“In the wind, in the water”: l’Animismo unisce Lana del Rey e i Presocratici

Lana del Rey dipinge una natura viva e divina. La cantante sembra raccogliere l’eredità dell’Animismo presocratico.

Lanciato la scorsa settimana tra attese e polemiche, Chemtrails Over the Country Club è il singolo d’esordio del settimo e omonimo album di Lana del Rey. Il brano restituisce le sonorità a cui l’artista ha abituato il suo pubblico.

 

LA NATURA DIVENTA PARTE INTEGRANTE DELLA NARRAZIONE MUSICALE

Accordi evocativi, musicalità eterea e sospesa nel tempo. Un misto di vintage e sensualismo. Gli elementi che hanno sancito la fortuna dell’artista newyorkese ritornano tutti in Chemtrails.

Ritorna anche il richiamo alla natura, che è ciò che vogliamo evidenziare. In particolare, nel verso che recita:

You’re in the wind, I’m in the water, nobody’s son, nobody’s daughter.

Questa commistione tra umano e natura non è nuova. Al contrario è un elemento caratterizzante la poetica della cantautrice. Si riscontra in molte delle sue canzoni: la brezza che accompagna il viaggio della protagonista in Ride; l’estate che rievoca malinconia in Summertime Sadness; il rapporto sessuale descritto attraverso ciliegie, rosmarino, pesche e timo in Cherry; le tredici spiagge in cui perdersi e ritrovarsi in 13 beaches. L’elenco potrebbe continuare e sarebbe molto lungo. Elemento costate è uno: il ruolo attivo della natura.

Solitamente lasciati ai margini delle narrazioni, al contrario in Lana del Rey gli elementi naturali rivestono un ruolo decisivo. La natura emerge come organismo vivo, animato. Agisce sull’umano: interroga, destabilizza, sprona, culla. In alcuni casi incarna i sentimenti e viceversa, in un reciproco gioco di specchi.

Ciò che la musica della cantate ci restituisce è l’immagine di un universo vivo, senziente a tratti divino. Lana del Rey si pone così come erede contemporanea e pop di una concezione che si perde nella notte dei tempi: l’Animismo.

 

UN UNIVERSO CHE VIVE, SENTE E RAGIONA: L’ANIMISMO

L’Animismo (o Panpsichismo, in una visione strettamente filosofica priva di risvolti teologici e spirituali) è la concezione secondo cui tutta la realtà, sia nella sua interezza, sia nelle singole parti, sia provvista di anima, di sentimenti e di razionalità. Non quindi un semplice orologio, bensì un organismo che si sviluppa in maniera consapevole in vista di uno scopo.

Ormai messo da parte in favore di una visione meccanicistica della realtà, suggerita dalla scienze sperimentali, l’Animismo fu il motore del pensiero occidentale per tutta l’Età Antica e il Medioevo. Ma non solo in Occidente. Sotto l’ombrello dell’Animismo si ritrovano filosofie, miti e leggende provenienti da tutte le culture e da tutti i continenti. Basti pensare alle società totemiche del Nord America e dell’Africa o ai riti sciamanici delle tribù siberiane, orientali e australiane. Lo stesso Cristianesimo, promotore dell’esistenza di un’armonia prestabilita che si muove in vista del fine per cui è stata creata, ne è un esempio.

Consapevoli di tutta questa varietà, oggi vogliamo tornare alle radici della filosofia occidentale e scoprire le radici del pensiero scientifico contemporaneo: l’Animismo dei Presocratici.

 

TORNARE ALLE ORIGNI DELLA SCIENZA: I PRESOCRATICI

A differenza di quanto sembri suggerire, il termine Presocratici non ha un significato cronologico. Ovviamente si intende i filosofi che hanno preceduto Socrate, ma l’accento non è posto sulla collocazione nella linea temporale, quanto sui contenuti della ricerca portata avanti.

Fu Aristotele, nel libro Alfa di Metafisica, a utilizzare per primo la definizione: Presocratici. Con essa, egli indica tutti quei pensatori che concentrarono la propria ricerca sulla natura e il cosmo. Tradizione che fu interrotta da Socrate, il quale spostò l’indagine sull’uomo e le sue manifestazioni etiche, politiche, artistiche, segnando la via maestra di tutta la filosofia occidentale. Tra i Presocratici si annoverano nomi piuttosto famosi, quali Talete, Pitagora, Eraclito, Democrito.

Al di là delle differenze specifiche, il  pensiero di tali filosofi muove dallo stesso principio: la natura è viva. La realtà non è un inerte corpo passivo, ma si sviluppa in modo dinamico e imprevedibile, alimentandosi e distruggendosi. Fu proprio questo aspetto a determinare la nascita della ricerca. Infatti, appurato che il mondo possiede un’anima che ne sancisce le trasformazioni, la sfida fu quella di penetrare tale spirito. Studiare le leggi dell’anima di questo immenso organismo vivente in cui l’uomo si trova immerso.

Ecco, dunque, che nascono la fisica, la matematica, l’astronomia. Quella scienza che nei secoli successivi respingerà progressivamente l’Animismo, condannandolo a mera superstizione, in realtà ne è figlia diretta. Figlia diretta dello stupore. Lo stupore di accorgersi che la realtà intorno a noi vive e vivifica. Una realtà magica e divina, soggetto attivo e non strumento nelle mani dell’uomo.

Tutto è pieno di dei, scriveva Talete. In a land of Gods and Monsters I was an angel, canta Lana del Rey

In questi tempi, in cui la natura è a un tempo soggiogata e soggiogante l’umanità, quell’eco di Animismo rimasta sembra gridare più che mai.

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