“Ma chi è questo qua?” Scopriamo i riferimenti artistici nel nuovo singolo di Fulminacci

A due settimane dall’uscita del nuovo singolo, vediamo come il connubio musica-arte costituisca un antidoto alle ipocrisie nelle canzoni di Filippo Uttinacci.

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Ironici, pungenti, versatili e fortemente introspettivi, i testi di Fulminacci non smettono di stupire; a metà tra il pop e l’indie, il repertorio di Filippo Uttinacci è caratterizzato da continue innovazioni che abbracciano e mescolano creativamente sia la vena spensierata e disimpegnata, sia quella polemica e socialmente critica.

Dagli esordi a oggi

Filippo Uttinacci, classe ’97, romano, ha esordito nel gennaio 2019 con il singolo “Borghese in borghese” confluito poi nel primo album “La vita veramente”, seguito dal secondo “Tante care cose” (2021). Ha vinto la Targa Tenco come migliore opera prima nel 2019 e nel 2021 ha partecipato al Festival di Sanremo.

Tra le canzoni più famose si ricordano “Tattica” (2021), “Santa Marinella” (2021) e specialmente “Tommaso” (2019), il brano che ha registrato il maggior numero di ascolti su Spotify, e la recente “Ragù” (2023).  Tra i successi non mancano le collaborazioni con diversi artisti come “Aglio e olio” con Willie Peyote (2021), “Milioni” con Gazzelle (2023).

Nel 2023 pubblica diversi singoli, l’ultimo è “Filippo Leroy“, uscito il 15 settembre.

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Filippo Leroy o Lello da Vinci?

Nel brano Fulminacci mette a nudo se stesso o, perlomeno, cerca di farlo, in un mondo dominato da apparenze, convenzioni e monotonia. Un mondo in cui è sempre più difficile difficile emergere e fare qualcosa di veramente memorabile, innovare e creare qualcosa di autenticamente nuovo, di originale.

E più resisto più rischio di abituarmi
A questo mondo di Barbie per non pensare
Che tra un anno già mi dimenticheranno (È una promessa)

[…]

Ma adesso basta
Dovrei pensare ogni tanto con la mia testa, fare la differenza
E invece copio da tutta la vita

È come se l’autore non riuscisse a trovare un modo per distinguersi, per diversificarsi dagli altri e, soprattutto, per distinguere il vero se stesso dall’idea che ha di lui. Infatti, a un certo punto afferma:

Potrei essere Lello Da Vinci o Filippo Leroy (Chi?)

Si interroga sulla propria identità e non ha ancora chiaro se effettivamente potrebbe essere un vero Leonardo da Vinci oppure una sua imitazione, incarnata da Philippe Leroy (1930-), attore francese, famoso per avere interpretato il protagonista nel film “La vita di Leonardo da Vinci” del 1971. Fulminacci si chiede: sono un vero artista oppure una semplice rappresentazione? La risposta non è per nulla scontata; come l’intera realtà, anche la dimensione soggettiva dell’autore è frutto di un compromesso con il suo vero io, al confine tra verità e ipocrisia, realtà e finzione, realtà e imitazione, realtà e arte.

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Oltre Leonardo da Vinci

Il brano è pieno di riferimenti artistici: dall’arte italiana a quelle olandese e belga, dall’arte gotica a quella rinascimentale, dal postimpressionismo al surrealismo fino allo spazialismo…

Si inizia con riferimenti piuttosto generici a statue e quadri come “Potrei vedere la mia faccia scolpita nel marmo” che un po’ ci riporta a “Sono una statua di bronzo” in “Borghese in borghese”. Si passa, poi, a riprese più specifiche: “Potrei dipingere un ritratto che muove lo sguardo” in cui presumibilmente Fulminacci allude all’opera più nota del Da Vinci, ossia la Monna Lisa. Fino ad arrivare a riferimenti mirati, anche meno attesi:

Potrei tagliare una tela
Potrei tagliarmi un orecchio
Mi resta un’ultima cena
E ti chiudo il cerchio perfetto
[…]
Però Renato, fidati, questa è una pipa

In ordine, il cantautore si richiama alle opere di Lucio Fontana (1899-1968) con tagli e buchi; al terribile episodio della biografia di Vincent Van Gogh (1853-1890); all’affresco del “Cenacolo” di Leonardo nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano; ai cerchi perfetti di Giotto e al “La trahison des images” o “Ceci n’est pas une pipe” di René Magritte (1898-1967).

Fulminacci cita, direttamente o indirettamente, tutti grandi artisti che hanno fatto la differenza e che hanno rivoluzionato il panorama artistico delle loro epoche.

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