Ipazia D’Alessandria ci svela il falso femminismo promosso dalla pubblicità della Lines

Andando oltre l’apparenza molte realtà si rivelano diverse: è la sorte che oggi spetta alla nuova pubblicità della Lines.

 

Ipazia D’Alessandria, simbolo della libertà, nello specifico quella femminile, smonterebbe la falsa propaganda dettata da questo spot pubblicitario.

 

Ipazia D’Alessandria 

Un nome non molto noto ai più, quello di Ipazia D’Alessandria, che potremmo definire come la prima femminista della storia.
Il punto centrale della sua filosofia fu da sempre la Libertà, valore che le costò la vita e che consapevolmente lei scelse di perseguire, comunque.
La sue opere sono state interamente distrutte, considerate una minaccia; resta attorno alla sua figura un alone di mistero alimentato senz’altro dalla brutalità con la quale è stata giustiziata.

“Nel quinto secolo dopo Cristo una donna fu assassinata. Non sappiamo molto di lei, se non che era bella e che era una filosofa. Sappiamo che fu spogliata nuda e che fu dilaniata con cocci aguzzi. Che le furono cavati gli occhi. Che i resti del suo corpo furono sparsi per la città e dati alle fiamme. E che a fare tutto questo furono dei fanatici cristiani. Sappiamo che da allora è diventata un simbolo, un’icona. Anche se di questa icona non conosciamo i tratti. Sappiamo che i suoi allievi si innamoravano di lei, e che lei li respingeva.”

Una pubblicità sotto mentite spoglie 

Lines è un marchio per la protezione intima femminile, soprattutto noto per gli assorbenti; è tra i più diffusi in Italia e da sempre ha come messaggio prioritario quello di mettere in risalto l’importanza del ruolo femminile nella società.
Molti volti noti si sono prestati per la compagna promossa dalle Lines, e allora qual è il punto di frizione tra il messaggio e il vero scopo ?
L’Italia, nonostante i passi avanti fatti in diversi ambiti, resta ancora molto lontana dal voler abolire la tassazione su quelli che sono i prodotti per la protezione intima femminile, maggiormente conosciuti come ‘assorbenti’ in tutte le loro varianti: nel 2019 è stata abbassata l’aliquota IVA dal 22% al 5% solo per gli assorbenti ‘lavabili’ o ‘compostabili’;  per tutti gli altri la tassazione è rimasta del 22%, la quale ricordiamo essere specifica per i beni considerati DI LUSSO. Come se non bastasse la Lines è “in vetta al podio” come il marchio più costoso: si serve di una propaganda che, ammantata di una capziosa attenzione per le donne, non rivela il suo scopo reale: il profitto.

Uno sguardo più ampio

Allargando gli orizzonti, spostandoci da quella che è la realtà del nostro paese, vediamo dati sensibilmente diversi da quelli ai quali siamo abituati.

L’Inghilterra, la Svezia, l’Irlanda hanno abolito la tassazione,  in paesi come l’Austria, la Spagna e la Grecia è al 10% e in Francia al 5,5%.

Perchè allora in Italia si fa profitto sulle esigenze primarie della donna ?

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