Il turismo dell’orrore: viaggio nei luoghi più visitati dagli amanti dei cold case

I posti più apprezzati da chi sceglie il luogo in cui trascorrere le vacanze in base agli omicidi che sono stati commessi.

A sinistra Elisa Claps, a destra la Chiesa dove per 17 anni fu nascosto il corpo della ragazza.

La palestra di Yara, la villetta in via della Pergola dove visse Meredith Kercher e la ‘casa delle cento stanze’ di Gravina in Puglia dove scomparvero Ciccio e Tore. Sono soltanto alcuni dei luoghi diventati mete turistiche per gli amanti dei cold case. Gli altri posti, oltre cge tappe di questi tour, sono tramutati anche in set cinematografici. Scopriamone alcuni.

AVETRANA COME HOLLYWOOD

I teli neri coprono ancora i cancelli di quella villetta con i mattoni a vista. Nessuno, infatti, può sapere quello che succede all’interno di quella casa. In realtà, nessuno ha mai saputo cosa sia accaduto al di là di quelle mura. Un tempo quella strada era assediata dai fotografi, il cui obiettivo era quello di immortalare quel signore col cappello che balzò alle cronache nazionali per essere il presunto responsabile della morte della nipote, una ragazzina dai capelli biondi e che era scomparsa da poche settimane. Lei, Sarah Scazzi. Lui, Michele Misseri. A finire dietro le sbarre con l’accusa di omicidio, alla fine, sono state la figlia e la moglie di colui che venne soprannominato ‘Il mostro di Avetrana’. Il ‘mostro’, invece, verrà condannato solo per soppressione di cadavere ed inquinamento delle prove. Nel febbraio del 2024 venne rilasciato dopo 7 anni, uno sconto di pena di oltre 400 giorni esito del decreto ‘svuotacarceri’. Una volta tornato nella sua casa di via Deledda, il silenzio ha fatto da padrone. Eppure, piccole folle di turisti continuano a passare da Avetrana soltanto per vedere quell’abitazione che, per anni, è stata abbandonata a se stessa, mentre i proprietari scontavano la pena. Non bastava attendere l’uscita di Avetrana – Qui non è Hollywood, la serie che si ispira alla vicenda e che sarà disponibile su Disney +, perché in molti hanno sentito l’esigenza di vedere davvero quei luoghi poiché spinti da una ‘macabra’ curiosità. L’incredulità di molti, nel vedere il cancello dove molti cronisti si appostavano per intervistare chi, all’epoca, faceva appelli per ritrovare quella ragazzina e che poi, alla fine, finì in galera con l’accusa di averla uccisa. Resta quel telo nero per nascondere quel che accade all’interno, mentre i ‘turisti dell’orrore’ continuano a fotografare.

La casa della famiglia Misseri in via Deledda, Avetrana.

LA MALATTIA DEL SELFIE

Una tomba che galleggia. Questo è quel che sembra la Concordia, nave da crociera che la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 si adagiò su un fianco restando lì fino al recupero del relitto, avvenuto due anni dopo la strage. Nell’arco di quei due anni a posare davanti quella carcassa prima che partisse per il suo ultimo viaggio furono i turisti che, accorsi da ogni dove, hanno voluto farsi scattare delle foto davanti a quella nave semiaffondata e che causò la morte di 32 persone. I bagnanti della stessa Isola del Giglio hanno preso il sole scrutando la fiancata del relitto dove, oltre i segni del tempo, erano ancora ben visibili gli squarci che causarono l’affondamento parziale. I turisti non venivano più per visitare i luoghi caratteristici del posto, quanto piuttosto per scattarsi un selfie con la Concordia, anch’essa diventata oramai una cosa ‘caratteristica del luogo’. Tralasciando le commemorazioni eseguite sul luogo, negli anni sono stati girati più documentari per ricostruire la dinamica dell’incidente, lasciando che le auto a noleggio dei turisti si alternassero con quelle delle reti televisive, le videocamere con i telefonini dei curiosi. Occhi e camere sono puntati sul relitto, anche quando quest’ultimo lasciò l’isola per la sua demolizione. Resta la costa che, un tempo, sembrava abbracciasse la nave, come a tenerla al riparo dai curiosi. Ora che non c’è più nulla, niente frena i turisti che, semplicemente “vogliono vedere”.

UN NUOVO PELLEGRINAGGIO

Oltre che ‘La Casa di Dio’ la Chiesa della Santissima Trinità è stata anche la tomba di Elisa Claps, una ragazzina scomparsa il 12 settembre 1993, il cui sogno era quello di curare i bambini in Africa. Il suo corpo è stato nascosto nel sottotetto per 17 anni, mentre in molti credevano che la ragazza fosse semplicemente scappata. I fratelli maggiori come la madre ed il resto della famiglia Claps sospettarono fin dalle prime ore della scomparsa che la loro figlioletta potesse trovarsi in quella chiesa, poiché aveva un appuntamento con Danilo Restivo proprio lì. Nessuno vide, infatti, Elisa uscire. Poi, il 17 marzo 2010, la scoperta fatta per caso, mentre degli operai stavano facendo dei lavori di manutenzione. La Chiesa venne posta sotto sequestro per poi essere riaperta soltanto di recente nonostante le contestazioni. Ancora oggi, a Potenza, molti curiosi (e fan della serie) arrivano per osservare quella Chiesa che, in molti, definiscono una tomba. Un luogo fatto di misteri e verità a lungo celate che nemmeno il ritrovamento di un corpo ha potuto fare qualcosa per rompere quel muro di omertà.

 

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