Quando puoi dire di raggiungere il tuo diapason? In un mondo in cui la comunicazione è ridotta allo stretto indispensabile, la musica appare più necessaria che mai. Sentiamo l’esigenza di provare qualcosa. Abbiamo bisogno di impulsi che ci tocchino nel profondo, di emozioni talmente forti da sconvolgerci e di sensazioni che ci diano i brividi. Quali sono i momenti che ci fanno sentire più vivi? Sono quelli che resteranno per sempre nei nostri ricordi, quando sentiamo di stare vivendo davvero e nel modo migliore possibile, quei momenti in cui siamo in perfetta armonia con il mondo e con noi stessi. Sono quei ricordi che racchiudono in sé delle emozioni particolari e di cui ciascuno di noi fa tesoro, che rendono speciale ed unica un’esperienza. Quale meccanismo sta dietro al ruolo così vitale che viene attribuito alla musica?
Il potere della musica
Quante volte vi è capitato di identificare i vostri sentimenti con quelli di cui è intrisa una canzone? La musica definisce chi siamo, allevia le nostre ferite, alimenta la gioia nei momenti felici. E si, la musica entra in maniera così intima nei recessi più profondi dell’anima. Ed è così raro che un’altra persona riesca a farlo! Forse il motivo sta proprio nel fatto che solo la musica è in grado di descrivere nella maniera più completa emozioni che non siamo in grado di descrivere neanche noi. La musica riesce a risvegliare e ad esorcizzare sentimenti che, la maggior parte delle volte, non siamo in grado di gestire da soli e, naturalmente, l’esperienza è amplificata in maniera pregnante quando si assiste ad un concerto dal vivo. In fondo, cosa c’è di meglio dell’ascoltare dal vivo la voce di quell’artista che è stato capace di farvi venire quei brividi? A quanto pare, neanche fare sesso regge il paragone.
Power of Life
I dati raccolti da Live Nation e dall’agenzia Culture Coop sono chiari: per il 71% degli intervistati le sensazioni provate durante un concerto live sono più forti di quelle che proviamo facendo sesso. Sono emozioni che difficilmente riescono ad essere trovate altrove, neanche ascoltando musica in streaming. Quando ci troviamo in compagnia di persone che condividono la nostra stessa passione e il nostro stesso amore verso un genere particolare di musica, quello che si forma è un legame fatto di intesa puramente psicologica. Sarà per il fatto di vivere nell’era del digitale, in un momento in cui la sterilità sociale è più forte che mai, ma ascoltare un concerto, soprattutto dell’artista che più si stima, è una delle esperienze più intense che si possano provare. Sembrerebbe, inoltre, che i concerti live siano preferiti da persone che amano la compagnia e che godono di una particolare popolarità nel loro contesto sociale, ma quest’ultimo fattore dipende tutto dalla psicologia della persona.
Ballare e pogare stimola il cervello
È stata effettuata, per confutare l’ipotesi, un’analisi dal punto di vista biometrico. Le persone, durante un concerto, sincronizzano i propri movimenti, quindi ballando o pogando, a tal punto da stimolare una maggiore produzione di Ossitocina. Questa piccola molecola è un Neurormone, un ormone che viene diffuso nel sistema attraverso i Neuroni, ed è di fondamentale importanza. Sta alla base della “Teoria della mente”, secondo la quale l’essere umano è caratterizzato da sentimenti, da un bisogno naturale di stare con gli altri e dal bisogno di stringere e intrattenere rapporti. In sostanza, l’uomo è un animale sociale che possiede una capacità di immedesimarsi e identificarsi nei sentimenti e nelle emozioni degli altri, oltre ad influenzarli. L’Ossitocina è, inoltre, definita come ormone dell’amore, poiché influenza il comportamento materno. È attraverso di essa che si genera lo stimolo che, nelle ghiandole mammarie, permette la fuoriuscita del latte materno e, durante il travaglio, le contrazioni uterine. Viene prodotta a livello del lobo posteriore dell’Ipotalamo, una delle aree coinvolte nella produzione di quelle sostanze chimiche che determinano la comparsa delle emozioni e dei sentimenti, tra le quali si ritrovano: Corteccia Somatosensoriale Secondaria, Corteccia Cingolata, Corteccia dell’Insula, Ipotalamo e alcune parti del Tronco Encefalico. Tuttavia, nonostante siano stati individuati questi centri, stabilire quale sia la vera e propria origine delle emozioni è un quesito tutt’altro che semplice.
Per quanto, dunque, un concerto lasci un’impronta così significativa nella memoria di ciascuno di noi, è proprio grazie ai sentimenti che vi sono legati che si percepisce una differenza. Condividere un momento di passione con qualcuno, vivere le emozioni di un concerto o assaporare qualsiasi altro piacere della vita, non avrebbe lo stesso significato se non fossimo noi stessi, con le nostre emozioni, a rendere questi ricordi speciali, unici e memorabili.
Alice Tomaselli