Harry Potter torna al cinema: scopriamo uno dei casi editoriali più famosi al mondo

A 20 anni dall’uscita al cinema, il maghetto più famoso al mondo torna nelle sale cinematografiche per ricordarci come un pizzico di magia possa svoltare la vita di chiunque.

Qual è la ricetta che fa diventare un libro un bestseller? Non possiamo dirlo con certezza, ma quello che sappiamo è che Harry Potter è diventato sicuramente uno dei principali bestseller mondiali oltre ad aver creato un mondo in continua espansione in tutti i campi, dai film ai gadget, dalle fiere alle mostre. Scopriamo cosa sta dietro al fenomeno Harry Potter.

La nascita di una leggenda

“Capii subito che scrivere quella storia sarebbe stato un vero piacere. Quella sera, quindi, rientrando a casa, cominciai a scrivere su un blocchetto. Ho fatto l’elenco di tutti i romanzi che avrei scritto: dovevano essere sette. Mi ci sono voluti cinque anni per organizzare tutto il materiale e definire l’intreccio di ogni libro.”

Come nasce il piccolo mago con la cicatrice a forma di saetta oggi conosciuto in tutto il mondo? Nella mente della Rowling tutto cominciò durante un viaggio in treno per Londra verso la stazione di King’s Cross. L’immagine che si formò, vivida nella sua mente, fu quella di un piccolo orfano alla ricerca della sua identità, ma con qualcosa di speciale: poteri magici. Strano da sentire a distanza di anni, eppure l’Harry Potter di J.K. Rowling fu rifiutato da ben 12 editori e alla autrice venne addirittura consigliato di “tenersi stretto il suo lavoro di ogni giorno”. Figura fondamentale fu Christopher Little, agente letterario, il primo a intuire le potenzialità di questa storia. Nel 1996 Little, dopo numerosi rifiuti, propose Harry Potter alla casa editrice Bloomsbury che accettò di pubblicarlo, scommettendo sul cavallo giusto. In italia nel 1997 la Salani acquista i diritti italiani del libro, puntando sulla fantasia e sull’educazione dei più piccoli. Oggi il brand Harry Potter vale circa 15 milioni di dollari.

 

Problemi di traduzione

“La traduzione di un libro, normalmente, va dalla prima pagina all’ultima. La traduzione della saga di Harry Potter non ha funzionato così. Non ha potuto: quando è stato tradotto il primo volume, il secondo non era stato ancora scritto e così i successivi.”

In questo modo la Salani giustifica le scelte di traduzione compiute per la saga. Infatti solo dopo la conoscenza del settimo libro si è arrivati a una visione completa dell’opera, e questo ha spinto la casa editrice a restituire una traduzione che considerasse l’evoluzione della storia e dei suoi personaggi. Le possibilità erano tre: mantenere la prima scelta di traduzione di nomi di luoghi e personaggi, utilizzare il nome originale o scegliere un nome completamente nuovo. Del progetto si è occupato Stefano Bartezzaghi con l’editor Viola Cagninelli e un comitato formato, tra gli altri, anche da Marina Astrologo e Beatrice Masini, responsabili della traduzione rispettivamente dei primi due volumi e degli altri cinque, usciti tra il 1997 e il 2007. Un problema di traduzione ha riguardato siuramente Neville Paciock: nome perfetto per il ragazzino timido e impacciato dei primi libri, ma per nulla adatto al coraggiosissimo eroe dell’ultimo volume, futuro professore di Erbologia. La scelta più difficile ha però riguardato sicuramente il preside di Hogwarts, Albus Silente, in inglese Albus Dumbledore. La Rowling aveva immaginato questo nome per un “mago benevolo che mormora sempre tra sé e sé”, infatti dumbledore corrisponde alla forma arcaica di bumblebee, che indica un calabrone ronzante. L’autrice infatti rimase perplessa di fronte alla traduzione italiana, in evidente contrapposizione con la sua idea. Tuttavia la traduzione non venne modificata, dal momento che questo nome si legava perfettamente alle caratteristiche del personaggio, e di fatto i silenzi del preside hanno spesso avuto un ruolo fondamentale, in alcuni casi anche in negativo, nella trama.

24 anni di edizioni

Nel corso degli anni sono state pubblicate diverse edizioni da Salani. Forse non tutti sanno che la Salani non è stata l’unica casa editrice a pubblicare i libri del maghetto, ma esistono alcune edizioni curate da Mondolibri, marchio della Mondadori. Tornando alle edizioni Salani, bisogna dire che la primissima stampa è del maggio 1998 ed è riconoscibile per due errori che nella ristampa successiva furono corretti. Innanzitutto Harry figura nella copertina senza occhiali. Poi il nome della Rowling compare per intero, grave errore dal momento che l’autrice aveva utilizzato di proposito solo le iniziali del suo nome per una questione di marketing. Nel 1999 Salani corregge gli errori. In questa ristampa tuttavia il font del titolo non è ancora quello a cui siamo abituati: semplicemente un font squadrato e rosso. Solo dall’uscita de Il calice di fuoco nel 2001 viene adottato il font “a saetta” che tutti conosciamo. Tra le edizioni successive, ricordiamo quelle più particolari.

  •  Nel 2007 Salani pubblica delle ristampe che presentano sul dorso della copertina rigida delle lettere. Queste, una volta affiancati tutti i libri, compongono una frase: “draco dormiens nunquam titillandus“, il motto di Hogwarts.
  • Nel 2013 viene pubblicata l’edizione “Castello”: un cofanetto in cui i dorsi dei libri compongono il castello di Hogwarts. Sicuramente una delle edizioni più apprezzate e più difficili da trovare.
  • Nel 2018 vengono pubblicate due edizioni per il ventesimo anniversario dalla prima pubblicazione de La pietra filosofale. Una ripropone la grafica della prima edizione, mentre l’altra presenta disegni in bianco e nero. Si riconoscono per il bollino dorato con la scritta “20 anni di magia”.
  • Recentissima l’edizione Minalima dei primi due libri (2020-2021): un’edizione illustrata a colori e con elementi interattivi. Un pezzo da collezione che non può mancare nella libreria dei veri appassionati.

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