Il tuo intelletto può confonderti, ma le tue emozioni non ti mentiranno mai.
(Roger Ebert)
Introduzione
Iniziamo descrivendo in generale le emozioni. Le emozioni sono generalmente stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche a stimoli esterni, interni, naturali o appresi. Le emozioni esercitano un influenza incredibilmente potente sul comportamento umano, esse possono causare azioni che in condizioni normali non si eseguirebbero.

Emozioni primarie
Le emozioni primarie vengono classificate cosi perché si manifestano nei periodi iniziali della vita umana e ci accomunano a molte altre specie animali. Esso sono: Disgusto, Tristezza, Gioia, Rabbia e Paura.
1)Disgusto: Il disgusto è una risposta repulsiva caratterizzata da un’espressione facciale specifica di questa emozione
2)Tristezza: Essa si origina a seguito di una perdita o da uno scopo non raggiunto
3)Gioia: La gioia è un’emozione positiva di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri
4)Rabbia: La rabbia è generalmente generata dalla frustrazione e si può manifestare attraverso l’aggressività.
5)Paura: La paura è un’emozione dominata dall’istinto, ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una situazione pericolosa

Il grande lavoro di Guillaume-Benjamin Duchenne
Duchenne nacque nel 1806 a Boulogne, la sua fama è legata principalmente alle ricerche sulla neurofisiologia dell’emozione. Lui cominciò ad interessarsi al modo in cui i muscoli facciali vengono utilizzati per trasmettere informazioni. Infatti a seconda dell’emozione, il nostro volto esprime i vari stati d’animo con un complesso insieme di movimenti muscolari. Egli mediante uno stimolatore elettrico faradico che, applicato a determinati punti della pelle, stimolava i muscoli sottostanti con enorme precisione, riuscì a catalogare per primo tutti i muscoli della faccia umana, e non soltanto. Praticamente questa tecnica (non invasiva) si basava sull’uso di elettrodi molto appuntiti che appoggiati all’epidermide facevano passare una piccola scossa elettrica, indolore ed estremamente localizzata.
Differenza fra un sorriso sincero e uno falso
Duchenne si accorse che quando stimolava elettricamente i suoi soggetti non riusciva ad ottenere da loro un sorriso convincente. Cosa mancava?. Egli provò con gli elettrodi un sorriso sul volto di un soggetto, e immediatamente apostrofarlo con una battuta spiritosa. Lo scopo era confrontare quali muscoli si muovessero nel sorriso “indotto” e in quello “spontaneo”.
Duchenne capi che quando il sorriso è indotto (falso), i muscoli attorno alla bocca si attivano in maniera molto simile al sorriso naturale. Il sorriso “bugiardo” difetta dal sorriso sincero poichè i muscoli intorno alla bocca e alle sopracciglia si muovono solo se il sorriso è sincero.