Jack Lo Squartatore: il killer che chiamiamo per nome ma di cui non sappiamo nulla

Dopo più di 130 anni ancora non si sa chi sia Jack Lo Squartatore. Le ipotesi nel corso nel tempo sono state varie, le indagini tante ma ancora non si conosce la sua identità.

Il più famoso serial killer di tutti i tempi è ancora sconosciuto. Tutti sappiamo il suo nome, la serie di omicidi, le persone assassinate ma ancora oggi si svolgono delle indagini nei confronti di un’identità misteriosa.
Potrebbe essere una uomo, un poliziotto, un prete, un medico ma una delle ipotesi più accreditate fu quella rivolta verso un’identità femminile. Adriana Cavarero chiamerebbe il tutto “paradosso dell’unicità”.

Il caso di Jack Lo Squartatore

Nell’autunno 1888 cominciò la scia di omicidi in uno dei sobborghi più poveri di Londra. Il primo serial-killer della storia sfuggì a qualsiasi tipo di indagine che, vista l’epoca, ancora non prevedeva tecniche all’avanguardia o ricerche accurate così come si compiono oggi; la medicina legale era ancora agli inizi, molte prove non vennero raccolte e altre ancora perse.
Si è pensato che Jack Lo Squartatore fosse un medico, per l’accurata conoscenza dell’anatomia che contraddistingueva il killer, poi un macellaio per il modo in cui infieriva sui corpi.
Si arrivò anche all’ipotesi che fosse una donna. Il ciclo mestruale avrebbe consentito al killer di indossare vestiti sporchi di sangue con una giustificazione, una donna non avrebbe destato troppi sospetti in un quartiere così degradato e magari l’essere ostetrica avrebbe motivato il possesso di nozioni di anatomia.
Ma proprio perché ipotesi, la domanda che aleggia ancora è: chi è Jack Lo Squartatore?

Paradosso del nome

Adriana Cavarero nasce nella provincia di Cuneo il 7 Maggio 1947 ed è una filosofa studiosa di Hannah Arendt e Platone.
In “Tu che mi guardi, tu che mi racconti” ci parla dell’unicità paradossale: alla nascita ci viene attribuito un nome che desti unicità e che ci apparterrà per tutta la vita. Ma ai più sfugge che questo nome non solo non è una nostra peculiarità in quanto appartiene ad altre innumerevoli persone, ma nemmeno ci caratterizza perché ci viene dato prima che la nostra personalità si esprima (alla nascita) perciò non dice nulla di noi.
Allo stesso modo nel caso in questione avviene questo paradosso dell’identità in quanto noi conosciamo il nome di Jack Lo Squartatore, alcune delle azioni che ha compiuto nel corso della sua vita (serie di omicidi) ma non sappiamo nulla della sua identità; tant’è che una delle ipotesi più gettonate si rivolge verso una donna che, in tal caso, verrebbe chiamata con un nome maschile da ben 130 anni.

Una vicenda ancora viva

Di questa vicenda che pullula di morte, l’anima è ancora viva ed è riuscita a sopravvivere a queste nuove epoche. Sarà il macabro che c’è in tutto questo, sarà il personaggio mistico che Jack Lo Squartatore è diventato o ancora la tendenza naturale dell’uomo a cercare sempre la risposta visiva, fisica ad un’identità segreta.
In ogni caso i più ne parlano, cercano di ricostruire, indagano ma con le problematiche destate dalla superficialità delle indagini che si facevano a fine Ottocento, è difficile venirne a capo.
Probabilmente conosceremo solo il nome del killer e ciò che fece in quella parte della sua vita.
Probabilmente smetteremo di porci domande o magari no.
Ma ciò che va più evidenziato è l’ironia del caso. Noi siamo convinti di sapere tutto di lui perché ci indaghiamo da molto più che un secolo, lo chiamiamo per nome e lo facciamo vivere ormai all’interno di un costume mondiale.
In realtà, la Cavarero ci insegna, che di Jack Lo Squartatore non sappiamo assolutamente nulla.

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