Il 9 marzo 1883 iniziò a battere il cuore di Umberto Saba: ricordiamolo con “Passioni”

Umberto Saba: come arrivare dritti al cuore con la forza del…la semplicità (eh no, non ‘con la forza del colore’ come canterebbero i Modà).

(libreriamo.it)

Il poeta onesto, della chiarezza, della trasparenza e della verità. Il poeta del quotidiano e dell’indissolubile attaccamento alle proprie radici, il poeta che con la più pura semplicità, dimenticando ogni tipo di sovrastruttura, è in grado di trasmettere emozioni travolgenti. Questo è Umberto Saba.

Saba: genesi di un uomo semplice

Il 9 marzo 1883 nasce Umberto Saba, una ventata di aria fresca per il panorama letterario italiano di quegli anni e di quelli a venire. Non è fortuito l’uso dell’espressione “ventata di aria fresca” poichè il poeta è nato proprio a Trieste, una città che il vento lo conosce bene e forse ancora meglio la Bora. Per poter però prendere confidenza con questo personaggio e apprezzare la semplicità che lo ha reso tanto amato e noto, è necessario prima specificare la sua identità. L’autore si presenta infatti con uno pseudonimo, celando il nome anagrafico ‘Umberto Pioli’. Pioli non è altro che il cognome paterno a cui egli ha deciso di rinunciare, probabilmente un modo per dimenticare l’esistenza del padre che aveva abbandonato la moglie e madre di Saba prima che lui nascesse. Il poeta ha così deciso di assumere il cognome ‘Saba’ in omaggio alla nutrice slovena che lo ha cresciuto nei primi anni di vita, ‘Peppa Sabaz’, e alle proprie origini ebraiche.

(riflessioni anna.blogspot.com)

Semplice non è sinonimo di facile

Tutto nella vita di Saba si riconduce ad una sana e voluta normalità. ‘Voluta’ esattamente come suggerisce lo pseudonimo da lui stesso scelto, in quanto ‘Saba’ in ebraico significherebbe proprio ‘pane‘, l’emblema della quotidianità, l’alimento di tutti, degli umili, il più semplice ma il più importante. L’altro elemento di normalità è rappresentato proprio dalla città che fa sfondo alla sua vita, ma che è la vera protagonista del suo Canzoniere: Trieste. Trieste è una città estremamente umana e cruda, non è la città della letteratura come è Firenze in cui Saba tenta di insediarsi senza risultati, ma è una città in cui sia la prostituta, che il marinaio che il friggitore “sono tutte creature della vita e del dolore” come dichiara l’autore stesso nel componimento Città Vecchia, è una città “con una scontrosa grazia (…)come un ragazzaccio con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore“(dal componimento Trieste).

Tuttavia semplice non è sinonimo di facile. Saba dedicherà tutta la vita all’elaborazione di un linguaggio poetico chiaro, ad una ‘poesia onesta‘, priva di ornamenti eccessivi ma che punti direttamente alla verità. Per l’autore la comunicazione poetica deve fare uso di ‘parole senza storia’, cioè termini privi di qualunque allusione seconda ma che trasmettano concretezza di significato.

“Passioni”

Quella di Saba è stata una ricerca stilistica poco apprezzata inizialmente dalla critica, la sua semplicità è stata interpretata come facilità e banalità. Tuttavia è sufficiente leggere “Passioni” per dimostrare quanto una tale concezione sia erronea:  non servono parafrasi o letture metriche per arrivare al cuore di questa poesia, essa stessa ce lo offre, è un componimento dal cuore esposto il quale, dal primo all’ultimo verso, batte in sincrono con il nostro.

Passioni 

Sono fatte di lacrime e di sangue
e d’altro ancora.

Il cuore
batte a sinistra.

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