo, mette le proprie vittime all’angolo e le fa sentire in difetto. Il disagio dei giovani è, infatti, a parere di Galimberti, non psicologico o esistenziale, nemmeno collettivo, ma proprio culturale. É un sistema educativo e genitoriale corrotto e incapace di accedere all’interiorità e all’emotività degli adolescenti che mantiene viva l’età del nichilismo. La Coca Zero diventa, allora, un grido di ribellione di generazioni che vogliono riappropriarsi dello scopo, della risposta al “perchè?”, di giovani le cui esistenze sono messe in crisi da una società che non sa rendersi conto del loro valore. Galimberti li definisce i giovani del “nichilismo attivo“, che vorrebbero ridare un senso al loro futuro. Ma come possono questi ragazzi, da soli, cambiare la società? Servirebbe, sostiene lo studioso, un’intensa opera di rinnovamento culturale. Come si può, però, attuare una rivoluzione di tale portata se non si capiscono le esigenze dei giovani? Sarebbe ora che la signora la smettesse di alzare gli occhi al cielo e iniziasse ad ascoltarli, questi ragazzi. Le cose sono davvero cambiate e le basterebbe ascoltare una canzone per capirlo: sono cambiate le identità sessuali, si fa sempre più uso degli anglismi, si scopre che dietro molte celebrità c’è una scia di violenze e molestie… E la Coca Zero è solo il simbolo di un rapido e radicale cambiamento dei gusti e degli atteggiamenti avvenuto di recente, cambiamento che divide genitori e nonni dai loro figli e nipoti. Cambiamento che sembra agli anziani una rovina, ma in cui potrebbe celarsi un’enorme ricchezza, se solo il confronto tra generazioni venisse preso con serietà e ci si ascoltasse reciprocamente di più.

Lattina di Coca Cola Zero sul tavolo rosso

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