“Ma tu che sei psicologo, sai dirmi se riuscirò mai a trovare il fidanzato?” “Potresti risolvere tutti i miei problemi?” “Ho sognato il mio gatto sopra un unicorno, cosa significa? ”.
Sono molte le domande che mi vengono poste riguardo il ruolo della psicologia e conseguentemente della figura dello psicologo, perciò vorrei finalmente fare chiarezza così da rasserenare gli animi.
I pregiudizi malsani riguardo lo psicologo
Ci sono due tipologie di persone: coloro che credono che lo psicologo sia uno stregone con poteri arcani e coloro che lo considerano inutile, o quantomeno non più utile di un amico o parente. Inizio dunque chiarendo alcuni punti base necessari per capire ciò che dirò in seguito.
Lo psicologo
- NON è un supereroe che legge la mente delle persone
- NON prevede il futuro
- NON ha la bacchetta magica per risolvere i problemi
- NON è un cartomante
- NON interpreta sogni a comando
- NON ti fornisce la lista, magica e supersemplice, di consigli che ti faranno diventare milionario e felice
- NÉ , quanto meno, ti inganna facendoti credere che la risposta sia dietro l’angolo del tuo giardino
- NON è uno strizzacervelli utile solo per i pazzi
- NON ti ruba i soldi facendoti soltanto credere di avere problemi giganteschi irrisolti
- avendo studiato per almeno 5 anni, NON ha le stesse competenze di un amico.
Il vero ruolo dello psicologo
Lo psicologo è un professionista sanitario che svolge attività di prevenzione, diagnosi, intervento, promozione della salute, abilitazione-riabilitazione, sostegno e consulenza in ambito psicologico, rivolte al singolo individuo, alla coppia, al gruppo e altri organismi sociali o comunità. Egli studia, diagnostica e tratta gli stati mentali patologici e normali (quindi lo psicologo NON lavora solo con i pazzi) osservando e interpretando come gli individui si relazionano tra loro e nei loro contesti.
Lo psicologo cammina con il paziente, non lo porta sulle spalle. Quello che avviene è un percorso nel quale emerge la consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, necessaria per la formazione di una struttura emotiva solida ed autosufficiente. Allo stesso tempo lo psicologo non si sostituisce ad un amico, ma è un professionista, e come tale indirizza il paziente in un viaggio ragionato sulle emozioni. Sfogarsi con una persona a noi cara porta ad un coinvolgimento emotivo che non tutti sanno gestire. Spesso, infatti, gli amici tendono a stare dalla nostra parte oppure, in caso contrario, a toccare dei tasti dolenti che ci fanno perdere le staffe, rischiando di ferirci.
Le emozioni appartengono ad un livello differente dalla logica perciò bisogna fare i conti con il fatto che non si può considerare tutto in maniera analitica e razionale. In aggiunta, l’irrazionale non è un elemento da sottovalutare e, se esiste una facoltà di psicologia che tenta di studiarlo, mi pare assurdo restituirgli poca rilevanza.
Da dove nascono le false credenze
Il termine pregiudizio può assumere diversi significati, tutti in qualche modo collegati alla nozione di “giudizio prematuro”, ossia basato su argomenti insufficienti o su una loro non completa o indiretta conoscenza. Un pregiudizio è generalmente basato su una predilezione immotivata per una particolare ideologia. Un tale pregiudizio può ad esempio condurre ad accettare o rifiutare la validità di una dichiarazione non in base alla forza degli argomenti a supporto della dichiarazione stessa, ma in base alla corrispondenza alle proprie idee preconcette. Senza quindi alcuna riflessione.
E questo non vuol dire che esso vada necessariamente eliminato. Mi spiego meglio. L’uomo non può analizzare minuziosamente tutta la realtà, perciò spesso utilizza pregiudizi per comodità: non so se effettivamente gli elefanti sono pericolosi, però mi fido delle credenze più popolari in virtù di una mia pigrizia nel documentarmi riguardo questa specie di animali.
Nonostante ciò questo tipo di pregiudizio è sano fintantoché non si ha la paura di sconfermarlo. Di ogni proprio pregiudizio bisogna infatti assumerne la piena consapevolezza, al fine di ridimensionarne il peso e di abbandonare ogni insostenibile pretesa di verità a priori. Nella maggioranza dei casi, però, è la paura che fa da padrone, paure inconsapevoli che ci legano a preconcetti, paure difficili da identificare. Per spiegare in maniera più esplicita questo concetto, analizzerò cinque principali paure derivanti da pregiudizi riguardanti lo psicologo:
- “Parlare con gli amici è la stessa cosa, anzi, possono darmi consigli migliori perché mi conoscono meglio” = probabilmente si ha paura di mettersi in gioco in qualcosa di sconosciuto perché dove c’è il nuovo ci sono possibili delusioni. In primis, però, la sfiducia nei confronti dell’altro deriva da una poca autostima in se stessi: non ci si reputa in grado di affrontare un imprevisto.
- “Impossibile risolvere problemi concreti solo parlando” = probabilmente si ha paura di perdere la propria realtà materiale, la parola può essere vista come un distogliere l’attenzione da ciò che si sta facendo. A tal proposito posso ribattere dicendo che la parola non serve solo a descrivere la realtà, ma è il mezzo attraverso cui essa viene costruita. Parlare ci aiuta a cambiare il modo in cui attribuiamo significato al mondo, modificando di conseguenza i nostri atteggiamenti e comportamenti.
- “Sono fatto così, non posso cambiare” = il concetto è molto simile a quello del punto 1, la paura di uscire dallo stato di comfort non permette di guardare al di fuori alla ricerca della condizione più ideale. Tutti possono cambiare, basta capire il metodo giusto per farlo: è un po’ difficile dipingere un quadro con una forchetta, ma se usate il pennello vedrete dei risultati.
- “Lo psicologo è utile solo per i pazzi” = la propria insicurezza porta a volersi differenziare dai ‘non sani di mente’ per paura che qualcuno li associ a loro, ma tranquilli, uno psicologo non vi definirà né tratterà mai da ‘pazzi’ (a meno che non sia incompetente) e se qualcuno dovesse giudicarvi per una scelta volta al vostro bene, forse non è una persona con la quale instaurare un rapporto.
- “Non vado dallo psicologo perché posso benissimo farcela da solo” = molte volte queste persone hanno il bisogno di avere sotto controllo ogni problema, così da sentirsi forti e sicuri. Questa, però, è spesso una maschera che nasconde dietro di sé la paura di sentirsi incapaci, insufficienti. Nessuno sa risolvere tutti i problemi del mondo, perciò non sei un incapace se non ne sai risolvere uno!
Ovviamente ognuno ha i suoi vincoli perciò con questi esempi non vorrei generalizzare. D’altro canto dietro molti pregiudizi si nascondono paure, incertezze che non permettono di scegliere l’opzione più sensata. Il mio consiglio è di osservarle con attenzione ed analizzarle, così da decidere la via più consona per il raggiungimento del nostro benessere .