L’educazione secondo Quintiliano, e la crudeltà del grosso, pallido rospo a confronto.

Si puó essere dei bravi educatori non essendo troppo severi o troppo morbidi? La risposta arriva da Quintiliano.
Il difficile ruolo dell’educatore
educare v. tr. [dal lat. educare, intens. di educĕre «trarre fuori, allevare», comp. di e-1 educĕre «trarre, condurre»].
Il ruolo dell’educatore, che si tratti di un genitore o di un insegnante, è sempre complesso: non si hanno mai davanti due bambini o ragazzi uguali, non si possono applicare regole universali, e soprattutto, non si deve mai generalizzare. Educare vuol dire tirare fuori dal soggetto che si ha di fronte il meglio, lasciarlo esprimere liberamente, ma con rispetto, impartire lezioni non solo nozionistiche, ma anche di vita, senza risultare peró arroganti o eccessivamente severi. Ma se non esistono schemi universali, esistono almeno delle linee guida su come essere dei bravi educatori?
L’institutio oratoria
Nella sua Institutio oratoria, Quintiliano mette a disposizione tutta la sua esperienza di docente per dare consigli all’avvocato Vittorio Marcello, circa la crescita del figlio Geta.
Ovviamente gli attori principali dell’educazione di un bambino sono i suoi genitori, che devono dargli esempi sani e regole solide, ma al contempo devono saper essere buoni, amorevoli e attenti nei confronti del bambino; ma non solo, spetta ai genitori anche controllare le amicizie dei figli, e farli entrare in contatto con persone che gli siano d’esempio.
Un altro attore protagonista dell’educazione infantile è sicuramente il docente, sta infatti al docente educare il bambino sia circa nozioni prettamente teoriche, ma anche sulla buona educazione e sul comportamento.
Un buon insegnante deve essere esattamente come un buon genitore, deve lodare con gioia, e rimproverare severamente, ma non troppo, o rischierebbe di umiliare lo studente; deve conoscere e assecondare le inclinazioni del suo allievo; e deve instillare in lui il senso critico.
“E il maestro non solo dovrà insegnare molte cose, ma dovrà interrogare spesso e verificare il senso critico degli allievi.”
Dolores Umbridge e Minerva Mcgranitt
“Gli ricordò un grosso, pallido rospo. Era tozza, con la faccia larga e vizza, il collo corto come quello di zio Vernon e la bocca molto grande e molle. Aveva gli occhi grandi, tondi e un po’ sporgenti. Perfino il fiocchetto di velluto nero in cima ai corti capelli ricci gli fece pensare a una mosca con la sua lingua lunga e appiccicosa.”
Parlando di insegnanti non si puó che far riferimento alla scuola in cui ogni ragazzo ha sognato di mettere piede: la scuola di magia di Hogwarts. Certamente qualsiasi appassionato della saga di Harry Potter ha sognato di poter assistere a una lezione di Hogwarts, ma ci sono lezioni a cui sicuramente nessuno prenderebbe mai parte: quelle della professoressa Dolores Umbridge; che divenne insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, sotto guida del ministro della magia Cornelius Fudge, con l’unico scopo in realtà di monitorare Silente. Famosissime le sue torture con la penna che usa il sangue di chi scrive al posto dell’inchiostro, la Umbridge incarna in sé tutte le doti di un pessimo insegnante, tanto da scatenare una rivolta da parte dei ragazzi.
“«È vero che hai urlato contro la professoressa Umbridge?»
«Sì» rispose Harry.
«E le hai dato della bugiarda?»
«Sì».
«Le hai detto che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è tornato?»
«Sì».
La professoressa McGranitt si sedette alla sua scrivania e osservò Harry, accigliata. Poi disse: «Prendi un biscotto, Potter».”
Se un pessimo esempio di insegnante, oltre che di stile, è rappresentato certamente da Dolores Umbridge, la stessa cosa non si puó dire per Minerva McGranitt. La professoressa McGranitt, un’istituzione tra le mura del castello di Hogwarts, è certamente l’esempio di un buon insegnante, cosa che si puó dire senza paura di essere smentiti; severa al punto giusto, ma amorevole come una zia saggia e affettuosa, riesce a farsi rispettare dai suoi studenti non essendo crudele come la professoressa Umbridge, che anzi, disprezza profondamente.