La visita del nN, Alberto Fernandez, è iniziata con una messa nella cripta della tomba di San Pietro, dai toni e dai contenuti «insolitamente peronisti», come riporta il quotidiano La Nacion.
A celebrarla è stato l’arcivescovoMarcelo Sanchez Sorondo, chiedendo il «successo» della nuova presidenza e ricordando un incontro avuto nel 1973 a Roma con Juan Domingo Peron.
Tra i temi trattati rientra anche l’aborto?
L’incontro tra il Papa e il presidente é avvenuto in un clima molto cordiale. Un comunicato vaticano ha affermato successivamente che si è parlato della situazione economica nel Paese e della difesa della vita umana.Uno dei punti sui quali il suo governo si è concentrato è la decriminalizzazione dell’aborto,che in Argentina è consentito solo in caso di stupro o in caso di malattia da parte della donna.
Nonostante le pronte smentite da parte del Vaticano,tra i numerosi temi trattati vi é con molta probabilità anche il dedlicatissimo tema dell’aborto,su cui certamente il Santo Padre non si sará trovato in perfetto accordo.In partcolare si ritiene che il sia stato affrontato con il Vescovo Parolin,stando a quanto espresso da un comunicato vaticano.
Negli incontri, si legge nella nota, è stato inoltre espresso “compiacimento per i buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica Argentina” e sono stati affrontati temi di comune interesse in “ambito regionale”,soprattutto per combattere la fame epovertà in Argentina ed America Latina piú in generale
Il progetto pro-aborto verrà discusso entro quest’anno dalla Camera dei deputati argentina. Già nel 2018 la Camera bassa aveva tentato di approvarlo ma il Senato, con una votazione alla fine ha bocciato la legge.
L’aborto visto da un punto di vista giuridico
Prima del 1975 l’aborto era sanzionato dalle norme contenute nel X titolo del II libro del codice penale, tuttavia la giurisprudenza lo consentiva frequentemente con la giustificazione di “stato di necessità”.Il primo passo avanti si verifica con la sentenza n 27 della Corte Costituzionale che afferma che “non esiste equivalenza tra il diritto non solo alla vita ma anche alla salute di chi è già persona , come la madre, e la salvaguardia dell’ embrione che persona deve ancora diventare”.
Il 22 Maggio 1978 si è arrivato alla promulgazione della Legge n°194, in vigore ancora oggi, che indica la pratica abortiva con l’eufemismo “interruzione volontaria della gravidanza”.
Tale normativa divide arbitrariamente la vita infrauterina in tre periodi: il primo coincide con i primi novanta giorni della gestazione, durante il quale è permesso l’aborto senza limiti, il secondo è quello compreso tra il quarto mese di gravidanza e la possibilità di vita autonoma del feto e si consente l’aborto solo per motivi terapeutici (tra i quali, in senso lato, anche la salute psichica della donna) ed eugenetici (in riferimento a timori di malattie per il nascituro),
il terzo periodo è infine quello compreso tra il momento di vitalità del nascituro e la nascita, durante il quale l’aborto è praticabile solo se è in pericolo la vita della donna. Questo è il quadro dal punto di vista giuridico che si complica inevitabilmente se il discorso si sposta sul piano della bioetica; ci si scontra infatti con la necessità di un ulteriore approfondimento dei diritti degli esseri umani, processo cheporta inevitabilmente a porci una domanda: “il feto è o meno una persona?”.
Cosa ne pensano filosofi e la prospettiva bioetica del termine “persona”?
Diverse sono le opinioni degli studiosi anche sulla definizione del termine “persona”, con il quale nell’ antichità si indicava la maschera teatrale. Nel tempo il significato è cambiato, per Locke la persona si identifica con l’ atto del pensiero,per Hume persona è l’ oggetto intelligente capace di passione, è capacità di relazione, con Hegel diventa la coscienza di sé. In tal modo il concetto di persona si è arricchito e modificato ed è tutt’ora discusso in ambito giuridico, dove la nozione di “persona morale”,intesa come entità capace di avere una concezione del proprio bene e che è portatrice di un senso di giustizia,viene tutt’ora inclusa tra i fondamenti dell’ obbligo politico.