Il nostro comportamento è alla base di chi siamo veramente, il lobo frontale del nostro encefalo è responsabile del carattere umano.
Phineas Gage è come una medaglia a due facce: nella giovinezza era gentile e molto affabile, dopo l’incidente è stato definito ’’intrattabile e iracondo’’ dai suoi stessi amici, un vero e proprio cambio di personalità.
Il lobo frontale, il nostro motore emotivo
Il lobo frontale è una porzione del nostro corpo appartenente al telencefalo, all’interno dell’encefalo. È costituito da una componente posteriore agranulare e una componente anteriore, isocortex granulare. Quest’ultima è la corteccia prefrontale, una regione altamente eterogenea e deputata al controllo del comportamento insieme ad altre aree. Questa corteccia si può dividere ulteriormente in regione mediale (sistema limbico) e regione laterale, l’area che svolge funzioni motorie complesse.
La corteccia prefrontale ha il compito di pianificare i movimenti perchè ad esempio alzare la mano richiede non solo l’ esecuzione ma anche il pensiero e la volontà di farlo. La decisione di compiere o meno un movimento dipende anche da agenti esterni che circondano il soggetto. Ad esempio, c’è troppo sole ma non ho gli occhiali perciò alzo la mano verso gli occhi per ripararmi.
La corteccia prefrontale è responsabile non solo dei movimenti ma anche della nostra personalità. Il suo ’’lavoro’’ è ciò che distingue un soggetto da un altro, ciò che ci rende diversi.
La corteccia prefrontale è responsabile di tutte quelle volte in cui si hanno delle azioni istintive ma non vengono messe in pratica, è capace infatti di inibire le risposte emotive inadeguate, nel rispetto del contesto sociale in cui viviamo.
Un’altra funzione tipica della corteccia prefrontale è la memoria a breve termine o memoria di lavoro. La working memory è fondamentale nelle attività quotidiane, un’immagine, una frase o altro vengono memorizzati nella corteccia prefrontale ma non necessariamente diventeranno memoria a lungo termine.
Il quadro clinico della sindrome prefrontale
Il cambiamento del comportamento può avvenire qualora si verificassero lesioni nella corteccia prefrontale, portando quindi a una sindrome prefrontale. Quest’ultima può essere di tipo esecutivo nel caso in cui il soggetto abbia una ridotta capacità di giudizio e di pianificazione, disinibito quando c’è uno scarso controllo di impulsi e freni inibitori e infine atipico se associato a una ridotta spontaneità.
L’individuo in questi casi è incapace di pianificare e programmare strategie per l’esecuzione di un compito come spostare o evitare un oggetto pericoloso oppure non è in grado di passare da un comportamento a un altro, perseverando continuamente.
Sono molto interessanti i test neuropsicologici per la diagnosi di sindrome prefrontale. Il test della torre di Londra (o test di Hanoi) prevede che il paziente costruisca nel minor tempo possibile la torre, quindi deve mettere in atto delle strategie che potrebbero anche richiedere continui cambiamenti, un’abilità che manca nel soggetto affetto dalla sindrome.
Il Wilsconsin test utilizza un mazzo di carte con vari simboli, colori e numeri diversi. Il paziente capovolge quattro carte e pesca un’altra carta che deve accoppiare con una delle prime quattro seguendo un criterio noto solo al neurologo. Il medico infatti a ogni accoppiamento deve informare se è giusto o sbagliato e poi dopo 10 carte deve cambiare strategia. I pazienti affetti dalla sindrome prefrontale sono estremamente deficitari.
Il caso Phineas Gage
Phineas Gage era un operaio statunitense famoso per aver subito un incidente nel settembre 1848. Durante dei lavori su una linea ferroviaria una barra di metallo colpì e attraversò buona parte del suo emisfero sinistro del telencefalo causandogli un grave trauma cranico ma fortunatamente senza esiti letali. Dopo molte settimane di guarigione, l’operaio riprese a lavorare ma fu subito definito come una persona assolutamente sconosciuta e diversa.
Gage infatti subì una forte lesione alla corteccia prefrontale andando incontro a un totale cambiamento di personalità con estrema difficoltà nell’inibire e/o gestire comportamenti emotivi. Lo stesso medico disse: “È blasfemo, irriverente, volgare, come non era mai stato prima dell’incidente […] Amici e conoscenti dicono che non è più Phineas Gage”.
Il caso Phineas Gage è stato il punto di partenza per studiare il ruolo e le funzioni della corteccia prefrontale, ancora del tutto sconosciute prima dell’incidente. Negli ultimi anni, le Neuroscienze hanno raggiunto obiettivi importanti con studi e ricerca. Phineas Gage è stato quindi un paziente che ha segnato una svolta nella medicina e inoltre un esempio che le migliori scoperte scientifiche avvengono casualmente.