Le persone comuni, non affiliate ad un mondo che, per certi versi, non le rappresenta, spesso si chiedono quale sia il significato e quale sia il reale motivo che spinge centinaia di di stilisti a mettere in mostra abiti assolutamente stravaganti e sicuramente non indossabili nella più pura quotidianità. Cosa spinge, poi, migliaia di persone addirittura a pagare per osservare abiti che non metteranno mai e che sono giudicati dalla maggior parte delle persone, se non stravaganti, estremamente brutti? Il filo conduttore che permette di fornire una spiegazione a tutto questo non sempre è conosciuto dalla maggior parte delle persone. Spesso le persone fanno l’errore di trasporre i concetti che vengono espressi nelle sfilate di alta moda alla vita reale. Sebbene, al giorno d’oggi, le tendenze ci stanno spingendo verso uno stile sempre più particolare, alle volte tornando indietro nel tempo, alle volte facendo un enorme volo pindarico verso uno stile aggressivo ed estremamente innovativo, i concetti dell’alta moda vogliono riprendere emozioni, sentimenti e produrre un impatto. A questo punto è doveroso chiedersi: l’alta moda è una forma d’arte?
Il significato della moda
L’abito, da molto tempo a questa parte, assolve non solo una funzione correlata alle necessità dell’individuo, come quella della sopravvivenza, ma riveste anche una precisa funzione sociale, dettata dal luogo, dal tempo e dalle persone che popolano la realtà. Quando si parla di moda si fa riferimento alla tendenza del comportamento della collettività a mutare anche secondo le esigenze del contesto di riferimento. Le sfilate hanno, dunque, il preciso intento di anticipare quelle che saranno le nuove frontiere delle tendenze e, quindi, del comportamento collettivo. L’alta moda, dunque, nasce per accattivarsi l’opinione del suo pubblico, imprimere delle impressioni e invitarlo a seguire le sue tendenze. Il suo intento risulta essere quello di sorprendere, di innovare e creare un’impressione che porti il pubblico a percepire quello che si dovranno aspettare, ma soprattutto desiderare, da una moda più legata alla..quotidianità.
Perchè, allora, gli stilisti lanciano delle collezioni stravaganti? Molto spesso, quando si pensa alle sfilate e al concetto di moda in sé, si ricade inevitabilmente in un circolo vizioso di stereotipi e di idee che nascono dalla percezione del mondo che c’è dietro, fatto di frivolezze, ricchezza e lusso. Tuttavia, tutto ciò che viene oscurato dalle immagini negative che questo mondo porta con sé è il suo inestricabile rapporto con il mondo dell’arte, delle emozioni e delle impressioni.
Un legame profondo
Sebbene queso legame non sia, in fin dei conti, così palese, il mondo della moda e quello dell’arte sono legati indissolubilmente fin dalla sua nascita. Molti si chiedono se sia possibile “fare arte” creando dei prodotti che vanno indossati senza svalutare il concetto stesso. La moda è un fenomeno non solo psicologico e culturale, ma anche, e soprattutto, un fenomeno economico-sociale. Ciò non toglie il fatto che, molto spesso, gli stilisti si ispirino ad opere d’arte per produrre i loro capi. Non di rado sono state presentate delle creazioni ispirate al mondo dell’arte, come “Impressioni Dior”, la collezione di Christian Dior ispirata al mondo dell’impressionismo del 2013, o Yves Saint Laurent ispirato da Mondrian, o Dolce e Gabbana, con la loro collezione ispirata ai mosaici bizantini. Tuttavia, non si può escludere su tutta la linea che gli stilisti, soprattutto quelli facenti parte delle più famose case di moda, siano essi stessi degli artisti che trasferiscono il loro estro su tessuto piuttosto che su carta, tela o marmo. Come abbiamo detto prima, l’intento è quello di proporre quelle che sono le nuove tendenze che domineranno sul mercato, ma la chiave sta nel modo in cui vengono proposte. Esattamente come una mostra d’arte, un concerto o un film, il fine ultimo di una sfilata di moda è quello di suscitare un’impressione.
La moda e il suo impatto psicologico
Le sensazioni che un’esposizione di opere d’arte vuole fornire è quella di creare un impatto emotivo, quindi psicologico, che perduri nel tempo. L’arte non è fine a sé stessa, ma si propone il fine di interagire con il pubblico e produrre un effetto che resista nel tempo. L’esperienza ha il fine ultimo di creare un legame emozionale con l’oggetto dell’esposizione e la persona. In questo frangente ha un ruolo chiave il gioco dell’accostamento cromatico, in quanto l’accostamento di colori ben precisi suscita emozioni nella persona, così come le sagome, il tatto e il suono. Attraverso vestiti, stampe, colori e l’idea del tessuto che scorre fra le dita, quello che accade durante una sfilata è quello di vivere un’esperienza sensoriale a 360 gradi, con lo scopo di produrre delle sensazioni che si avvicinano molto a quelle scatenate da una mostra artistica. Insomma, i vestiti astrusi e apparentemente insensati proposti dallo stilista non sono altro che delle opere d’arte indossabili messe a punto per valorizzare la casa di moda che rappresentano. Successivamente, i vestiti che vengono proposti nei negozi, non saranno altro che un modellamento e una reinterpretazione di quello che è stato presentato alla sfilata.
L’obiettivo delle sfilate, dunque, è quello di proporre, attraverso una serie di stimoli che contribuiscono a dare un’impatto emotivo e, successivamente, un’impressione agli occhi di chi vi assiste, un’idea di quello che verrà in seguito. È vero che, in un certo senso, gli abiti si possono interpretare come trovata pubblicitaria per lo stilista, tuttavia, è ugualmente innegabile il fatto che si tratta di opere che, nella loro stranezza, risultano essere molto simili ad un quadro, seppur indossabile. Dunque, è possibile concludere che la moda è una forma d’arte…nel suo genere.
Alice Tomaselli