L’Unione Europea esiste grazie a Spinelli (e l’amante): ripercorriamone le tappe partendo da Ventotene

Su un’isola possono nascere tante cose, come l’amore e l’Unione Europea.

Ursula Hirshmann ed Altiero Spinelli

L’Unione Europea deriva dalla lotta, dal sacrifico e dalle storie d’amore di uno dei suoi padri fondatori. Durante l’esilio, il militante comunista Altiero Spinelli non solo scrisse Il Manifesto di Ventotene, ma conobbe la donna che avrebbe cambiato la sua vita tanto quanto la nostra. Se siamo cittadini europei, infatti, è dovuto al coraggio di una donna che, oltre a combattere l’avanzata del fascismo, dovette fronteggiare anche i suoi sentimenti che oscillavano tra due uomini, il marito e l’amante. Ma chi era Ursula Hirshmann?

LA STORIA D’AMORE DA CUI SAREBBE NATA L’UNIONE EUROPEA

Aveva soltanto vent’anni quando Ursula Hirshmann conobbe Eugenio Colorni. Avevano due cosa in comune: erano ebrei e antifascisti, proprio quando il fascismo stava penetrando le proprie radici in Europa. In questa cornice, dove si costituiva l’opposizione antifascita, Ursula ed Eugenio si sposarono ed ebbero tre figlie. Il marito, però, non voleva nascondersi, intensificando il proprio impegno politico pur di dimostrare a chiunque cosa realmente fosse il regime dittatoriale. Purtroppo, sappiamo bene come terminano le storie che iniziano così. Mentre le leggi razziali mettevano piede in Italia, l’OVRA arresta Colorni. Invece di essere portato su un binario e spedito in un campo di concentramento, verrà esiliato su un’isola, l’isola di Ventotene. A fargli compagnia in questo viaggio ci saranno Eugenio Rossi, colpevole di aver additato la Chiesa come fascista, e Altiero Spinelli, militante comunista che passò la sua gioventù più in galera che a casa. Non era, tra l’altro, neanche prima volta che venne condannato all’esilio. I tre quindi si ritrovarono sull’isola. I quattro, anzi. Ursula non volle abbandonare il marito e approfittò della sua posizione per poter viaggiare tra l’isola laziale e la penisola italiana. Sull’isola, Spinelli e i due economisti scrissero la loro opera. Vista la mancanza di carta, venne utilizzata la carta da sigarette e, per evitare i controlli della polizia, gli scritti vennero nascosti nel ventre di un pollo arrosto e portato sul continente dalla Hirschmann. Il suo ruolo fu fondamentale. Ma non fu la sola. Sull’isola, infatti, c’era anche Ada Rossi, consorte di Ernesto Rossi. Avrà lei il compito di fare da tramite per le comunicazioni tra i compagni antifascisti. Sempre Ada, insieme ad Ursula, riuscirà a far trafugare del materiale saggistico del marito e di altri confinati dell’isola. Pubblicò poi clandestinamente parte dell’opuscolo, diffondendolo illegalmente sia in Italia che all’estero. A tradurlo in tedesco, infatti, ci penserà Ursula. Nel frattempo, però, il suo matrimonio con Colorni entra in crisi. I due non si parlano. La guerra ha annientato anche il loro amore. Mentre si allontaneranno le possibilità di una riconciliazione tra i due ormai ex coniugi, Ursula comincerà a provare dei sentimenti per Altiero Spinelli, avvicinandosi sempre di più al futuro padre fondatore. Anche lui prova qualcosa per lei. A seguito dell’arresto del Duce, potranno lasciare l’isola. L’amore tra Ursula e Altiero, però, non sopravvive. Ma che fine ha fatto Colorni? Dopo un breve esilio a Melfi, in Basilicata, verrà ucciso dai fascisti. Proprio dopo la sua morte, Altiero e Ursula si incontreranno nuovamente. Andranno convivere in Svizzera. La coppia avrà tre figli, tre piccole donne. Altiero adotterà anche le figlie che Ursula ebbe con Colorni. Per lei inizierà un intenso periodo fatto di viaggi, sconfinamenti, impegni e attività frenetica prima in Svizzera, in una fuga pericolosa dall’Italia, poi a Parigi con Altiero sotto falso nome, a organizzare attività federaliste. Quando il marito diventerà nel 1970 membro della Commissione Europea, soffrirà molto la mancanza del marito, costretto a lunghi viaggi lontani da casa. Sono, alla fine dei conti, i Compiti del dopoguerra che lui stesso si era prefissato. Durante quegli anni, però, la moglie continuerà la sua militanza politica. Sono anni, quelli, non solo di mancata integrazione, ma anche di emancipazione. Le donne, infatti, soffrono la loro condizione di essere donne. Ursula diventerà quindi un’attivista per i diritti delle donne insieme alle sue sei piccole donne. Altiero, non potrà che essere orgoglioso della sua compagna prima di prigionia, adesso di vita. Ursula resterà al suo fianco fino alla morte, sopraggiunta nel 1986. Ursula morirà soltanto qualche anno dopo. La loro eredità è immensa. Il Manifesto di Ventotene rappresenta il loro primo atto d’amore. Ma cosa dicono quelle pagine?

