La prossemica di Heisenberg il Vincente e di Walter il Vinto

Basta la parola, basta con la parola

L’80% della comunicazione non è fatto di parole, ma viene manifestato attraverso il linguaggio del corpo. Questa viene definita comunicazione non verbale e, ci crediate o no, viene studiata da anni attraverso una tecnica, chiamata Programmazione Neuro-Linguistica.
La PNL è nata negli anni ’70 dagli studi di Richard Bandler e John Grinder, che si proposero di coniugare alcune scienze – psicologia, sociologia e medicina – per creare il modello perfetto di analisi comportamentale. Questa pseudo-scienza studia il linguaggio del corpo nelle diverse forme in cui esso si presenta:

  • la prossemica, cioè il rapporto dell’uomo con lo spazio che lo circonda;
  • la cinesica, cioè i gesti che accompagnano la comunicazione verbale;
  • il digitale, cioè il contatto fisico;
  • la paralinguistica, cioè le inflessioni della voce.

Alla base di questa tecnica, vi è il principio secondo il quale il corpo ‘parla’ in maniera molto più veritiera della parola e che, quindi, tali messaggi possano essere interpretati per comprendere meglio chi ci troviamo di fronte.
Il motivo più comune per cui mettiamo in atto gesti e non parole è perché la circostanza in cui ci troviamo non ci consente di manifestare direttamente le nostre emozioni. Le pulsioni restano coscienti ma, allo stesso tempo, inibite e si scaricano così attraverso il corpo.

Stretta di mano, larcera.com

Prendiamo in esame il più immediato e semplice contatto tra due persone: la stretta di mano. Questa serve innanzitutto a creare un’apertura e ad autorizzare, in qualche modo, l’interazione. Se, per esempio, chi stringe la mano volesse portare la conversazione ad un livello più informale, toccherebbe anche un’altra parte del corpo, come per esempio il polso del suo interlocutore.
Anche le cosiddette micro-espressioni sono segnali inequivocabili di cosa sta provando una persona in un preciso momento. Sappiamo che una persona sorpresa avrà la fronte corrugata, le sopracciglia sollevate, gli occhi spalancati e la bocca rilassata.
Anche per il migliore degli attori sarebbe difficile replicare questi dettagli in maniera efficace.

La doppia vita di Walter White

Le migliori performance attoriali, infatti, sono quelle in cui l’attore inserisce nel suo personaggio quei dettagli studiati per fare la differenza. Una storica interpretazione che si può analizzare anche dal punto di vista della PNL è quella di Bryan Cranston in Breaking Bad. Il suo Walter White è un personaggio che è rimasto nell’immaginario di tutti noi e gli è valso innumerevoli premi.
Come molti di voi sanno, Walt è un brillante chimico che però si è limitato a insegnare la materia al liceo. È un uomo remissivo e accondiscendente, che si fa mettere i piedi in testa sia dal datore del suo secondo lavoro sia dai suoi stessi studenti. Questi momenti, nella serie, sono sempre sottolineati da atteggiamenti fisici evidenti e coerenti: spalle basse, schiena incurvata, voce misurata e un’espressione di generale bonarietà.
In una delle scene in cui tutto ha inizio – cioè quella in cui viene rivelato a Walt di essere malato di cancro – la sua espressione è l’esempio perfetto di un mix tra sorpresa e paura: la fronte è solcata da rughe, le sopracciglia sono sollevate, le pupille dilatate, la bocca è aperta e la mascella è rilassata e tirata all’indietro.

Walter White, tvstyleguide.com

Walter White e Heisenberg sono le due facce dello stesso individuo, nessuno è solo bianco o nero, c’è sempre una parte di grigio: Walt è nato Heisenberg, non lo è diventato.
Nella famosissima scena “I am the one who knocks”, emerge completamente il lato oscuro della sua personalità, ovvero un cinico e spietato spacciatore e assassino, dai tratti tipici di collera e rancore. Mento alto e petto in fuori, occhi socchiusi e sopracciglia abbassate, narici dilatate e sguardo duro e penetrante: è così che Heisenberg dimostra di essere un predatore rispetto alla preda Walt.

Nelle cinque stagioni della serie, lo spettatore viene man mano convinto dalle bugie dello stesso Walt, che riesce a esercitare il suo controllo anche su di noi. Perché è di questo che si tratta: controllo.
Se Walt è un uomo alla deriva, Heisenberg al contrario è quello che ha preso il comando.

Martina Di Perna