L’ultimo emendamento approvato dal governo regolamenta finalmente un settore in forte crescita in Italia salvando migliaia di imprese.
Erano anni che il crescente settore della cannabis light chiedeva una regolamentazione più chiara e seria, e grazie ad un emendamento appena approvato le aziende possono tirare un sospiro di sollievo.
L’emendamento
Il testo approvato nella notte al Senato (e proposto dai senatori Mollame, Mantero, Sbrollini, De Petris, Cirinnà e Nugnes) punta a stabilizzare il settore della canapa in Italia, regolamentando sia il suo utilizzo come biomassa sia il commercio di infiorescenze da parte dei cannabis shop. Con la nuova norma il limite di THC viene portato al valore unico dello 0.5% e viene introdotta una tassa pari a 0.40€ per grammo di prodotto finito venduto. Se la finanziaria dovesse quindi passare i negozi avrebbero un riconoscimento ufficiale definitivo.
Il senatore del Movimento 5 Stelle Mollame, primo firmatario dell’emendamento, commenta: “Con questa norma andiamo a regolamentare un comparto della produzione agricola caratterizzato da poca chiarezza dovuta ad incertezze normative e giurisprudenziali. La cannabis è una pianta dalle qualità straordinarie, da cui si ricavano tessuti, corde, tele per le vele, ma anche farina e olio. Incentivare questo mercato porterà non solo ad un percorso virtuoso di green economy ma darà anche uno slancio all’economia di settore. In Italia ci sono circa 3 mila aziende per un totale di 10 mila dipendenti, in un settore in continua e forte crescita, anche per la richiesta a livello internazionale del cannabidiolo usato nella cosmetica e in farmaceutica“.
Anche Luca Marola, fondatore di EasyJoint, la prima società ad aver intrapreso la vendita di cannabis light in Italia, commenta positivamente la norma: “Dopo due anni e mezzo di lotta pare arrivi il riconoscimento della bontà delle nostre motivazioni. Abbiamo smascherato la follia del proibizionismo, creato dal nulla una filiera agricola e commerciale non immaginabili solo due anni fa, siamo riusciti a far correggere la legge sulla canapa e sugli stupefacenti negli aspetti più controversi“.
Le critiche
Ovviamente le critiche non mancano, e i primi a farsi sentire sono stati Maurizio Gasparri di Forza Italia e Giorgia Meloni di Fratelli D’Italia.
Per Gasparri infatti questo emendamento si tratta di: “un pericolosissimo subemendamento dei 5Stelle che fa fare passi avanti alle politiche di apertura alle droghe. Con il pretesto di regolamentare la produzione industriale di canapa si favorisce la commercializzazione dei fiori e si modifica il testo unico per gli stupefacenti facilitando la vendita di prodotti a basso contenuto di tetraidrocannabinolo“.
Mentre la Meloni afferma: “Un governo “stupefacente” che con un emendamento approvato alla chetichella nella notte, apre gravemente alle droghe sulla strada della legalizzazione. La droga è droga, sempre. Come FdI continueremo a dare battaglia su questo tema. In piedi c’è sempre la nostra proposta di legge per la chiusura dei negozi in cui si vendono prodotti contenenti cannabis a basso Thc, ritenuti pericolosi dal Consiglio Superiore di Sanità“.
Nonostante ciò le loro tesi non reggono per varie ragioni. Gasparri si limita solamente a promuovere una campagna proibizionista, basata solamente sulla presa di posizione che “la droga fa male sempre e comunque”, pensiero non argomentato e smentito da centinaia di pubblicazioni scientifiche in tutto il mondo. Giorgia Meloni invece sfrutta l’emendamento per attaccare il governo e portare avanti anche lei una campagna proibizionista condendola con citazioni false e, come Gasparri, prese di posizione non argomentate:
- “apre gravemente alle droghe sulla strada della legalizzazione” : L’emendamento regola il commercio della cannabis light e fissa limiti di legge in termini di concentrazioni di THC, quindi non apre ancora la strada alla legalizzazione stile Stati Uniti, e tanto meno suggerisce un’apertura alle droghe in senso generico.
- “i prodotti a basso contenuto di THC vengono ritenuti pericolosi dal Consiglio Superiore di Sanità“: Il Consiglio Superiore di Sanità, durante la seduta del 10 aprile 2018, ha ritenuto che la pericolosità dei prodotti a basso contenuto di THC non può essere esclusa (ma nemmeno confermata) per vari motivi. Nella nota quindi non viene dichiarata pericolosa né la cannabis light né la cannabis normale, ma viene solamente suggerito di non sottovalutarne gli effetti a breve e lungo termine in soggetti predisposti a patologie e non a causa di mancanza di studi condotti a lungo termine sulla popolazione. In altre parole consigliano ai cittadini di utilizzarle con la coscienza che non ci sono ancora abbastanza prove sulla sicurezza di tali prodotti.
- Infine è proprio l’ideologia proibizionista ad essere contraddittoria poiché critica solamente alcune droghe attualmente consumate dall’uomo. Alcool e tabacco infatti sono classificate come le droghe più pericolose e dannose per l’uomo, uccidendo 120000 persone l’anno solo in Italia, eppure nessuno si sognerebbe di renderle illegali; allora perché fare una tale campagna discriminatoria contro un prodotto che non ha mai portato al decesso una persona e si sta affermando sempre di più come medicinale efficace contro numerose patologie?
THC e CBD
Nella cannabis sono contenute molte sostanze simili tra loro ma con effetti diversi, le più conosciute sono il THC ed il CBD.
Entrambe le molecole fanno parte della famiglia dei cannabinoidi, ossia sono sostanze in grado di interagire con i recettori endocannabinoidi sparsi lungo tutto il corpo umani. Sono infatti presenti nel nostro corpo dei cannabinoidi prodotti naturalmente, i quali regolano tantissimi meccanismi del corpo umano come gli stimoli del vomito, l’appetito, la spasticità legata alla sclerosi multipla, capacità anticonvulsionanti, vasodilatazione, fertilità, risposta immunitaria, protezione anti-ossidativa, controllo e gestione dello stress, proliferazione cellulare. Per via di questa enorme importanza biologica del sistema endocannabinoide, il THC ed il CBD possono avere numerosi effetti positivi nel corpo, aiutandolo a gestire molte patologie:
Aiutano contro la nausea ed il vomito in chemioterapia, stimolano l’appetito nei malati di AIDS, contrastano la sclerosi multipla, sono ottimi antidolorifici, contrastano la sindrome di Tourette, lottano contro i tumori e le malattie infiammatorie, riducono o eliminano gli attacchi epilettici nei soggetti predisposti, e sono in fase di studio contro molte altre malattie, con risultati attualmente positivi.
La cannabis sembra quindi essere un prodotto potenzialmente sicuro, e molto utile in medicina, ma nonostante ciò non vanno sottovalutati i suoi effetti negativi in alcuni soggetti predisposti che potrebbero andare incontro a manifestazioni schizofreniche o altre patologie dormienti.
Con la regolamentazione della cannabis light si fa quindi un piccolo e cauto passo, regolamentando un mercato già in forte sviluppo e rendendo sicuri migliaia di posti di lavoro, facendo inoltre notare l’inettitudine di chi appoggia il proibizionismo.