Altiero Spinelli

IL MANIFESTO DI VENTOTENE

Una testimonianza di libertà espressa duranti gli anni del regime. Il Manifesto di Ventotene è ciò che resta del pensiero federalista, un chiaro segnale di un’ideologia e, soprattutto, di storia. Fu redatto nel 1941 da Spinelli, Colorni e Rossi durante il loro confino sull’isola. Nel manifesto i tre autori affermano che, per contrastare le tendenze dittatoriali ed espansionistiche dei singoli stati nazionali, è urgente creare un solido stato internazionale che si sostituisca ad essi in materie quali la moneta, la politica estera ed economica e la difesa.Per la realizzazione del loro progetto, risulta quindi necessario mettersi in contatto con altri gruppi della medesima opinione, in modo tale da estendere l’organizzazione del movimento su scala internazionale. Spinelli, sia prima che durante la prigionia, lesse molto Marx, comprendendo le sue posizioni. La guerra, infatti, è vista da loro come il risultato l’attuazione della sovranità assoluta degli stati borghesi, in quanto per loro la guerra non è altro che un’ooportunità per fare affari. Ecco perché quando la guerra sarà finita bisognerà far scatenare in Europa una rivoluzione progressista, che porti al potere le classi meno abbienti, per privare gli stati della propria sovranità assoluta. Il Manifesto di Ventotene circolerà negli ambienti della Resistenza in tutta Europa proprio perché, grazie a Spinelli, il federalismo diventa un tema di campagna elettorale come strumento di lotta politica per le masse. L’idea degli Stati Uniti d’Europa, quella di cui parlò per la prima volta Victor Hugo durante i Congressi di Parigi del 1948,  diventa un obiettivo per il quale operai, studenti e contadini sono disposti a lottare. Oltre Marx, anche gli articoli di Lionel Robbins, un economista inglese nei quali analizza le cause della guerra, prima fra tutte il colonialismo, influenzano Spinelli. Conquistare colonie significa crearsi riserve di materie prime e mercati di sbocco per i propri prodotti in esclusiva. Il suo consiglio è quello di dar vita a uno Stato federale europeo per togliere dalle mani dei governi le politiche economiche e gli eserciti, accentrando la loro gestione. Dopo la fine della gerra, Spinelli diventerà uno dei padri fondatori. Ci saranno le due conferenze dell’Aja, di Messina, la nascita della CECA (su cui spinelli era contrario) e la firma dei trattati di Roma. Sarà membro della Commissione Europea e del Parlamento, diventando uno dei volti dell’Unione. Il suo ultimo atto nei confronti dell’Unione stessa, avverrà qualche anno prima della sua morte, attraverso la creazione di un nuovo progetto, il progetto Spinelli.

UN ULTIMO REGALO PER L’UNIONE

Spinelli si trovò ontano da casa, dalla moglie, dalle figlie e dalla sua idea di Europa. Agli inizi degli anni ‘80 lo sviluppo della comunità sembra cessato, non si fanno ulteriori passi avanti. Non si fanno ulteriori passi per quanto riguarda il processo d’integrazione tantomeno nella modifica dei trattati. La grande novità viene da Spinelli: il suo obiettivo è sempre lo Stato federale europeo, per questo utilizza la sua posizione da parlamentare, da cui deriva la legittimità popolare forte, per preparare la costituzione per i futuri Stati uniti d’Europa. Sarà il fautore del club del coccodrillo, il cui nome deriva da “Le Crocodile”, un ristorante a Bruxelles dove si riuniranno Spinelli e altri parlamentari. Vorrebbe sottoporre al voto del Parlamento europeo un progetto di trattato sull’unione europea, dove il Parlamento afferma il suo potere e diventa l’organo legislativo dell’unione, il Consiglio dei ministri diventa l’organo che si occuperebbe solo della politica estera mentre la Commissione diventerebbe un governo eletto dal Parlamento e non nominato dai capi di Stato e di governo, a cui spetterebbe il potere esecutivo. Il Parlamento europeo approva questo progetto quasi all’unanimità. Spinelli non ha previsto un meccanismo automatico per la sua messa in atto. Deve essere presentato al consiglio europeo di Milano. Non verrà approvato. Nel 1985 viene nominato presidente della commissione Delors, il quale riesce a recuperare in parte il progetto di Spinelli. Delors sostiene che bisogna modificare il trattato di Roma per darsi dei nuovi obiettivi. Firma quindi l’Atto Unico Europeo. Grazie a Delors, l’atto unico europeo è l’ultimo grande passo del metodo federal-funzionale di integrazione, tant’è che la firma porterà la prima incrinatura nel rapporto tra USA e comunità europea contro l’Unione Sovietica. L’anno successivo, Spinelli morirà. Nell’isola di Ventotene, nominata capitale morale e intellettuale d’Europa, ogni anno si riuniscono capi di Stato, politici e tanti giovani curiosi di visitare l’Isola dove nacque l’Unione. L’ex Presidente Giorgio Napolitano, in un discorso tenuto sull’isola nel 2006, afferma:

“L’appello che voglio oggi rivolgere è diretto a tutte le correnti responsabili della società italiana: rilanciare l’idea di Europa, che Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni concepirono in quest’isola spingendo lo sguardo oltre tutti i confini nazionali.”

Purtroppo, in una storia fatta di uomini, le donne non vengono elogiate, tantomeno citate. La storia recente, però, ci ha restituito il ritratto di due donne che hanno sacrificato la propria libertà per un progetto la cui storia ha deciso di tenerle per lungo tempo nascoste sotto il grande profilo dei mariti. L’impegno di Ada ed il coraggio di Ursula, sono oggi un grande esempio per i giovani. La storia, anche se romanticizzata, di una donna contesa tra due intellettuali, le restituisce un ruolo chiave nella costruzione dell’Unione. Che curiosa coincidenza, che l’attuale Presidente della Commissione Europea si chiami Ursula.

 

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