Gurdjieff e Battiato insegnano che si può cambiare la propria vita a colpi di ‘shock addizionali’

Il cantautore italiano Franco Battiato non ha mai nascosto il suo interesse spassionato per la filosofia, come anche per le antiche culture orientali ed esoteriche. La sua produzione musicale è intrisa di significato filosofico, spesso traendo ispirazione dal pensiero del filosofo armeno Georges Gurdjieff, il quale ci parla del concetto di ‘shock addizionale‘ nella sua ‘Legge del sette’ o ‘Legge dell’ottava’, unendo insieme musica, filosofia e insegnamenti per la vita di tutti i giorni.

Chi è Gurdjieff

Georges Ivanovic Gurdjieff fu un filosofo, mistico, scrittore e maestro di danza armeno. Nato nella seconda metà dell’Ottocento, si è sempre distinto per concepire la vita dell’uomo in maniera piuttosto singolare, sintetizzando nel suo pensiero diverse correnti come il sufismo, una scuola di pensiero dell’Islam orientata verso il misticismo, l’esoterismo, la filosofia e altre tradizioni religiose. Il pensiero fondamentale di Gurdjieff è che la vita dell’uomo è simile ad uno stato di veglia prossima al sogno, nella quale la ‘coscienza ordinaria’ domina. Per il filosofo armeno è possibile accedere ad una coscienza di ordine superiore in grado di poter smuovere l’uomo dal torpore di questo sonno, affinché raggiunga il cosiddetto ‘ricordo di sé’, tramite ‘danze sacre’ o ‘movimenti’, sulle note della musica composta da Gurdjieff stesso. Ciò che preme di più insegnare ai suoi discepoli, il tutto per mezzo della parola e di dimostrazioni pratiche, è come trovare la propria anima, poiché è convinto che ogni uomo nasca senza di essa e che la costituisca man mano nel corso della vita e delle esperienze accumulate. Le nozioni di ‘anima’ e ‘coscienza superiore’ hanno, per Gurdjieff, lo stesso significato.

Oltre all’interpretazione della ‘Legge del sette o dell’ottava’, che vedremo in seguito, Gurdjieff è ricordato anche per aver fornito una propria rivisitazione delle tradizioni spirituali, idealizzando delle ‘vie’ da seguire per raggiungere l’evoluzione della coscienza nella cosiddetta ‘Quarta via’, che il filosofo armeno preferiva chiamare ‘lavoro su di sé’, consistente nel concentrarsi a comprendere e capire qualsiasi nostra azione, quotidiana e non, prima di iniziare a compierla, potendo così raggiungere uno stato di armonia che rafforza il lavoro interiore per dare beneficio a quello esteriore.

Georges Ivanovic Gurdjieff. (Fonte: naturagiusta.it)

La Legge del sette e lo shock addizionale

Gurdjieff ha ideato la Legge del sette per cercare di spiegare i processi che regolano ogni cambiamento nella vita e nell’Universo. Secondo il filosofo armeno l’Universo è permeato da vibrazioni, nelle quali sono da annoverare anche la luce, il calore, la materia e ovviamente i suoni. Tali vibrazioni mutano continuamente il loro stato in fasi di crescita e decrescita, comportando dei cambiamenti non lineari e producendo, quindi, un cambiamento a scala. La natura non lineare dei cambiamenti viene spiegata attraverso la musica con la scala delle 7 note musicali, cioè le classiche DO RE MI FA SOL LA SI, nelle quali in alcuni punti non vi sono i cosiddetti semitoni, cioè suoni intermedi, ma sono presenti degli intervalli senza suoni, dei vuoti, che producono un rallentamento, in particolare tra il MI e il FA iniziali e tra il SI finale e il DO successivo.

Tali rallentamenti, spiega Gurdjieff, possono essere paragonati ai rallentamenti nella nostra vita quando abbiamo dei nuovi propositi che potrebbero cambiarla radicalmente. Inizialmente abbiamo una certa voglia di fare e un acuto spirito d’iniziativa per i nostri propositi, ma improvvisamente siamo colti dalla svogliatezza, perdiamo slancio e ci ‘culliamo nel caloroso letto dell’abitudine’, in tal modo smarrendo di vista l’obbiettivo prefissatoci, rallentando nel nostro percorso verso il cambiamento e fuori da una precisa abitudine di vita. Proprio per questo il filosofo armeno ci spiega che quando una determinata azione volta al cambiamento perde il suo slancio, dovremmo produrre ciò che lui definisce come uno shock addizionale, cioè quello sforzo in più che non ci fa piegare di fronte la pigrizia e l’abitudine, che ci consente di compiere un’azione volta al cambiamento delle nostre condizioni, però solo dopo aver compreso la presenza di quei rallentamenti nella vita di tutti noi e trasformando la negatività in pensieri positivi ‘attivi’. Lo shock addizionale è quella marcia in più consapevole, che ci rigenera e spezza le catene dell’abitudine.

Fonte: associazioneperankh.com

Shock in my town di Franco Battiato: una critica alla vita e un incentivo allo shock addizionale 

Franco Battiato, famoso cantautore italiano, ha sempre dato modo di far confluire nella sua produzione musicale molte concezioni filosofiche e mistiche, poiché è da sempre molto appassionato alla filosofia e alle culture religiose orientali. Non ha mai nascosto la sua propensione intellettuale verso il pensiero di Gurdjieff, definendosi spesso un suo seguace. Nel suo album del 1998 intitolato Gommalacca, Battiato inserisce pezzi fortemente intrisi di filosofia e misticismo ispirati dal filosofo e mistico armeno. In particolare nel brano intitolato Shock in my Town, il cantautore d’origine siciliana, con forti suoni synth e di basso, ipotizza uno scenario a metà tra un inquietante presente e un futuro alquanto prossimo, in cui critica la società contemporanea per l’eccessivo uso della tecnologia e del progresso. Tali aspetti della vita umana si sono rivoltati contro chi li aveva creati e se n’era servito, prendendo il sopravvento sulla vita degli uomini, soggiogandoli in un torpore statico. Per questo Battiato intitola il brano ‘Shock in my Town’, proprio per smuovere le coscienze umane assopite dalla tecnologia affinché abbiano uno ‘shock addizionale’ (nominato più volte nel testo del brano come se fosse una sorta di appello) che cambi la loro vita, che faccia propendere all’azione e alla comprensione di ciò che si compie.

Un frame del video musicale di Shock in My Town. (Fonte: artribune.com)

Gurdjieff con la sua particolare filosofia e la sue danze, e Battiato con la sua musica e i suoi testi, ci invitano a sforzarci a colpi di shock addizionali, a risvegliare le nostre coscienze di fronte al torpore dell’abitudine e della pigrizia, in un percorso fatto di scale spesso tortuose e impervie, nel quale possiamo imbatterci in frequenti o inattesi rallentamenti.

Luca Vetrugno

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