C’è una relazione fra ipersessualità, uso smodato della pornografia e disturbo da deficit di attenzione e iperattività (abbreviato ADHD)? Degli studi sembrano supporre che questa mancanza di controllo si estenda anche al campo della sessualità.
Uno studio compiuto su circa 14000 uomini e donne ungheresi con un’età compresa fra i 18 e 76 anni, ha provato a dimostrare la comorbidità fra il disturbo dell’attenzione, l’ipersessualità e l’uso problematico della pornografia. I soggetti dell’esperimento, reclutati online, hanno risposto a tre questionari self-report: ADHD Self report Scale (ASRS), Problematic Pornography Consumption Scale e l’Hypersexual Behavior Inventory. I risultati hanno mostrato come la gravità dei sintomi del deficit di attenzione correli con entrambi i disturbi. Vi è però una differenza; nell’associazione fra ADHD e ipersessualità non c’è distinzione di sesso, mentre tra ADHD e industria hard c’è maggior prevalenza negli uomini che nelle donne. Anche se non si può stabilire una correlazione diretta tra queste patologie, è giusto affermare che occorre valutare la presenza del disturbo da deficit di attenzione e iperattività nei casi in cui vi è un uso patologico della pornografia e nei casi di ipersessualità e viceversa.

Il film Shame
Sarà di ADHD che soffre Brandon (Michael Fassbender), il protagonista del film Shame di Steve McQueen? Nella pellicola Brandon è un impiegato trentacinquenne di New York, la cui vita è totalmente al servizio del sesso. Un pensiero fisso da cui il protagonista non riesce a staccarsi, neppure per un breve periodo. A lavoro, il computer è intasato di video e siti che mostrano la totale dedizione alla pornografia. Incapace di controllare i propri impulsi, il Michael Fassbender del film si sfoga con innumerevoli incontri occasionali, in un crescendo che lo porta a scaricarsi con sempre più donne, prostitute, fino ad avere un rapporto omosessuale. L’unica remora che sembra impensierire un po’ l’impiegato è l’arrivo in città della sorella per cui prova un sincero affetto. Purtroppo però questa patologia lo porta sempre ad essere freddo, ad allontanare tutti e vivere isolato. La sorella Sissy ne soffre parecchio, arrivando a tentare anche il suicidio. La cosa pare scuotere Brandon che in un’ultima scena in metropolitana, mentre incrocia lo sguardo di una donna, non ha più quel guizzo malizioso.
Adhd
Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività rientra nella categoria dei Disturbi del Neurosviluppo. I sintomi infatti iniziano a comparire durante il periodo della crescita, sono molteplici e risultano essere molto invalidanti. I segnali sono un’eccessiva attività, una notevole mancanza di attenzione, ma anche difficoltà a controllare il proprio comportamento, i propri impulsi. La presenza di questa patologia sembra colpire il 5% dei bambini, che nel 2,5% dei casi se la trascineranno anche da adulti. Questi particolari tratti si manifesteranno in tutti contesti, lavorativi, scolastici, familiari. Si possono distinguere tre sotto-tipi del disturbo:
- Manifestazione combinata. È caratterizzata sia dal deficit d’attenzione che da iperattività, impulsività.
- Manifestazione con disattenzione predominante. In questo caso è proprio la concentrazione ad essere intaccata. Chi ne soffre riesce ad avere buone relazioni sia in famiglia che a scuola, per cui la diagnosi può essere difficoltosa.
- Manifestazione con iperattività-impulsività predominanti. Il controllo degli impulsi è gravemente danneggiato e non riescono a stare fermi.
In genere questo disturbo esordisce nell’infanzia ed è durante l’età scolare che viene diagnosticato maggiormente. Anche il quadro sintomatologico cambia al variare dell’età. Da più piccoli si può essere più iperattivi, mentre dietro i banchi da scuola emerge la disattenzione. Da adulti, invece, è l’impulsività e l’irrequietezza a causare problemi.
Sonia Felice