C’è una nuova realtà alle porte, una realtà fredda e ferrigna, dove l’uomo si inchina alla perfezione della macchina, dove l’artificio sovrasta la natura. E’ l’ Era del “post-storico”, così la definisce Mumford, dell’iper-razionalismo, che consegna la vita umana al controllo meccanico, s-qualificandola perché troppo irrazionale e quindi destinata ad essere sostituibile.
Quella che pensavamo essere pura fantascienza si presenta ora sotto la forma di una realtà non solo possibile, ma assolutamente probabile. La nostra epoca, “l‘epoca del silicio”, come la chiama Foucault, è teatro di un fiorente progresso tecnico e tecnologico, che ha portato all’avvento di macchine sempre più sofisticate, sempre più automatizzate, sempre più… perfette. Questo grande sviluppo tecno-scientifico si condenserà necessariamente in quel composto, caro agli amanti del mondo cyborg, dell’uomo-macchina, che sostituirà la forma uomo in virtù di un essere totalmente razionale, decisamente meno carente e molto più controllabile.
Mumford e l’uomo-macchina
“L’uomo, creando la macchina pensante, ha compiuto l’ultimo passo verso la completa sottomissione alla meccanizzazione. […] Con il perfezionamento dell’automa l’uomo si troverà completamente alienato dal proprio mondo e ridotto a una nullità. Il regno, il potere e la gloria appartengono ora alla macchina”. (L. Mumford, Le trasformazioni dell’uomo, p. 158.)
Secondo Mumford, il composto uomo-macchina sarà la degenerazione necessaria della forma uomo, una degenerazione che prende le mosse da un’esigenza di perfezione e di stabilità che l’uomo non ritrova in se stesso e che quindi ricerca e pone in altro. Perché la macchina? Perché la macchina è pura razionalità, è comando e esecuzione, input ed output, e manca di tutto quel consorzio emozionale che rende l’uomo instabile e irrazionale. Vi è una perdita progressiva di importanza del corredo istintuale a favore di un protagonismo sempre più accentuato dell’intelligenza, consapevolmente dedita ad un controllo delle attività umane, staccandosi da tutto ciò che è istintivo, finalistico, organico e legandosi di contro a ciò che è causale e meccanico.
L’Era del post-storico
La cultura post-storica si pone nei termini della sostituzione della forma uomo con il composto uomo-macchina, del progressivo abbandono e sacrificio consapevole – questo è fondamentale- del corredo istintuale in virtù di un razionalismo esasperato, che miri ad incentivare ed ottimizzare controllo e stabilità. E’ l’ Era della reificazione dell’umano e “dell’abdicazione finale di fronte a questo prodotto della sua abilità che gli darà un nuovo oggetto di adorazione: un Dio cibernetico”. L’uomo post-storico diviene schiavo della macchina e adattato alle logiche di funzionamento delle collettività meccanizzate, qualsiasi traccia di vita autentica sembra dunque destinata a sparire e lasciare il posto ad un processo automatizzato e automatizzante, di cui l’uomo non è che vittima volontaria, nella misura in cui sceglie fiduciosamente di consegnarsi nelle mani di ciò che manifesta potere di ordinamento e messa in forma ottimale: la macchina.
Io Robot: uomo vs macchina
Nell’anno 2035, a Chicago, I robot positronici sono ormai diventati parte della vita quotidiana, un articolo domestico come un altro, alla portata di tutti, si aspetta solo l’arrivo sul mercato dei nuovissimi NS-5, generazione prodotta dalla U.S. Robots, azienda leader nella robotica. In mezzo a questo marasma di entusiasmo per le nuove tecnologie, il detective Del Spooner (Will Smith) non si fida troppo di questi avanzatissimi robot. Spooner viene chiamato sulla scena del suicidio del dottor Alfred Lanning, brillante scienziato nonché fondatore della U.S. Robots e ideatore delle famose Tre leggi della robotica e dei famosissimi “NS-5”. Il detective inizia a investigare, immaginando che il delitto possa essere stato commesso appunto da un robot, e tenta quindi di capire se questi siano effettivamente una minaccia per la razza umana. L’indagine porta alla violazione delle Tre Leggi fondamentali della robotica, create per tutelarsi dalle macchine, tali leggi si ritorcono contro l’umanità stessa quando il super computer V.I.K.I. le distorce in un groviglio di pensieri logici. La mega AI intuisce che la prima fonte di distruzione per l’umanità è l’umanità stessa e che per proteggerla c’è quindi bisogno che le macchine prendano il sopravvento sull’uomo. Il film “Io, Robot”, uscito nel 2004, di A. Proyas, ispirato all’antologia Io, Robot dello scrittore di fantascienza Isaac Asimov, descrive una realtà simile a quella del post-storico, con la differenza fondamentale che se nel film sono le macchine che cercano di prendere il sopravvento sull’uomo, con la forza e la violenza, nello scenario descritto da Mumford l’uomo sceglie consapevolmente di subordinare se stesso alla potenza perfetta della macchina.
Samuele Beconcini