La satira è una forma di intrattenimento molto apprezzata al giorno d’oggi, ma esisteva un suo corrispettivo nell’antichità?
Le note Satire di Orazio possono trarre in inganno, infatti non sono poi così simili alla nostra concezione di satira. Per trovare qualcosa di affine occorre guardare più al mondo greco.
La satira oggi attacca tutto e tutti
Quando pensiamo alla satira, viene quasi spontaneo pensarla in riferimento alla politica. In effetti, la satira politica, è quella più nota e forse apprezzata, soprattutto a programmi ormai famosi come “Fratelli di Crozza”. Il comico ligure Maurizio Crozza, di volta in volta, dedica una puntata agli eventi più rilevanti del panorama politico italiano e attraverso monologhi ed esilaranti imitazioni, burla la classe dirigente, riprendendola ad ogni strafalcione. Crozza, e non solo lui, non si limita però al mondo del governo e dei partiti. La sua verve si dirige anche verso il mondo dello spettacolo, dello sport e della televisione in generale. Così è appunto cambiata la satira dal mondo antico: il suo obiettivo non è più la solo la politica, ma si concentra anche su tutto quello che i media e la globalizzazione hanno da offrirci, un repertorio sconfinato, a pensarci bene. In generale la satira moderna è una vera e propria forma di intrattenimento a se stante, che ha i suoi spazi ben divisi da altre forme dello stesso genere, come il cinema e il teatro. Può esservi presente, ma sono rari i casi in cui un film o uno spettacolo siano basati interamente sulla satira.
La satira nel mondo antico era più settoriale
Accomunare la satira moderna e quella che si faceva nel mondo antico può essere peregrino. Meglio è considerare due modi di far ridere le persone, criticando in modo ilare le istituzioni e la politica del tempo. Di fatti, le opere del mondo latino note come Satire, sono molto diverse dalla satira che si può vedere in un programma di Crozza. Le più famose, quelle di Orazio, non sono spassosi discorsi su quanto accadeva nella sua Roma, ma racconti, considerazioni e riflessioni del poeta, alcuni certo non privi di umorismo, su avvenimenti o situazioni del mondo in cui viveva. Per trovare un corrispettivo più stringente con quello che noi consideriamo satira, occorre quindi rivolgersi al mondo greco. La commedia, in particolare quella di Aristofane, offre numerosi spunti su cui riflettere. Nelle opere del commediografo ateniese non mancano infatti attacchi ai politici, ai magistrati e alle personalità più influenti dell’Atene di V secolo. Sono anche presenti spesso imitazioni di personaggi famosi, questo sì in stile Crozza, che dovevano essere molto popolari all’interno del pubblico ateniese. Vi erano anche cenni sul mondo dello spettacolo dell’epoca, ossia sugli altri commediografi e tragediografi. Sotto questo punto di vista la satira di allora è cambiata: se oggi attacchi satirici contro film, programmi e musica sono dettati dalla ricerca del gusto del pubblico, nelle commedie di Aristofane spesso erano legati ad antipatie del commediografo o a suoi sentimenti di rivalsa.
Com’è cambiata la satira?
La satira ha quindi subito diversi cambiamenti. In primis la sua rappresentazione. Quella che noi definiremmo satira nel mondo antico era affidata a rappresentazioni teatrali, mentre oggi è soprattutto legata a programmi ad hoc o in alcuni casi alle vignette dei giornali. Sono diversi anche gli argomenti, un tempo legati quasi esclusivamente alla politica e esclusivamente alle vicende della città dell’autore, oggi molto più variegati, comprendenti il mondo dello spettacolo e anche quanto accade fuori dai confini nazionali. Quello che accomuna entrambe le situazioni è però l’accorgersi di come ci sia qualcosa che non va nella società e la conseguente necessità di esorcizzarlo e criticarlo attraverso la risata, in attesa che le coscienze individuali si smuovano.