Differenze tra il 2017 ed il 2018
Rispetto allo scorso anno, le diagnosi di tumore in Italia, sono aumentate notevolmente.
4.300 diagnosi in più rispetto al 2017, comunica oggi l’Ansa. Queste diagnosi però non sono sempre le stesse. Ad oggi, infatti, il tumore più diagnosticato in Italia è quello della mammella. Il tumore alla mammella, nel 2017 fu diagnosticato in 51.000 casi, per il 2018 sono stimati 52.800 casi.
L’anno scorso il tumore più diagnosticato fu invece il cancro al colon retto, 53.000 casi, contro i 51.300 di quest’anno, seguito immediatamente dal cancro al polmone con 41.800 casi.
La stima di nuovi casi di tumori, per il 2018, è di 373.300. Il sesso maschile sembra più colpito rispetto a quello femminile.
In aumento i numeri di chi vive dopo la diagnosi
Un altro dato in costante aumento è anche il numero di cittadini che vive dopo la scoperta della malattia. Il 6%, questo secondo il censimento ufficiale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e PASSI (Progressi Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), che hanno presentato al Ministero della Salute il volume “I numeri del cancro in Italia 2018”.
Differenze tra Meridione e Settentrione
Dalle statistiche emerge che la popolazione nel Meridione sia meno colpita da neoplasie. Per contro, le regioni con più alto tasso di diagnosi tumorali sono la Lombardia (64.200 diagnosi), il Lazio (33.850 diagnosi) e il Veneto (31.850 diagnosi).
Il presidente nazionale AIOM, Stefania Gori, afferma “Nel nostro Paese ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una nuova diagnosi” e continua “I tumori non solo sono curabili ma anche guaribili, grazie a terapie sempre più efficaci e alle campagne di prevenzione. Infatti, il 27% dei pazienti vivi dopo la diagnosi torna ad avere (dopo un periodo di tempo diverso in base al tipo di tumore, al sesso, all’età di insorgenza) la stessa aspettativa di vita della popolazione generale: nel 2010 erano 704.648, nel 2018 sono 909.514, con un incremento del 29%“.
Al Nord si sopravvive di più
Se è vero che i casi di tumori sembrino maggiori nel Nord Italia, è anche vero che anche le percentuali di sopravvivenza alla malattia sono più alte al Nord. Le regioni con più alto tasso di sopravvivenza sono l’Emilia Romagna e la Toscana.
Le maggiori cause di questa scissione tra Nord e Sud sembrano essere la scarsa adesione a programmi di screening e gli stili di vita scorretti più accentuati nel meridione. Si registrano infatti maggiori elementi di rischio rispetto al Nord Italia, quali: fumo, sedentarietà e eccesso di peso. Un dato particolare è anche il notevole incremento di fumatrici tra 25 – 34 anni.
Quali le cause? e lo stress può esserne una?
Uno degli argomenti più delicati e discussi di sempre, in ambito oncologico e non solo, resta sempre quello della “causa” dell’insorgenza della malattia. Sebbene, tra le prime cause accertate, vi siano il fumo, una cattiva alimentazione e troppa sedentarietà, negli ultimi anni ci si è anche interrogati molto sulle conseguenze dello stress ed anche sulle possibili associazioni tra stress e diagnosi tumorali. La psicosomatica stessa, ad esempio, si impegna a cercare risposte in tal senso.
Il principale fattore di rischio sembra essere il fumo di sigaretta a cui ogni anno, in Italia, sono attribuiti circa 93 mila decessi. I tumori più associati al fumo di sigaretta sono, nel dettaglio: i tumori del polmone, del cavo orale e gola, esofago, pancreas, colon, vescica, prostata, rene, seno, ovaie e ad alcuni tipi di leucemie.
Per quanto riguarda lo stress – ad oggi – gli studi sono ancora pochi e di qualità scarsa, e non hanno riscontrato relazione tra stress e diagnosi tumorale. Studi su animali e cellule isolate hanno però evidenziato come lo stress renda più facile il propagarsi di metastasi andando a modificare la permeabilità dei vasi linfatici e favorendo l’angiogenesi. Ciò nonostante, anche se gli studi non ancora si rivelino idonei a fornire una risposta esatta sul ruolo che giochi lo stress nel causare la malattia, la comunità scientifica da tempo ormai sospetta che possa aggravare e peggiorare la prognosi del quadro clinico. Questo, probabilmente poichè lo stress si è rivelato un fattore di grande rischio per l’abbassamento delle difese immunitarie.
Un dato certo, però, resta quello della correlazione tra stress e comportamenti nocivi alla salute. E’ infatti lo stress, spesso, la causa di comportamenti quali: abuso di alcolici, fumo o eccessi alimentari, tutti elementi – questi – associati al rischio di sviluppo di neoplasie.