È così facile influenzare l’essere umano tanto da farlo diventare un automa? La macchina potrà mai essere superiore all’uomo? Il risveglio di Joel nel film “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” nel bel mezzo della terapia per cancellargli la memoria, può essere inteso come un tentativo di ricerca della superiorità dell’essere umano nei confronti degli automi?
I nostri cervelli sono dei computer che rendono plausibili le storie della nostra vita e in quanto tali alimentiamo sempre la voglia di rigenerarli e riempirli di idee nuove e innovative ad ogni nostro pensiero. Siamo della macchine poco più avanzate che, per mezzo della ragione, riusciamo ad elaborare pensieri anche fuori dalle stabili caratterizzazioni algoritmiche. Ora, pensate se tutto questo detto nelle righe precedenti corrispondesse a verità: noi esseri umani perderemmo ogni tipo di superiorità logica nei confronti di un automa e sarebbe perfino in dubbio la nostra utilità sul pianeta. Pensate anche, però, che queste esatte parole vengono pronunciate nella miniserie televisiva Maniac, successore ideale del film “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”, in cui i concetti di macchina, memoria, cervello sono messi in discussione e analizzati molto in profondità.
Un passo indietro
“Eternal Sunshine of the Spotless Mind” (o “Se mi lasci ti cancello” per chi è amante della alquanto grezza traduzione del film datato 2004) ha una trama abbastanza lineare: Joel Barish (Jim Carrey) e Clementine Kruczynski (Kate Winslet) si incontrano per caso e iniziano a costruire una relazione. Tuttavia nessuno dei due sa che entrambi sono stati insieme per due anni, e, che, dopo l’ennesimo litigio, avevano deciso di lasciarsi. Clementine si era quindi rivolta alla clinica Lacuna Inc. che è in grado di cancellare ricordi specifici dalla mente di una persona. Lei decide di far cancellare Joel dalla sua mente, eliminando così tutti i ricordi collegati alla loro storia d’amore. Quando Joel stesso, il giorno dopo la cancellazione, la cerca per riappacificarsi con lei, Clementine non ricorda assolutamente chi sia lui. Quest’ultimo, allora, scoperta l’esistenza della Lacuna Inc., sceglie anche lui di far cancellare Clementine dalla sua mente, consegnando al personale della clinica tutti gli oggetti in qualche modo collegati alla loro relazione. Mentre con Clementine il sistema aveva processato senza alcun problema il meccanismo della cancellazione, con Joel ci si rende presto conto che iniziano ad esserci degli intoppi dannosi: i due tecnici della Lacuna abilitati per rimuovere i ricordi di Joel non si rendono conto di star cancellando la memoria ad un uomo in dormiveglia, che non si era del tutto concentrato nel voler certamente liberare la mente dai ricordi di Clementine.
Le macchine come spiegazioni dei nostri pensieri primordiali
In logica, una macchina è un qualcosa che esegue una strategia, un test, una diagnosi, ossia un algoritmo. Quest’ultimo non è nient’altro che un semplice programma mirato a svolgere una precisa operazione. Il suo fine è risolverla secondo dei rigidi schemi imposti dalle istruzioni date a questa macchina. Le istruzioni che vengono date alla macchina, però, non possono essere appannaggio di un’altra macchina simile per caratteristiche alla prima, poiché anch’essa sarebbe limitata. Deve essere “un’entità superiore” a dettare le leggi delle macchine e questa personalità non è nient’altro che l’essere umano. La differenza che intercorre tra l’uomo e la macchina, quindi, può essere riconducibile ad un solo, ma determinante, fattore: la ricerca di una strategia. Le macchine, infatti, posseggono due tipi di strategie, definite in logica come sequenziali (strategie eseguibili da una macchina da sola) e non (implica, invece, la collaborazione tra le macchine, la cosiddetta rete). Arriviamo a noi: l’essere umano quante strategie possiede? Quante ne conosce? Quante, potenzialmente, non conosce? È qui che ruota il fulcro di tutta la situazione, ma sicuramente l’uomo razionale avrà più di due “strategie” per risolvere una situazione. Il perché è presto spiegato: a differenza delle macchine, il nostro cervello non ragiona per compartimenti stagni (quindi con algoritmi preimpostati) bensì è un miscuglio eterogeneo di pensieri ed idee che si intersecano tra loro. Mentre le macchine formano una rete di cervelli connessi, gli esseri umani fanno molto di più: all’interno di un solo cervello vengono raggruppate quante più idee possibili, dalle più astruse alle più logiche, così da poter avere, a differenza di una macchina, una rosa molto più ampia di strategie potenzialmente eseguibili.
La ricerca della superiorità umana a scapito dell’automa
Per l’uomo, vivere e sottostare ai dettami di una macchina è impossibile ed è qui che avviene il punto d’incontro con il film “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”. Joel, durante la procedura di rimozione, apre gli occhi, ha questo bisogno istintivo di allontanarsi dalla macchina perché sa, dentro di lui, di avere la capacità di farlo, può trovare una strategia migliore dell’automa che in quel momento gli sta frugando e rubando i pezzi della sua vita precedente con Clementine. Allora, idealmente, scappa, oppone resistenza alla procedura, vuole liberare se stesso da queste catene e tenta di nascondere la sua amata al di fuori dei ricordi mappati il giorno precedente nel disperato tentativo di non dimenticarla. Tutto sta nel prendere coscienza e riuscirci. Joel Barish (come anche la sua controparte femminile) è un personaggio che funziona perché è un semplice essere umano che inquadra perfettamente un particolare stato dell’esistenza, senza però farlo diventare stereotipo che delude per banalità.
Giovanni Maria Zinno