Watchmen è il miglior insegnante di filosofia morale che potrai mai avere

Molti affamati lettori di fumetti sono consapevoli a cosa si vada incontro leggendo le opere di Alan Moore. Lo scrittore e fumettista di Northampton ha estratto dal suo ‘cappello’ capolavori inestimabili per l’arte del fumetto come V for Vendetta e The Killing Joke. Parlando della sua “magnum opus” non potremmo citare altro che non sia Watchmen. Considerato il capolavoro di Alan Moore, Watchmen incentra la sua storia su un gruppo di supereroi in pensione, nell’opera più correttamente definiti ‘vigilanti mascherati’, che convivono col proprio passato affrontando un possibile e imminente disastro nucleare, frutto di un affascinante sfondo ucronico, quello della Guerra Fredda. In Watchmen niente viene lasciato al caso ma nonostante questo, l’opera trasmette tutta l’insicurezza della particolare vicenda storica in cui si trovano i personaggi, acuita ancor di più dalla piega degli eventi volutamente differente dalla realtà storica. L’articolo può comportare la presenza di SPOILER per chi non avesse ancora letto il fumetto.

Alan Moore, l’autore di Watchmen. (Fonte: badcomics.it)

Watchmen racconta gli eventi in quella che è di fatto una ‘ucronia’: i due blocchi della Guerra Fredda hanno un equivalente materiale nucleare e sono pronti a combattere, cancellando l’umanità. Nixon, evitato lo scandalo Watergate, viene rieletto quattro volte, mentre imperversano dei vigilanti mascherati che se dapprima erano in regola col governo, dopo un decreto legislativo, sono costretti ad appendere costume e maschera al chiodo e svelare la propria identità. Gli eventi della Guerra Fredda sono sconvolti quando un uomo, inizialmente dato per morto in un incidente in laboratorio,  riappare sotto forma di un semidio, in grado di piegare la materia alla sua volontà e diventando di fatto il deterrente nucleare favorito degli USA, avvantaggiando la nazione nella contrapposizione tra i due blocchi. In tale contesto, un miliardario filantropo ed ex-vigilante mascherato ordisce un piano per risolvere la crisi globale, inscenando l’apparizione di un mostro da lui stesso creato che decima la popolazione newyorchese, costringendo i due blocchi ad allearsi contro il nemico comune e di fatto ponendo fine al conflitto. I personaggi in Watchmen sono psicologicamente profondi, pieni di sfaccettature e contribuiscono, oltre al periodo storico ucronico, a far riflettere il lettore e a ‘frammentare’ ancor di più le sue opinioni sulle vicende raccontate.

Gli eroi di Watchmen. Da sinistra: Ozymandias, Spettro di Seta II, Dottor Manhattan, Gufo Notturno II e Rorschach. (Fonte: teamnerd.it)

Personaggi come il Dottor Manhattan, alle prese con dubbi esistenziali come quello del ‘perché ad un semidio come lui dovrebbe importare la salvezza dell’umanità’ o Rorschach, con la sua incrollabile moralità ‘senza compromessi’, o come il Comico, la cui morte dà inizio agli eventi e la cui dubbia moralità riflette la natura umana, sono le colonne portanti del fumetto, con le loro caratteristiche psicologiche, le loro ossessioni e i loro ideali. Nel finale gli ‘Watchmen’ sono impotenti nell’osservare che milioni di persone di New York, sono state uccise da una creatura immensa comparsa improvvisamente e sono in conflitto con loro stessi per ciò che concerne il ‘rivelare la verità”: rivelando che il sacrificio di tante persone è stato causato dal piano di un folle rivoluzionario della morale per far cessare la guerra fredda, può compromettere la pace costata tanti morti? Ciò che il cattivo principale dell’opera vuole far capire ai suoi ex-colleghi vigilanti, è che il loro modo di concepire l’eroismo è ormai antiquato, datato, che non frutta risultati concreti. Il suo è un “eroismo meno ovvio” che applica lo spietato precetto del “sacrificarne milioni, per salvarne miliardi“. Nemmeno il Dottor Manhattan, il semidio, ritenuto capace di fare qualsiasi cosa e di vedere il tempo simultaneamente, non ha potuto prevedere questo risvolto intriso di sangue, non ha capito davvero la natura umana, cosa invece che aveva fatto da tempo il Comico, un eroe con una moralità alquanto dubbia ma pur sempre un umano, un umano che secondo Rorschach “aveva visto il vero volto della società e ha deciso di farne una parodia“.

La spilletta del Comico, diventata ormai simbolo del fumetto di Watchmen (Fonte: lospaziobianco.it)

Ciò che Watchmen ci insegna è che la morale e l’etica sono dei concetti labili e nebulosi in determinate situazioni. La verità può essere chiarificatrice ma spesso le persone hanno bisogno di un’illusione per vivere con ideali pacifici perché la verità è uno strumento potente ed il suo potere può sfuggire dalle mani di chi la possiede. Un’evoluzione dell’eroismo che sacrifica vite umane per salvare il mondo è moralmente distruttivo ma efficace alla risoluzione dei conflitti? Rispettare la morale e l’etica o raggiungere concretamente la pace incurante dei mezzi usati? Tutto questo è Watchmen. Questo e molto altro.

Luca Vetrugno

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