È nato prima il (super)uovo o la gallina? Ce lo spiega Aristotele

Sembrerebbe la domanda da un milione di dollari, alcuni cercano risposta nella biologia, altri nell’embriologia, altri nella chimica. Fermi tutti.

Aristotele aveva già affrontato la questione, almeno 2400 anni fa. Affidiamoci quindi al ragionamento logico di uno dei padri del pensiero filosofico occidentale. Se prendiamo in considerazione potenza ed atto nel pensiero di Aristotele la risposta a questa domanda risulta molto più logica, prima però serve capire cosa rappresentino questi due termini per il filosofo. Questa coppia viene introdotta da Aristotele per spiegare come possa avvenire il mutamento e per superare, abilmente, la concezione di Parmenide, secondo cui il mutamento va necessariamente negato se non si vuole cadere in contraddizione.

Cosa ci propone Parmenide?

Facciamo un passo indietro per comprendere meglio la questione. All’interno della scuola filosofica Eleatica (di cui Parmenide è l’esponente principale), i filosofi avevano negato divenire e movimento perchè, in base alla loro tesi di fondo, questi supporrebbero l’esistenza di un nonessere, infatti, ciò che muta passa da uno stato ad un altro e ciascuno di questi stati non è quello precedente e non è quello successivo; nascere e morire parrebbero pertanto passaggio dal nonessere assoluto all’essere e dall’essere nuovamente al nonessere assoluto, mentre il non essere non esiste in alcun modo.

Aristotele da scacco matto agli eleati

Scacco matto

La fisica ci attesta, tramite la legge di conservazione della massa che “nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”. È proprio grazie al “trasformasi” della realtà che Aristotele giunge al superamento dell’aporia eleatica nella maniera più brillante. Il filosofo afferma che il mondo non è immobile, ma è continuo passaggio da potenza ad atto. Vediamo in che senso…

Il mutamento è un dato originario che non si può mettere in dubbio, ma come si giustifica? Sappiamo dalla Metafisica (scritto di Aristotele, su tutte quelle realtà che vanno al di la della fisica) che l’essere ha molti significati e tra questi troviamo quello di essere come potenza e essere come atto. La potenza è la capacità di un soggetto di diventare atto, il seme ha la potenzialità di diventare atto, ovvero pianta. L’essere in potenza rispetto a quello in atto può essere detto non-essere relativo, ovvero non-essere-ancora-in-atto. Quindi il passaggio da potenza ad atto non implica il non-essere assoluto (ipotizzato da Parmenide), perchè si svolge nella sfera dell’essere e risulta quindi passaggio da essere potenziale ad essere attuale. È qui che Aristotele si pone come superatore dell’aporia eleatica, affermando che il mutamento non implica il non-essere.

Entrano in gioco l’uovo e la gallina

Ma veniamo a noi. Cosa c’entrano quindi l’uovo e la gallina? Vediamo. Se noi consideriamo l’uovo come potenza e la gallina come atto, ci rendiamo subito conto che l’uovo ha in potenza la capacità di diventare gallina, cioè atto. L’uovo (potenza) viene fecondato, covato e al suo interno avvengo dei mutamenti e nasce cosi la gallina (atto). Vi sembra di non aver ancora risolto la questione? Pazientate, c’è da fare un’ ultima precisazione e tutto apparirà chiaro.

Non ci resta, infatti, che considerare che per Aristotele l’atto viene prima della potenza sia dal punto di vista dell’esistenza che del concetto: non possiamo definire fino in fondo un uovo se non specifichiamo di che cosa è (di gallina , di struzzo…), se invece diciamo “gallina” tutti capiamo senza problemi. L’uovo non è quindi definibile perfettamente se non facciamo riferimento all’atto, se non diciamo cioè che si tratta proprio di una gallina in potenza (per definirlo ho quindi bisogno di conoscere l’atto). La potenza ha come fine l’atto, ma l’atto non ha come fine la potenza.

Chi ha seguito il ragionamento fino a questo punto avrà già intuito la riposta di Aristotele alla nostra domanda. “Caro Aristotele secondo lei è nato prima l’uovo o la gallina?” Sicuramente il filosofo avrebbe riposto che è nata prima la gallina, poichè l’atto precede la potenza, altrimenti quell’uovo non “saprebbe” che cosa diventare e inoltre c’è bisogno di un gallo (in atto) che lo fecondi e gli conferisca la capacità di diventare gallina. 

In sostanza, amici filosofi e non, adesso avrete una carta in più da giocarvi quando al vostro aperitivo galante avrete già esaurito gli argomenti ancora prima che vi abbiano servito il drink…

Margherita Pisoni

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