“Il sistema periodico” è un libro nato dalla mente del chimico e scrittore Primo Levi.
Primo Levi nasce a Torino il 31 luglio 1919. Di origine ebrea, viene deportato durante la seconda guerra mondiale, durante la quale le sue doti di scienziato riescono a salvarlo dal terribile destino di molti altri suoi compagni.
Il sistema periodico
Tra le varie opere di questo autore, il sistema periodico è forse la più curiosa di tutte. Argon, Idrogeno, Ferro, Mercurio, Fosforo, Zolfo e Carbonio: sono solo alcuni degli elementi a cui ognuno dei 21 racconti di cui è costituito il libro si ispirano. L’opera ha una struttura molto particolare: ad ogni racconto corrisponde infatti un momento, un aneddoto o una fase della vita dello scrittore stesso. Dalla sua infanzia, fino al momento in cui scrive il punto che pone fine all’opera, l’autore narra storie molto diverse tra di loro, dalla quotidianità fino al dolore rimasto in lui dopo la seconda guerra mondiale, passando per diversi punti salienti della sua formazione che riguardano proprio la chimica. Tra i racconti più toccanti vi sono Ferro, in cui Levi racconta del suo amico e compagno di battaglie Sandro, e Oro, che narra della prigionia dello stesso Levi. Oltre a questi episodi drammatici, sono presenti anche alcuni simpatici aneddoti. Uno su tutti Titanio, narrato dal punto di vista di una bimba curiosa. Diversi altri raccontano esperienze lavorative e universitarie di Levi. Sintesi di composti finite più o meno bene, effetti imprevisti di alcune reazioni chimiche, descrizioni di semplici giornate di lavoro. In tutto questo la scrittura diretta e ammaliante di Levi riesce ad amalgamare l’intera opera, nonostante non sia presente alcuna trama di fondo. Il Sistema Periodico può essere quindi letto anche a salti, senza incorrere in anticipazioni poco piacevoli per il lettore. Il titolo stesso è significativo in questo senso. Levi si ispirò infatti alla tavola periodica, una catalogazione degli elementi che facilmente può essere letta saltando da una casella all’altra e di periodo in periodo, anche senza aver approfondito gli elementi che precedono quello che si sta analizzando.
La tavola periodica
“La nobiltà dell’uomo, acquisita in cento secoli di prove e di errori, era consistita nel farsi signore della materia, e io mi ero iscritto a Chimica perché a questa nobiltà mi volevo mantenere fedele. Vincere la materia è comprenderla, e comprendere la materia è necessario per comprendere l’universo e noi stessi: e quindi il Sistema Periodico di Mendeleev […] era una poesia”. Così recita l’autore in Ferro, il racconto numero 4. Mendeleev, chimico russo e pilastro della scienza moderna, fu colui che catalogò in modo efficace tutti gli elementi conosciuti fino a quel momento, si parla infatti della seconda metà dell’800, e che previde anche l’esistenza di altri all’epoca sconosciuti. Non fu il primo a cimentarsi in questo mastodontico lavoro, ma la sua tavola è quella che ancora oggi viene utilizzata e riconosciuta universalmente. Come dice Primo Levi stesso, la Chimica è una parte fondamentale della scoperta del mondo da parte dell’umanità. Fin dai tempi antichi l’alchimia aspirava al controllo della materia, e di questo oggi rimane il fondamento della chimica: manipolare elementi e composti per creare combinazioni nuove e sempre più utili allo sviluppo della nostra civiltà. Combustibili, medicinali, materiali da costruzione, altro non sono che combinazioni di molecole, naturali o artificiali, che sono ormai imprescindibili dalla nostra vita di ogni giorno. La catalogazione di tutti gli atomi è stata quindi fondamentale per capire al meglio le proprietà delle diverse molecole e composti: due elementi dello stesso gruppo ad esempio interagiranno in modo simile con un altro elemento, così come molecole formate da coppie di elementi provenienti dagli stessi gruppi avranno proprietà simili e via così. Levi riuscì a estrapolare dalla pura scienza un po’ di quel sentimento che Mendeleev aveva lasciato nel suo lavoro, per farne un’opera piacevole e allo stesso tempo importante.
Gli elementi chimici tra ieri e oggi
Come detto prima, la chimica non è sempre stata come la vediamo oggi. Agli albori della scienza ciò che si sapeva su atomi e molecole risiedeva nell’alchimia. L’alchimia è stata per secoli una branca che si occupava di “purificare” gli elementi, metalli in particolare, al fine di renderli più “nobili”. Inutile dire che oggi sia ovvia l’impossibilità di trasformare, ad esempio, il ferro in oro. Fino a qualche secolo fa invece, il tutto non era così scontato. L’opera di Primo Levi, sebbene un po’ datata, rimane un modo utile e alternativo di approcciarsi alla tavola e ai suoi elementi. Essa evidenzia infatti delle caratteristiche, quasi umane a tratti, degli elementi e dei composti. Gli atomi non sono di certo delle creature senzienti e dotate di sentimenti e di logica, ma capirli sotto una luce diversa rispetto alla semplice memorizzazione, può aiutare a vedere il mondo con occhi differenti. Dagli anni in cui Primo Levi scrisse la sua raccolta la chimica ha fatto dei passi da gigante: le batterie e gli accumulatori ne sono un esempio. Certo è che il lavoro di Mendeleev, su cui Levi si basò, ha gettato uno scalino fondamentale per lo studio della chimica, dal quale non si potrà mai tornare indietro. Il Sistema Periodico diventa allora non solo una piacevole lettura, ma anche un modo di scoprire come la chimica è cambiata e sta cambiando. Nonostante la bellezza racchiusa nei suoi lavori, la vita di Primo Levi non poté concludersi altrettanto felicemente: morì a Torino l’11 aprile 1987, gettandosi dalle scale. Di lui, l’ennesima vittima della crudeltà che il nazismo ha portato nel mondo e causa di tutti i terribili ricordi con cui Levi non riusciva più a convivere, rimangono la passione e l’anima che ha infuso nelle sue opere, attraverso anche a quella materia meravigliosa che è la chimica.